Aurora Fadel debutta con il singolo “Stupida indecisione”

Aurora Fadel debutta con il singolo “Stupida indecisione”

Aurora Fadel debutta con il singolo “Stupida indecisione”

È disponibile da oggi in radio e in tutti i digital stores il singolo d’esordio di Aurora Fadel “Stupida indecisione”

La giovanissima Aurora Fadel, di soli 18 anni, debutta nel mondo della musica con il singolo Stupida Indecisione, disponibile dal 26 novembre scorso in radio e in tutti i Digital Stores.
Un brano riflessivo, ma anche avventato e forse un po’ nostalgico, attraverso il quale la cantautrice esprime le proprie insicurezze.

Fadel nasce il 7 ottobre 2003 a Treviso, vive a San Donà di Piave, in provincia di Venezia, dove frequenta il quinto anni di liceo. Il suo viaggio nella musica inizia per caso, quando ad una recita di Natale in prima elementare le hanno fatto cantare qualche strofa di Sarà Natale se. Un’esperienza significativa per lei, tanto che inizia a prendere lezioni di canto, seguite, poco tempo dopo, dallo studio del pianoforte.
All’età di 14 anni circa, dopo aver capito che scrivere era un suo modo per sentirsi meglio con sé stessa e con il mondo che la circonda, si avvicina alla scrittura e tra il 2020 e il 2021 si iscrive ad “Area Sanremo” con il brano Profumo di lavanda, che ha riscontrato successo facendola entrare tra gli 8 finalisti.
Dal 2020 sta lavorando ad un album dal concept che la rappresenti a pieno e che sviluppi al meglio il suo progetto artistico. 

Stupida indecisione, pubblicato dall’Etichetta Terzo Millennio Records, racconta di come a volte la vita ti metta di fronte a scelte e decisioni da prendere, non sempre facili.

… Come tutti sanno, la vita si basa su delle scelte. Alcune volte però non è semplice prendere delle decisioni, anzi nel mio caso è quasi sempre un casino. Sono la classica persona che sta continuamente in bilico nell’incapacità di trovare il suo posto e pur sforzandosi di capire cosa sia più giusto sembra non riuscire mai a giungere ad una conclusione. Per questo, nella canzone affermo che vorrei dimenticare di essere me stessa per un po’…quanto sarebbe più facile se fossi sicura di tutto, se fossi certa che in ogni caso andrà bene invece di continuare a farmi domande che non trovano mai risposta. Così, mi sento circondata dalla nebbia sebbene molti dicano che poi tutto passerà, che alla fine troverò la mia strada, o meglio, che avrò finalmente il coraggio di sceglierla e seguirla fino in fondo. Spero davvero abbiano ragione perché mi perdo troppo spesso in questa  mia “stupida indecisione”…

 

I Circus Punk vincono il “Gran Premio” di Rock Targato Italia

I Circus Punk vincono il “Gran Premio” di Rock Targato Italia

I Circus Punk vincono il “Gran Premio” di Rock Targato Italia


Rock Targato Italia è una manifestazione di lunga data e giunta alla sua 33esima edizione. Una manifestazione storica che ha visto alternarsi sul palco diverse giovani promesse diventata, nel corso degli anni, alcuni dei gruppi rock più iconici del panorama musicale nazionale (e non solo), come i Litfiba.

In quest’edizione la giuria di Rock Targato Italia ha assegnato il “Gran Premio” della 33^ edizione della storica manifestazione, alla band dei CIRCUS PUNK. Il Premio è stato assegnato da una giuria specializzata presieduta da Claudio Formisano (Presidente Cafim e musicista),  Roberto Bonfanti (scrittore e artista)Paolo Pelizza (docente scuola del Cinema, scrittore e musicista) e Andrea Di Giovanni (regista teatrale e musicista).

