Le 10 novità di EICMA 2021 da non perdere

Le 10 novità di EICMA 2021 da non perdere

Le 10 novità di EICMA 2021 da non perdere​

Vi sveliamo le dieci novità più interessanti di EICMA 2021

Le novità di EICMA 2021. La fiera è finita da più di una settimana, ma noi non riusciamo ancora a dimenticare i bei tempi andati, fatti di corse per i padiglioni, circondati da innumerevoli moto, i personaggi più importanti del mondo del motociclismo e belle ragazze. Dopo sei giorni di fuoco, persi nel paese dei balocchi, siamo tornati alla dura realtà.

Cosa vi raccontiamo di EICMA? Delle sue protagoniste ovviamente, e no, non parliamo delle ragazze immagine, ma delle moto. Degli esseri scultorei che presiedono le motociclette, completandone la forma, inscritte in una perfetta sezione aurea, parleremo più avanti, in un articolo dedicato.

Oggi invece parliamo delle dieci moto più interessanti che sono state presentate a EICMA 2021. Il mercato. da qualche anno a questa parte, sta dimostrando un grande interesse per il segmento adventure e, infatti, le grandi novità rientrano in questa categoria. Cari amici pistaioli e smanettoni quest’anno rimarrete delusi, alla gente è tornata voglia di sporcarsi, o per lo meno di sognare di farlo.

Aprilia Tuareg 660

Probabilmente è la più attesa del salone. La Tuareg 660 incarna alla perfezione le esigenze degli utenti che vogliono una moto polivalente al massimo, senza eccedere in peso e potenza a tutto vantaggio dell’utilizzo offroad. Monta il bicilindrico delle Tuono ed RS della famiglia Aprilia, con una coppa dell’olio meno ingombrante e una fasatura rivista in modo da avere un carattere più adatto all’uso a cui è destinata. Abbiamo avuto modo di parlare con qualche tester delle testate giornalistiche più note e i commenti vanno da un timido: “è a livello delle concorrenti” a un “le altre se le mangia a colazione” facendo crescere in noi la voglia di provarla. Coff coff… Aprilia se ci sei batti un colpo. Se in medio stat virtus, come diceva mia nonna, siamo davanti a un mezzo che ce ne farà vedere delle belle.

Moto Guzzi V100 Mandello

Per la casa Lariana questa moto è sicuramente un passo avanti decisivo. La V100 Mandello è il modello con cui Moto Guzzi vuole affermare la sua presenza tra i grandi marchi del futuro e lo fa al centenario della sua nascita. Motore completamente nuovo denominato “compactblock” raffreddato a liquido, dotazione elettronica completa e sospensioni semiattive, e attenzione: è la prima moto di serie con aerodinamica adattiva. Un po’ touring e un po’ roadster, un po’ classica e un po’ moderna. Quale anno migliore di quello in cui se ne compiono 100 per cambiare passo?

Benelli TRK 800

Sviluppata a Pesaro e prodotta in Cina, la nuova Benelli fa un passo in avanti rispetto alla sorellina da mezzo litro. Le linee aggressive e i volumi più compatti della 502 le donano un look più adventure e meno pacioso. In Benelli sanno tenere i costi bassi, cosa da non sottovalutare quando si parla di vendite, e le caratteristiche tecniche come l’estetica ci sono. Con poco più di 75 CV si fa tutto e anche di più, senza far gridare al miracolo. L’anno prossimo sarà sicuramente in top ten vendite di categoria.

CFMoto MT800

Altra casa cinese ma questa volta con un po’ di Austria dentro. La CFMoto infatti ha stretto una collaborazione con KTM (Pierer Mobility AG, di cui KTM fa parte) per la produzione di veicoli in Cina e lo scambio di know how e materiali. La MT monta il propulsore LC8 di 799 cc già visto su Duke e Adventure 790, ha una linea molto personale, che a noi ricorda un po’ il muso di un cetatceo, e una dotazione elettronica completa. Anche qui il prezzo competitivo a far gola è assicurato. Stessa potenza dell’Adventure 790 (95 CV) e un po’ di coppia in meno (77 Nm in totale).

