Paloma e Renée: l’amicizia tra la colomba e il riccio

Il legame tra anime simili narrato ne L’eleganza del riccio di Muriel Barbery

“Io nella boccia non ci vado!”

La decisione di suicidarsi il giorno del proprio compleanno deve essere ben ponderata.

Ecco le intenzioni di Paloma Josse, geniale dodicenne, determinata a togliersi la vita.

È proprio questa ragazzina ad essere una delle due protagoniste del romanzo bestseller L’eleganza del riccio di Muriel Barbery, scritto nel 2006, ambientato in un lussuoso palazzo al numero 7 di Rue de Grenelle, nella Ville Lumière.

Molte onorificenze coronano il successo dell’opera: dal Premio Georges Brassens 2007, al Premio Rotary International, fino al Prix des Libraires.

Ma perché Paloma è così convinta di voler abbandonare la vita?
Semplice: l’obiettivo è non finire nella squallida boccia in cui i burattineschi membri delle classi agiate parigine, di cui è figlia, cozzano come pesci inebetiti.

“Vivere, morire: sono solo le conseguenze di ciò che abbiamo costruito. Quello che conta è costruire bene”.

“Quindi io nella boccia non ci vado!”

La penna scorre veloce.
Infatti, Paloma, “colomba” in spagnolo, tiene un diario in cui analizza con chirurgica precisione la realtà che la circonda.

Pertanto, l’oblio eterno risulta a lei più piacevole di una vita a metà. Il mondo non è privo di bellezza, ma è abitato da individui gretti e superficiali che aborre con tutta se stessa.

 

Così questa colomba contrariata se ne sta ad ali conserte, cercando un cielo migliore. La morte.

Come detto, Paloma è la colomba, ma Renée Michel è il riccio.

Madame Michel è la portinaia dell’elegante palazzo parigino in cui Paloma vive con la propria famiglia, con la quale è in costante conflitto.

Renée è una lettrice appassionata, che da autodidatta ha costruito solide conoscenze in arte, filosofia e cultura giapponese.

La donna, vedova, trascorre in un silenzioso torpore le ore del giorno, sonnecchiando nella guardiola, leggendo infinite pagine di mille libri. Unica sua compagnia è un gatto: Lev, omaggio all’amato Tolstoj.

Con lenta delicatezza carezza le parole, che la allontanano dall’infanzia e dalla giovinezza vissute in povertà. Silenzioso riscatto, mantenuto segreto con reverenziale discrezione.

La donna è invisibile agli occhi degli inquilini, che vedono unicamente in lei una…portinaia.

Tuttavia, nel microcosmo del signorile edificio, le ali della Paloma iniziano a vibrare. La ragazzina intuisce che la goffa e pigra Madame Michelle non è affatto ciò che sembra.

Infatti, Renèe è benedetta dall’eleganza del riccio: fuori protetta da aculei, ma dentro semplice e raffinata come quelle bestiole.

Ecco: la colomba e il riccio. Una rampolla di famiglia benestante e un’umile portinaia.
Qual è il ponte tra queste entità così opposte, in apparenza?

L’anima.

E Kakuro Ozu, il nuovo elegante inquilino giapponese. Lui sarà il “galeotto” che permetterà alla colomba di spiegare le ali e al riccio di ritirare i propri aculei, facendole poi incontrare.

Le due si sono viste mille volte, ma non si sono mai guardate.

Così, al numero 7 di Rue de Grenelle, si compie il miracolo: due universi entrano in risonanza. Paloma e Renée riconoscono l’una l’anima dell’altra, scoprendo così possibilità insperate.

Colomba e riccio diventano amiche. Vere amiche. “Fatevi una sola amica, ma sceglietela con cura”.

E mentre il prodigio lentamente si compie, la morte arriva. All’improvviso.
Renée, il riccio, incontra l’oblio. Per sempre.

Ora Paloma è sola. Ma il peso che le impediva di volare si è ormai dissolto, con il desiderio di togliersi la vita.

Ecco come termina l’insolita storia di due anime che, in silenzio, celano un boato di vita. Un boato che si setta su frequenze tanto delicate, da venire colte solo da un’essenza altrettanto dolce.

Ebbene, è sempre opportuno ricordare che quando ci si imbatte in esseri “fintamente indolenti, risolutamente solitari” bisogna fare attenzione! Talvolta è solo necessario avere il garbo di inoltrarsi nelle tenebre che li avvolgono, per arrivare al loro cuore puro.

Solo così la magia prende vita, e il riccio e la colomba, finalmente, sorridono.

Maria Baronchelli

Sono Maria Baronchelli, studio Lettere Moderne presso l'Università degli Studi di Milano. La lettura e la scrittura hanno da sempre accompagnato i miei passi. Mi nutro di regni di carta, creandone di miei con un foglio e una penna, o una tastiera. Io e i miei personaggi sognanti e sognati vi diamo il benvenuto in questo piccolo strano mondo, che speriamo possa farvi sentire a casa.