“Quando il nome è già una fotografia perfetta di ciò che aspetta l’ascoltatore. Sono in due ma, con la loro carica e il loro piglio maledettamente rock, non fanno rimpiangere la mancanza di altri elementi. Diretti, sfacciati, straripanti di energia e soprattutto genuinamente rock’n’roll nel senso più puro del termine…” (Roberto Bonfanti – scrittore musicista)

LA BAND
La band e formata da 2 elementi, Arianna Muttoni chitarra /voce, e Antonio Squillante batteria /percussioni. Con una forte intesa tra loro ed un sound forte e compatto, decidono di scrivere brani originali e lo fanno di pancia di getto d istinto. Una miscela tra punk, blues e cantautorato tutto in Italiano. Una loro caratteristica è proprio il fatto di registrare i dischi in presa diretta come se fosse un live, senza aiuto delle macchine o tagli e incolla ( buona la prima insomma) questo x dare una vera autenticità ai brani e al sound.

American Music Awards: torna la premiazione targata USA

American Music Awards: torna la premiazione targata USA

American Music Awards: torna la premiazione targata USA

Questa notte si è tenuta la 49esima edizione di uno degli eventi più attesi dell’anno: gli AMAs, che hanno accolto moltissimi cantanti e performer internazionali con l’esuberante conduzione della spumeggiante Cardi B…

Dopo una lunga pausa, finalmente durante la scorsa serata si sono tenuti gli American Music Awards, uno dei tre principali eventi statunitensi dedicati ai premi musicali insieme ai Billboard Music Awards ed ai Grammy Awards, presso il Microsoft Theatre di Los Angeles. Tra i vari artisti, alcuni di loro si sono particolarmente distinti durante le varie esibizioni, soprattutto tenendo conto della loro giovane età, e altri hanno invece semplicemente confermato la loro bravura. Parliamo allora delle performance che ci hanno fatto sognare durante questa serata all’insegna della musica e del talento.

Giovani promesse

In questa edizione degli AMAs ciò che ha conquistato il pubblico da casa è stato sicuramente il talento dei giovani che hanno letteralmente brillato sul palco. Un posto speciale è sicuramente riservato ai BTS, la famosa band coreana che, in un total look giallo canarino, ha vinto ben tre premi tra cui best duo/gruppo pop, migliore canzone pop preferita e artista dell’anno. Dopo di loro è praticamente obbligatorio parlare dei nostri Maneskin, che dopo la vittoria agli MTV EMA si sono esibiti con il brano Beggin infiammando il palco degli AMAs con un look decisamente alternativo rispetto al solito: un semplice smoking da agente 007 con tanto di papillon. Altra grande scoperta è stata la cantautrice californiana Olivia Rodrigo che ha vinto il premio miglior nuovo artista si è esibita nel brano Traitor dopo il grande debutto agli MTV Video Music Awards dello scorso settembre.

Dai Silk Sonic a Cardi B

Tra i tanti artisti che si sono esibiti e che sono stati premiati agli AMAs, alcuni fra questi vanno sicuramente menzionati, partendo dai Silk Sonic (progetto discografico creato da Bruno Mars e Anderson Paak con la presenza esclusiva di Bootsy Collins), che hanno aperto lo show sulle note R&B del loro nuovo successo Smokin’ out the window facendo ballare chiunque fra il pubblico. Non possiamo dimenticarci di parlare della presentatrice di questa 49esima edizione degli AMAs, ovvero la sola e unica Cardi B: dopo essersi presentata sul red carpet con una maschera dorata di Schiaparelli ricoperta da un velo e con un abito total black, ha debuttato come presentatrice nel suo stile unico e indimenticabile. Contando la bellezza di sei abiti, la rapper si è sbizzarrita tra colori, tessuti e simmetrie: dal primo abito nero di velluto ricco di piume con uno spacco vertiginoso fino al vestito “svolazzante” color giallo canarino, la nostra Cardi ha come sempre lasciato tutti senza parole (noi in primis). Ultima, ma non per importanza,  l’incomparabile Jennifer Lopez: la cantante ha infatti portato sul palco la canzone On my way, colonna sonora della commedia romantica Marry me di cui sarà protagonista e che uscirà il 17 febbraio in Italia, indossando niente meno che un abito da sposa di Dolce & Gabbana. Non sarà mica un annuncio implicito di un possibile matrimonio con la nuova (si fa per dire) fiamma Ben Affleck? Chi può dirlo.  Nel mentre possiamo dirci decisamente ammaliati dalla sua romantica performance.