Honda NT1100

Equipaggiata con il motore delle Africa Twin 1100, la NT segna il ritorno di Honda nelle turismo con l’anteriore da 17 di grossa cilindrata. La linea ricorda un po’ quella dell’ X-ADV e non a caso vuole essere molto protettiva, con tanto di paratie per l’aria per i piedi. Sarà disponibile nella versione DCT (cambio automatico) e con il classico manuale. Non ci resta che aspettare che venga provata dalla stampa, o che Honda ci contatti per sapere cosa ne pensiamo.

Lucky Explorer Project

Vicino allo stand MVAgusta ce n’era un altro, che riportava il logo di una leggendaria livrea che decorava le moto di una notissima casa italiana, che per anni ha primeggiato alla Dakar. Allo stand stanziavano due prototipi, attorniati dalle moto che hanno scritto la storia dai Rally Raid Africani. Per ora si chiamano 9.5 e 5.5, nulla di più. Il primo sarà un prodotto premium, motorizzato MV e con componentistica di pregio. Il secondo un prodotto di fascia media, motorizzato Benelli e una componentistica di discreto livello. Monteranno rispettivamente cerchi con accoppiata 21-18 e 19-17, a sottolinearne l’indole. Alberto De bernardi, Events Coordinator di MV, ci ha raccontato dei due modelli Lucky Explorer Project e si è lasciato scappare un’ indiscrezione sul marchio con cui potrebbero uscire le nuove moto.

Fantic XEF 450 Rally

Base Yamaha per la nuova moto veneta da Rally. La XEF 450 verrà commercializzata in due versioni: quella in foto, omologata per uso stradale e una Racing specifica per le competizioni. Alla presentazione c’era Franco Picco, Dakariano di cittadinanza, che correrà su questa moto la prossima gara in Arabia Saudita. Franco per la sua ventottesima partecipazione alla Dakar si concederà le “coccole” del team ufficiale Fantic Motor dopo l’ esperienza dell’anno scorso nella categoria Original by Motul che una volta si chiamava Malle Moto.

Suzuki GSX-S GT

Suzuki lancia la sua nuova Gran Turismo, che viene lanciata con una dotazione completa di valigie laterali di serie, TFT, presa 12V e cupolino regolabile. Tutto ciò unito alla capacità di quelli di Hamamatsu di centrare il rapporto qualità prezzo. La linea della giapponese si discosta dal family feeling Suzuki, non riprendendo il solito faro centrale sviluppato verticalmente dei modelli più sportivi. L’anteriore ricorda un po’ le Tracer e le nuove R di Yamaha, mentre di lato si nota una certa somiglianza con i volumi della Ninja SX. La linea nel complesso è piacevole ma poco personale.

Triumph Tiger 1200

La tre cilindri di Hinckley è stata presentata in via definitiva pochi giorni fa ma a EICMA era presente in vesti provvisorie. Le grafiche in foto sono ancora quelle prototipali a trama ripetuta, che solitamente si usano per nascondere le linee sottostanti, ma in triumph hanno rivoluzionato il progetto, motivo per cui gli giustifichiamo il ritardo. È sicuramente una delle grandi attese, ci sarebbe piaciuto vedrela in via definitiva dal vivo.

Moto Morini X-Cape

La nuova adventure italiana ha tutte le carte in regola per essere apprezzata dal pubblico: sella bassa, un rapporto peso potenza adeguato e cerchi 19-17 tubeless. Tra le adventure di cilindrata medio bassa è quella che spicca di più per indole avventuriera e prezzo invitante. La lina è piacevole e ha già riscosso parecchio interesse tra gli appassionati.

10 +1: Ténéré 700 prototype

Più uno come l’intruso di cui mi sono accorto solo sistemando i vari scatti e più uno perchè più che una vera novità è un prototipo di cui non si conosce ancora il destino, anche se probabilmente, come si ventila da tempo, qualcuno (vedi sotto) potrebbe farci qualche rally. Devo ammettere che mi è piaciuta un sacco, ma dopo quattro anni di onorato servizio ci si aspettava qualche aggiornamento più di sostanza. Il progetto è validissimo e in Yamaha lo stanno sfruttando appieno, ma stiamo parlando di una moto, che per il 2022 è ancora allo stato prototipale, per quanto riguarda le sovrastrutture, ma pur sempre con le stesse caratteristiche tecniche di ormai tre anni fa. Grandissima aria di artigianalità e collaudatori d’eccezione come Alessandro Botturi -abbiamo intervistato Botturi, al link trovate il video- e Pol Tàrres. Dall’anno prossimo il numero delle rivali aumenterà, mentre di questa versione non si consce ancora il destino commerciale. In ottica futura una rinfrescata era d’obbligo.

