INTERNATIONAL CAPS LOCK DAY
EHI TU! FERMATI UN ATTIMO QUI! PERCHÉ? TE LO SPIEGO NELL’ARTICOLO, NON FARTI SPAVENTARE DAL MIO CAPS LOCK INSERITO A MANETTA. NON STO URLANDO. STO SOLO CELEBRANDO L’INTERNATIONAL CAPS LOCK DAY!
Sì, hai capito bene. Oggi, 28 giugno, ricorre l’International Caps Lock Day. Cosa sia il ‘caps lock’ non è necessario che te lo spieghi, dopotutto ti basta abbassare lo sguardo verso la tastiera per intuire da solo la risposta.
Ma cerchiamo di capire perché oggi il web e i social network saranno traboccanti di post ‘urlati’ accompagnati dall’hastag #CapsLockDay e #InternationalCapsLockDay.
Nel 1981 IBM (International Business Machines corporation), la più annosa e famosa azienda informatica statunitense produttrice di computer, software e hardware, lancia il proprio primo Personal Computer dotato di tastiera e tasto Caps Lock. IBM opta per collocare il tasto alla destra della barra spaziatrice. Solo nel 1984 questo comparirà per la prima volta nella posizione in cui lo conosciamo, e odiamo, noi oggi, alla sinistra della lettera ‘A’.
IBM forse credeva di contribuire al progresso del mondo dell’informatica, di introdurre uno strumento che agevolasse la scrittura da tastiera sostituendo il seccante ‘Tasto Shift’, che richiede una pressione costante per generare lettere maiuscole in successione. Invece IBM, nel 1984, stava inconsapevolmente creando un mostro, la futura risorsa di tutti i più temibili urlatori da tastiera.
Fu così che il Blocco Maiuscole, nato con i migliori presupposti, inizia a dare voce agli odiatori, o haters, del web, ai Millennial che ne abusano nei loro post indignati su Facebook e a tutti gli utenti, anche i più miti, costretti a cancellare intere righe accorgendosi di aver accidentalmente attivato l’ingombrante vicino della lettera ‘A’.
Ma perché è stato scelto il 28 giugno come giorno di celebrazione di questo piccolo e insidioso pezzetto di plastica in rilievo? In realtà la data non intende lodare l’invenzione del Bloc Maiusc, piuttosto ironizzare proprio su tutti i megalomani che lo sfruttano per urlare sul web. Infatti, il 28 giugno è anche la data della scomparsa di Billy Mays, noto venditore americano beffeggiato per l’elevato tono di voce che adottava nelle sue televendite (vedere per credere). Billy è divenuto l’icona del Caps Lock proprio dopo aver rivelato il motivo di tante urla: da piccolo aveva involontariamente ingerito il tasto Blocco Maiuscole della tastiera dell’IBM PS/2 che aveva in casa.
Una domanda sorge spontanea a questo punto, il tasto Caps Lock ci serve davvero? O si stava meglio quando si stava peggio? Nonostante la percezione comune di sentirsi aggrediti da chi si rivolge a noi facendo uso del Caps Lock, sicuramente questo tasto dà un contributo positivo all’esperienza di scrittura informatica. Di fatto, sopperisce a un’imponente falla della comunicazione telematica e social: l’impossibilità di trasmettere le emozioni attraverso uno schermo. Il Caps Lock tenta di restituire un’espressività pari a quella che si potrebbe realizzare nel corso di una conversazione frontale, rendendo il linguaggio scritto colorito e personale.
Il Blocco Maiuscole, tanto quanto Billy Mays, è dunque il migliore comunicatore che puoi incontrare, capace di suscitare l’indignazione e attirare l’attenzione di chiunque vi si imbatta scrollando una pagina web.
Matilde Vitale
Mi chiamo Matilde e sono una laureata in Lettere moderne. Nella scrittura ho trovato la simbiosi perfetta tra le tre ‘c’ che regolano e orientano la mia vita: conoscere, creare e criticare. Sono tre c impegnative e dinamiche, proprio come la mia mente e personalità che corrono sempre troppo veloci. Se ti interessa scoprire qualcosa di me o di ciò che scrivo non ti resta che iniziare a leggere, buona lettura!
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