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Cecilia Gavazzoni

Ciao, sono Cecilia e studio Lettere Moderne. Adoro scrivere e spesso fingo di essere anche esperta di moda (un’altra mia grande passione). Ah, a volte do anche consigli di Lifestyle e pareri non richiesti. Ma niente di serio, non vi preoccupate.

Perdere la marmellata: quello che fa male di una storia andata storta

Perdere la marmellata: quello che fa male di una storia andata storta

La marmellata e la perdita della routine: i dolori del giovane Cremonini

Che cosa ci fa soffrire in una relazione finita? La mancanza di una persona e la perdite di una lunga serie di abitudini…

Nella vita ci sono quattro certezze: un partito di sinistra neoformato ha vita più breve di una farfalla (ciao Leu, ti perdoniamo per averci provato); il ritardo del treno è direttamente proporzionale alla tua fretta (Ritardo = Stanchezza*Fretta); se tifi Inter vivi tra due poli opposti fatto di gioie immense (poche) e domande esistenziali che ti tormentano e ti fanno svegliare nel cuore della notte come “perché abbiamo comprato Schelotto?”. La quarta certezza della vita è che l’amore fa male, come non trovare più la marmellata di Cremonini.

Si, l’amore fa male, come se ne sono resi conto cantanti, poeti, autori e tutti gli altri. Dalla sofferenza di Dante per Beatrice, passando per la tormentata passione di Leopardi per Silvia, l’amore elegante tra Checco Zalone e la sua Angela, fino ad Ariete e le sue malinconiche canzoni. Nessuno può sfuggire al dolore da rottura.

Ogni volta in cui ti penso mangio chili di marmellata
Quella che mi nascondevi tu
L’ho trovata

Ma che cosa ci fa soffrire nella fine di una relazione, oltre alla mancanza dell’altra persona e la sensazione che qualcosa si sia rotto irrimediabilmente? La perdita di una parte di noi stessi, i piccoli cambiamenti nella routine quotidiana. Mesi, anni di abitudini che sono andate a consolidarsi nel tempo, diventando per noi naturali come l’aria che si respira. La telefonata in pausa pranzo, le cene fuori con qualcuno che conosce te e i tuoi difetti, permettendoti di essere te stesso (un simil cinghiale con apparato digerente senza fondo che tritura talmente tanti piatti al minuto tanto da valutarne l’utilizzo in sostituzione degli inceneritori perché ecosostenibile e più efficace) anche in un AYCE.

La routine, dunque, le piccole cose certe che si realizzano spontaneamente, come se fossero ormai intrinseche nella nostra memoria emotiva, figlie di una conoscenza profonda che svaniscono in un attimo, in una notte d’estate magari, dopo ore di lacrime, parole dette, non dette e addii inespressi. Dal vivo, da lontano, in macchina. Il dolore a posteriori, quando non riconosci più quel volto come qualcosa di familiare. A volte funziona, altre no. Perché questo è la memoria emotiva: una versione interiore della memoria muscolare.

Proprio lì dove ti ho incontrata
Non ci sei più

Che cosa ci manca? La marmellata.

Che cosa ci manca, quindi? La marmellata cercata e non trovata. La marmellata, il nostro vizio proibito, un’abitudine malsana, un difetto. Si, perché quando sei in una relazione tendi a cambiare, a mutare il tuo carattere, cercando di amalgamarlo su quello dell’altra persona. Non è un cambiamento volontario, ma una reazione spontanea, l’inconscia ricerca del compromesso, la base di ogni relazione duratura.

Tu cambi per lei/lui, non metti più quel maglione a righe fucsia e viola che lui odia, cerchi di non mangiarti le unghia perché a lei dà fastidio, cominci a interessarti al calcio (fingi addirittura di comprendere come lui possa trovare guardabile “Cervia-Puzzonese”, match di metà classifica di Serie…dove i puntini di sospensione stanno per una lettera qualsiasi dell’alfabeto aramaico) mentre in realtà muori dentro, la accompagni per negozi (passando del tempo legato fuori con i mariti che ti fissano con lo sguardo di un cane in gabbia, facendoti capire come la vita sia fatta di sofferenze. E andare da Zara il sabato pomeriggio potrebbe essere paragonabile a un crimine contro l’umanità), fai la ceretta più spesso (contro i principi morali dell’inverno), ti fai la doccia anche quando “non sei sudato”. Insomma, muti anche inconsapevolmente.