Mattia Caimi

Appassionato di moto in tutte le salse, é cresciuto leggendo i "Pensieri sporchi" del Ciaccia. Ama scrivere del mondo del motociclismo, fingendo di capirne qualcosa.

Le pagelle della MotoGP: il gran premio di Valencia

Le pagelle della MotoGP: il gran premio di Valencia

Le pagelle della MotoGP: il gran premio di Valencia​

Podio rosso con in testa Bagnaia davanti a Martin e l’altra Ducati ufficiale. Quarto Mir, quinto Quartararo. Decimo Valentino Rossi nella sua ultima gara.

La Ducati domina l’ultimo gran premio della stagione, anzi l’ultima metà di campionato. Dopo Aragon, Pecco e la Rossa hanno trovato un equilibrio incredibile, che è valso agli italiani titolo team e costruttori. Quartararo è avvisato, per il prossimo anno i conti vanno fatti anche con loro. Il francese dalla sua sembra aver tirato i remi in barca, dopo la conquista del titolo pare aver perso la spinta propulsiva che gli consentiva di dare il 110%, per guidarde oltre i limiti della sua Yamaha.

Mir, invece, da un paio di gare sembra essersi ringalluzzito, come se la fine dei giochi –quelli che contano- l’abbiano tolto dall’impaccio di dover difendere il titolo. Nel frattempo sul podio virtuale di fine anno c’è lui, terzo in campionato, sbagliando pochissimo ma entusiasmando, se possibile, ancora meno. L’anno prossimo le Ducati saranno otto e se la differenza con gli altri costruttori sarà questa, per loro vincere il mondiale sarà d’obbligo, perché è da anni che hanno la moto più competitiva. Il talismano che da due gare portano nei box sarà mica un segno che a Borgo Panigale sono diventati scaramantici.

Poi c’è Rossi che fa una gara a parte, l’ultima. Passa direttamente alla Q1 per la prima volta in questa stagione e sempre per la prima volta parte decimo. Finisce con un buon decimo posto la sua ultima gara in carriera portando aria di festa nel paddock, senza piangere una lacrima, sempre col sorriso. È per questo che la gente si è innamorata di lui. Finisce la storia più bella del motomondiale e già ne inizia un’altra. Via coi voti!

10 a Bagnaia: per la prima volta non vince stando davanti dal primo giro, dimostrandoci che non sono i sorpassi a intimidirlo. Al momento è il pilota con il pacchetto più completo, è evidente.

9 a Martin: nonostante i problemi di saluti avuti nella notte, fa metà gara in testa. Se pensiamo che era in dubbio la sua partecipazione al GP, possiamo dire che ha fatto qualcosa di straordinario. Si è meritato il titolo di Rookie of the year

8  a Miller: prima della metà di gara sembrava avesse mollato, come spesso gli accade, invece poi ha tenuto botta e ha regalato il podio completo a Ducati.

8 a Mir:  torna finalmente protagonista e forse per andare più forte di così con la sua moto ci si doveva stendere. Le ultime due gare della stagione, però, sono un po’ poco per il campine in carica.

6 a Quartararo: va bene, può essergli scesa la catena ma questo non è il Fabio che abbiamo visto per il resto della stagione. D’altro canto un abbassamento di tensione dopo essersi intascati il titolo è comprensibile, soprattutto quando hai per le mani una moto con cui in gara si fatica a sorpassare e i tuoi compagni di marca arrancano nelle retrovie.

6 a Zarco: dopo un inizio di stagione ottimo, si è un po’ perso e non è più stato in lotta per la vittoria. Le aspettative erano altre ma in tanti dei suoi avversari sono cresciuti durante la stagione.

7 a Bastianini: è un animale da gara, lo sta dimostrando gp dopo gp. Se l’anno prossimo riuscirà a tirare fuori il meglio dalle qualifiche sarà della partita anche lui.

10 alla carriera di Valentino Rossi: il suo weekend è stato da otto, la sua carriera inclassificabile. Venticinque anni in cui ha dato tutto a questo sport. Grazie Vale!

5 a Dovizioso: anche con tutte le scusanti del caso, non si può essere contenti per il Dovi. Speriamo che questa stagione sia stata propedeutica per l’anno prossimo.

7 a Lecuona: lo spagnolo è stato bruciato dalla fretta e la necessità di riempire un posto in MotoGP, probabilmente avrebbe avuto bisogno di restare ancora in Moto 2. Purtroppo si sta diffondendo la tendenza –a mio modo di vedere folle- di bruciare le tappe nei passaggi di classe. In questo modo non si consente ai piloti di fare il giusto percorso, rispettando i tempi necessari a una formazione adeguata. L’anno prossimo sarà in Honda in SBK ma chissà se un giorno lo rivedremo nel mondiale prototipi, la crescita quest’anno c’è stata e il destino, questa stagione ne è l’esempio lampante, può riservare delle sorprese inaspettate. Fossi stato in Razali, avrei fatto il possibile per prendere lui accanto a Dovi, lasciando a Darryn Binder il tempo di maturare e passare per la Moto 2 e a Iker quello di prendere le misure con una classe davvero tosta.

8 alla carriera per Petrucci: l’anno prossimo, in realtà tra un mese e mezzo, affronterà la Dakar, la gara motociclistica più dura al mondo. Danilo è abituato a trovarsi in situazioni difficili in moto. Il suo percorso è stato diverso da quello degli altri, passando dalle derivate di serie per poi approdare nella massima categoria, dove ha vinto due gare. Concludere una carriera con l’ultimo posto deve essere difficile, così come trovare la motivazione e le energie per fare di meglio. La partecipazione al rally è stato il saluto a Danilo dalla casa austriaca, che dopo una stagione ha deciso di puntare su piloti più giovani. Lui sì le lacrime le ha versate.

5 a Rins: è l’unico a impensierire le Ducati ma tira così tanto la corda che si spezza. Sei cadute in una stagione sono davvero tante, troppe se ci si vuole giocare qualcosa. L’ho già scritto, in termini di velocità è tra i migliori, deve capire quando è arrivato al limite. Anche se da pilota averne di più e non poter passare gli avversari deve essere frustrante, buttarsi a terra non può essere la soluzione.

Mattia Caimi

Appassionato di moto in tutte le salse, é cresciuto leggendo i "Pensieri sporchi" del Ciaccia. Ama scrivere del mondo del motociclismo, fingendo di capirne qualcosa.

Le pagelle della MotoGP: il gran premio di Misano 2

Le pagelle della MotoGP: il gran premio di Misano 2

Le pagelle della MotoGP: il gran premio di Misano 2

Fabio Quartararo è il campione del mondo 2021. Errore di Bagnaia che cade mentre è al comando regalando la vittoria della gara a Marquez e il titolo al francese.

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Le pagelle della MotoGP a Misano. Dopo le qualifiche nessuno si aspettava che i giochi si potessero chiudere già a Misano,e la festa di Fabio Quartararo sembrava rimandata almeno al Portogallo. Bagnaia parte in pole position, la quarta di fila, e ha solo un obiettivo: tenere aperto il mondiale. Quartararo con un vantaggio di 52 punti parte quindicesimo, ha tutto da perdere. Allo spegnimento del semaforo l’italiano è in testa con Miller che lo segue da vicino e Marc Marquez subito terzo che tiene il passo. La pista è fredda e i piloti hanno avuto modo di girare poco con queste temperature sull’asciutto . Al quarto giro Miller cade alla 15, perdendo l’anteriore. I primi due scappano staccando Pol Espargarò .

Pecco ha un gran ritmo e lo stesso Marquez fatica a stargli dietro. Fabio partito dalla quindicesima posizione dopo la peggior qualifica della sua carriera, nonostante una partenza non proprio irresistibile, non molla. Alla prima curva è diciassettesimo, alla prima tornata sul traguardo già quattordicesimo, alla seconda dodicesimo.  Le condizioni sono difficili e al diciottesimo giro son caduti sei piloti, mentre il francesino, protagonista di una bella rimonta, è quinto.

A cinque giri dal termine Bagnaia ancora in testa dà uno strappo a Marc, che non ne ha più per stargli dietro. Alla curva 15, quando il suo distacco dall’inseguitore sfiora il secondo, Pecco cade (qui uoi trovare il video della caduta di Bagnaia), mettendo il mondiale definitivamente nelle mani del francese, matematicamente campione del mondo. Domenica El Diablo ha fatto esattamente quel che doveva fare, mente lucida a recuperare più posizioni possibili, arrivando a sfiorare il podio, che, però, Bastianini riesce a soffiargli all’ultimo giro.