Ci sono le tue carte, il tuo profumo è ancora in questa casa
E proprio lì, dove ti ho immaginata
C’eri tu!

I vizi, i difetti, le nostre abitudini che cerchiamo costantemente di eliminare, ridurre, nascondere, ma che tornano prepotentemente alla ribalta al termine, quando la fiamma, il motivo della dissimulazione, va spegnendosi. Il controllore non c’è e tu torni a mangiare schifezze, a mischiare carne e pesce, a bere birre come una pozione della buonanotte. Esci tutte le sere o resti in casa fino a quando i tuoi amici/parenti/vicini di casa non chiamano l’azienda dei rifiuti convinti che dentro ci sia una discarica abusiva.

La marmellata che ritroviamo a volte è questo: la parte peggiore di noi che torna dall’oltretomba a tormentarci, prepotente, per dirci che “chi nasce tondo non può morire quadro”.
Non sempre finisce così, altre volte, quando l’altra persona ti tocca dentro così a lungo, una parte di noi stessi cambia davvero, facciamo un passo oltre il nascondere difetti. Mettiamo da parte il nostro orgoglio e il nostro vizio inconfessabile, dopo una prima fase di ordinario squilibrio.

E allora, in questi casi, che cos’è la marmellata nascosta e poi ritrovata? È l’ultimo barlume di lei, la dimostrazione che c’è stata e mangiare la marmellata è il tributo che offri in pegno alla vostra relazione. Un ultimo addio in un cucchiaino. Dolce e dolorosa come ogni finale che si rispetti oppure senza zucchero, amara, come la vita.

Ogni volta in cui ti penso mangio chili di marmellata
Quella che mi nascondevi tu
L’ho trovata

Per Cesare Cremonini la marmellata, per altri una degustazione di birra. E per voi?

“Senza i Bluvertigo non saremmo quello che siamo oggi”, l’intervista ai Gaze of Lisa

“Senza i Bluvertigo non saremmo quello che siamo oggi”, l’intervista ai Gaze of Lisa

I Gaze of lisa sono più di una band: la si potrebbe definire una “famiglia”, unita dalla passione per la musica e da un’amicizia nata tra i banchi di scuola, i tre componenti del gruppo formano un solido castello fatto di bravura, simpatia e un pizzico di mistero. Un mix vincente che sta trovando ampi e meritati consensi tra fasce di pubblico differenti.

Gaze of lisa

Sorti in seno alla farragine indie underground e lentamente guadagnandosi un nome nell’ambiente musicale, i Gaze of lisa sono una giovane band italiana nata a Matera nel 2016. La carriera del gruppo comincia tra i banchi di scuola media, accumunati dalla passione per la musica elettronica straniera. Indole rimasta latente tutt’oggi nelle loro esibizioni.

Scalando la vetta della visibilità online e aumentando progressivamente la qualità contenutistica e tecnica dei brani pubblicati su Spotify e YouTube, nel 2018, dopo diversi anni di sperimentazione, pubblicano il primo Ep totalmente autoprodotto, “Hidden” stilisticamente influenzato dalle sonorità del Synth Pop, dell’Alternative Rock e del Funky riuscendo ad ottenere ottime recensioni su giornali e riviste come Traks, Musica Zero, La Gazzetta del Mezzogiorno e Rock Garage. Nel 2021 il gruppo rilascia il secondo album “Sinonimi e contrari” prodotto da Terzo Millennio Records, che tutt’ora promuove nel corso dei tour italiani.

Tra le maggiori influenze, la band annovera senza dubbio artisti quali Thom Yorke e Apparat, unite a un background del classico power trio rock. Per la stesura dei testi, grande importanza hanno avuti artisti italiani quali Bluvertigo, CCCP, Franco Battiato e Caparezza.

La band:

L’attuale formazione è composta da Pierdomenico Niglio (batteria, voce ed elettronica), Carmelo Fascella (chitarra, voce, live coding) e Damiano Niglio (basso, cori e sintetizzatore), tutti polistrumentisti. Ed è proprio questa poliedricità, questa “fluidità artistica” la chiave del successo dei Gaze of Lisa.

Sinonimi e contrari

Il 1 settembre è uscito “Sinonimi e contrari” il primo album dei Gaze of Lisa sotto l’etichetta Terzo Millennio Records. Il disco contiene dodici tracce composte dalla band e registrate negli studi bresciani Cromo Studio e Mac Wawe Studios sotto l’attenta guida del produttore artistico Valerio Gaffurini. L’approccio musicale della band può essere riassunto nel titolo stesso dell’album: un connubio tra strumenti tradizionali e altri più avanguardistici, attributi che in mano ai Gaze of Lisa, diventano strumenti di denuncia e critica sociale, oltre che un forte veicolo volto ad esortare gli ascoltatori ad avere il coraggio di cambiare il loro modo di pensare senza il timore di risultare incoerenti e senza considerare le convenzioni e il giudizio altrui come un vincolo alla propria espressività.

Copertina dell’Album “Sinonimi e Contrari” M. Records 2021.

 

Cosa significa il vostro nome e a chi è venuto in mente per primo?

Gaze of lisa è la traduzione inglese de “Sguardo della Monna Lisa” il quadro di Leonardo da Vinci. Ci siamo innamorati subito di questo nome perché ci è piaciuto questo alone di mistero che da sempre circonda la Monnalisa. Un quadro che cambia direzione a seconda del punto in cui lo si guarda che è un po’ anche quello che è il messaggio della nostra musica: un messaggio non univoco ma che assume diversi significati da persona a persona”.

Come vi siete conosciuti e come è nata l’idea di formare una band?

Io (Pier Domenico) e Damiano siamo fratelli, mentre l’amicizia con Carmelo nasce dalle scuole medie ed è proprio dalle scuole medie che abbiamo iniziato a suonare insieme. Poi Damiano, crescendo ha voluto unirsi a noi. Oggi, abbiamo raggiunto il nostro equilibrio proprio perché nessuno di noi ha mai voluto emergere sugli altri. siamo un trio si, ma valiamo come uno ed è una cosa che oggi manca in molte band, da noi non esiste un frontman, noi siamo un gruppo dove ognuno fa tutto. Quando vieni ad un nostro concerto non hai la percezione solo di chi cè davanti, ma ti arriva proprio un muro in contemporanea di tre persone”.

Il 1 settembre esce “Sinonimi e contrari”. Qual è la filosofia del vostro album?

“Il titolo “Sinonimi e Contrari” racchiude quella che è la filosofia del nostro album. Un disco in cui sono presenti brani che per sonorità sono tra loro simili e brani che sono diametralmente opposti, contrari. Inoltre, questo album è il frutto della nostra crescita personale, degli artisti e della musica con cui siamo cresciuti e che ci hanno influenzato, quindi ci saranno brani simili a cui abbiamo aggiunto delle nostre sperimentazioni, un contrario appunto. Il titolo vero e proprio è venuto fuori grazie alla foto di copertina scattata a Matera negli anni 50’ da Rosario Genovese – un fotografo materano – ed è stato colui che ha riportato tramite fotografia il momento di transizione tra una città contadina e una città che si stava iniziando ad urbanizzare dopo la Seconda Guerra mondiale. E quindi, vedendo quella foto che è bizzarra perché c’è un mulo parcheggiato tra due auto, è scattata la scintilla perché il mulo è l’opposto delle auto sia perché è l’immagine di una società contadina e una più urbanizzata, ma è anche sinonimo perché sono entrambi due mezzi di trasporto.  Ed è quello che stiamo cercando di fare musicalmente”.

A quali racconti o storie della vostra vita vi ispirate per scrivere i vostri brani? Chi scrive dei tre? 