Una gara che per certi versi ha esemplificato le dinamiche di questo campionato. Fabio ha fatto tutto benissimo, raccogliendo sempre il massimo: 10 podi e cinque vittorie, per ora. Il titolo se l’è meritato fino in fondo , sfruttando nel modo giusto il suo grande talento. In questo 2021 sbaglia poco, quasi nulla, riuscendo a gestire in un paio di occasioni dei disguidi non banali –vedi sindrome compartimentale e problemi con il guardaroba. Tutto ciò l’ha fatto su una moto che in alcune piste ha sofferto molto per la mancanza di motore rispetto agli avversari e su cui lui ha fatto la differenza.

Pecco è cresciuto tanto durate la stagione: quattro pole di fila e due vittorie nelle ultime gare, ma gli è mancato qualcosa, condisci il tutto con un po’ di sfortuna e un paio di cadute e il mondiale lo vincono gli altri. È la sua seconda stagione in MotoGP, un errore sotto pressione ci può stare, ma la gara di oggi l’ha buttata via lui, venendo meno alla regola base del motociclismo: stare in piedi. Fabio alla vigilia l’aveva detto che la pressione non l’avrebbe subita solo lui, e a tanti è sembrato un mantra per autoconvincersi. Invece Fabio che è un pilota e la pressione la conosce bene e ha imparato a gestirla, sapeva di cosa parlava. Pecco avrà modo di rifarsi, è tutta esperienza!

Poi c’è Marc. Parte quinto e alla fine del primo giro è terzo, è in difficoltà fisica ma non molla mai. Riesce a convivere on un infortunio pesantissimo e a risparmiarsi quando può per dare il meglio in gara, tirando fuori quella grinta che solo lui riesce a farci vedere. A due gare della fine ha già vinto tre gran premi, meglio di lui solo il campione del mondo. In classifica è sesto a 7 punti da Miller e 10 da Zarco. Una cosa è certa: l’anno prossima chi vuole il titolo dovrà passare sul su cadavere. Via coi voti!

9 a Marquez: ritorna alla vittoria dove le condizioni non sono favorevoli. Ci crede sempre, anche per questo  ha vinto 8 mondiali.

9 a Pol Espargarò:  finalmente una buona prestazione per lo spagnolo. Anche in previsione del prossimo anno una buon risultato ci voleva.

9,5 a Bastianini: parte diciottesimo e fa podio. È vero, sono caduti in tanti ma certi risultati non si fanno per caso. Scuola Pernat!

9 a Quartararo: “ Ma che dai tutti 9?”  Si mi pace così! Weekend iniziato male e finito nel migliore dei modi, vincendo il tiolo con due gare di anticipo. Questa gara è lo specchio di una stagione sensazionale, in cui oltre a vincere più dii tutti ha portato sempre a casa il massimo. Quando ha visto Bagnaia nella ghiaia secondo me ha perso le gambe. Lo aspetta  Marc l’anno prossimo.

6 a Zarco: dopo il quarto le posizioni sono un po’ falsate , sono caduti in tanti. Per Joan speravamo che la stagione prendesse un altro piede.

6 a Rins: sembrava ne avesse per fare meglio e invece nel finale ha mollato un po’ il colpo ma almeno l’ha finita. Decisamente non la migliore delle stagioni per lui.

5 ad Aleix espargarò: dopo il podio  e l’arrivo di Maverick sembra essersi un po’ seduto, come ad aver accettato che non è lui il topo rider di casa e voler delegare il lavoro sporco.

6 a Rossi: che festa per il Dottore che calca per l’ultima volta un circuito italiano con la sua M1. Una buona decima posizione – viste le premesse- “aiutata” da qualche caduta. Ha sparso il suo camerino per la tribuna, provocando lo svenimento di qualche tifoso che tornerà con qualche cimelio da mettere in una teca. Unico e inimitabile, è la fine di un era.

5 a Bagnaia: scelta di gomme controcorrente per le due rosse ufficiali. Scelta che non ha portato a nulla di buono. Domenica doveva solo finire la gara, non ci è riuscito. Avrà modo di rifarsi.

Mattia Caimi

Appassionato di moto in tutte le salse, é cresciuto leggendo i "Pensieri sporchi" del Ciaccia. Ama scrivere del mondo del motociclismo, fingendo di capirne qualcosa.