“Molti dei nostri brani traggono ispirazione dalle esperienze e dai nostri stati d’animo, altri sono frutto della riflessione su ciò che accade attorno a noi. Per quanto riguarda i testi, abbiamo un approccio molto libero non cè un modus operandi, ognuno contribuisce come può al successo della band: magari c’è uno di noi che è più ispirato e ha voglia di raccontare una sua esperienza e allora il testo lo scrive lui, mentre gli altri si occupano degli arrangiamenti, dipende dal periodo e dagli impegni che abbiamo. Una volta che il pezzo è pronto, non esiste più il “questo l’ho fatto io” ma diventa un pezzo dei Gaze of lisa”.

Bilancia, il vostro singolo d’esordio assomiglia per sonorità a “Sovrappensiero” dei Bluvertigo. Quanto questi artisti hanno influenzato il vostro processo creativo?

“I Bluvertigo sono il nostro gruppo collante, siamo abbastanza sicuri che senza di loro non saremmo quello che siamo ora. Quando abbiamo iniziato a suonare, ci basavamo sulla linea dei pochissimi artisti stranieri che facevano il nostro stesso genere, proprio per questo all’inizio cantavamo in inglese. Quando poi, ad un concorso musicale anni fa, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere Andy dei Bluvertigo scoprendo che esisteva un gruppo che non solo faceva il nostro stesso genere ma che per di più lo faceva anche in italiano per noi si è aperto un mondo che ha cambiato drasticamente il nostro modo di fare musica”.

Tra il 2018 e il 2019 avete avuto l’opportunità di suonare live in alcune tappe italiane. Raccontate l’esperienza del tour e la tappa per voi più significativa.

“La tappa che ricordiamo con maggior emozione è stato quando abbiamo suonato per “suoni del futuro remoto” a Matera, nel 2019. Poi, dopo l’uscita del primo EP abbiamo deciso di fermarci con i tour e concorsi per dedicarci appieno alla nostra musica. Quest’estate, dopo due anni siamo tornati a cantare live che è sempre un’esperienza meravigliosa, perché è musica senza filtri ed emozioni allo stato puro. Inoltre, vedere che dall’altra parte ci sono persone che partecipano ai nostri live, che cantano le nostre canzoni è un’emozione grande che ripaga dei tanti sacrifici fatti in questi anni”.

Ogni giorno escono nuovi progetti di band emergenti e non solo: Secondi voi cosa determina oggi il successo di una band?

Passione e costanza sono due elementi fondamentali per il successo di un gruppo. Non basta solo avere voglia di fare musica o di fare il cantante per la fama, bisogna avere la passione ma soprattutto la costanza di provare, di investire, di ritagliarsi sempre il tempo da tutti gli impegni quotidiani e di continuare anche quando tutto va male, quando sembra tutto difficile. Perché vedi? Noi siamo nati come una band che faceva un genere di musica poco conosciuto e poco vendibile in Italia ed è stato difficile farci accettare non solo da un pubblico ma anche per poter suonare nei locali o partecipare ai contest, poi la costanza ci ha portato oggi ad avere qualche bella soddisfazione, anche se la strada è ancora lunga.”

Cosa ne pensate dei Talent Show?

Non amiamo partecipare a gare di ogni tipo. Lo abbiamo fatto in passato quando eravamo molto piccoli e abbiamo capito che non fa per noi. Non ci piace competere, lottare tra musicisti di genere e stili diversi per decidere chi è il migliore. Non esiste un migliore, nessuno può decidere qual è il cantante più bravo o quale canzone lo sia, perché ogni canzone è espressione di noi stessi, di chi siamo e del messaggio che vogliamo trasmettere con la nostra musica.  Come fai a valutare il migliore, se ognuno di noi fa un genere diverso? Magari una canzone vince perché ha un genere più commerciale ma è superficiale oppure il contrario, non vince ma ha un grande messaggio… . Poi noi siamo i Gaze of Lisa e questo è il nostro genere, la nostra storia se ti piace ci segui se non ti piace ci sono tantissimi altri musicisti da ascoltare”.

Progetti futuri?

 Speriamo di poter tornare Live il prima possibile, ma soprattutto speriamo di poter far arrivare la nostra musica il più lontano possibile, non solo qui a Matera ma anche al nord e in tutta Italia. Un secondo disco? Può essere …”.

di Nicole Prudente

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