Sopra l’underground e sotto il mainstream: i Sacromud

Sopra l’underground e sotto il mainstream: i Sacromud

Sopra l’underground e sotto il mainstream: i Sacromud

The Hider & The Seeker, disponibile dal 25 febbraio scorso nelle radio e sulle piattaforme digitali, i Sacromund si avvicinano all’overground blues, con un videoclip esperimento

I Sacromud sono una band che cerca di farsi interprete del ‘Sacro Fango’ dell’oggi. Nati da un’idea del chitarrista-compositore Maurizio Pugno, proseguono la sua traiettoria tracciata in oltre 35 anni di tour e dischi e generano, attorno alla vocalità calda e graffiante di Raffo Barbi, una vera e propria fabbrica di suggestioni o meglio, quello che loro chiamano overground blues. Il quintetto, completato da Franz Piombino (basso), Alex Fiorucci (tastiere) e Riccardo Fiorucci (batteria) costruisce una suite musicale dentro alla quale si muove la narrazione stessa oltre che il soul, la roots music, il blues, il rock, l’R&B, il pop ecc., frullati assieme ai suoni delle contraddizioni dei nostri giorni.

The Hider & The Seeker è la prima risposta che i Sacromud provano a dare a coloro che si lasciano sedurre dalla tradizione che alimenta di giorno in giorno tutte le contraddizioni della contemporaneità, pescando dentro al blues di Maurizio Pugno (chitarrista, ideatore, compositore, arrangiatore e produttore della formazione) e proseguendone la traiettoria tracciata in oltre 35 anni di attività in giro per il mondo.

Una vera e propria fabbrica di suoni e suggestioni raccolti in un’intera carriera e trasposti all’oggi, in quella che si può definire complessivamente una “ballata contemporanea” racchiusa nel nuovo album con uscita prevista a primavera 2022.

Con The Hider & The Seeker i Sacromud raccontano simbolicamente di come due corpi possano cercarsi senza trovarsi e di come il “vento” del desiderio possa trasformarsi nell’unica potenziale divinità laica a cui rivolgersi per far avverare questo “ritrovamento” erotico e mistico.

Siamo fermamente convinti che nella cultura popolare ci sia un continuo manifestarsi di spiriti vagabondi in cerca di preghiere laiche e che ritmano il rumore dei loro stessi passi e lo scandire di nuovi esodi. I valori della tradizione sono ripresi e verificati da altri contemporanei, così come da nuovi atti di creatività e quindi sostituiti quando si dimostrano superati

Così la loro nuova forma dell’overground blues prova ed essere la somma, in continua mutazione, dei valori utili al suo popolo obbligato continuamente rinnovarsi se non vuol deperire.

Il videoclip è stato realizzato giocando su alcuni messaggi trasversali alla canzone stessa. Il cercarsi, il nascondino, ma anche alcune simbologie tipiche del messaggio ‘Sacromud’, messaggio che celebra il rito dell’overground Blues. Un esperimento visual generato politicamente in un formato da smartphone che generi l’esigenza di cercare cosa c’è fuori da quelle inquadrature, così strette e obbligate.

Parte il countdown all’uscita di “Un secondo”, il nuovo singolo di ANDREADIECI

Parte il countdown all’uscita di “Un secondo”, il nuovo singolo di ANDREADIECI

Parte il countdown all’uscita di “Un secondo”, il nuovo singolo di ANDREADIECI

Dal 16 febbraio in Radio e in tutti i Digital Stores Un secondo, il nuovo singolo di ANDREADIECI

ANDREADIECI, nome d’arte di Andrea Di Lauro, nasce a Milano il 28 gennaio 1976. Se Andrea è il nome di famiglia, il suo nome d’arte invece nasce da un augurio per il suo futuro, il numero 10 ha molti significati: è il numero che artisticamente meglio si adatta alla sua persona, che riflette la fiducia in sé stessi perché è il numero dei campioni; è anche simbolo di moltitudine perché simboleggia un tratto della sua personalità, quello di saper imitare molte voci.

 

Fin dal suo approccio alla musica in età adolescenziale, si capisce che Andrea ha il potenziale di un artista poliedrico: all’ascolto di musica rap, soprattutto dei brani dei Sottotono e degli Articolo 31, affianca quello di Antonello Venditti, Claudio Baglioni e Alberto Camerini.

 

Conosce la musica americana durante il liceo, avvicinandosi al blues americano e al gruppo musicale dei Doors e dei Dire Straits, che diventano importanti punti di riferimenti per “I Semplici”, il suo gruppo musicale. Col tempo, il gruppo cambia nome in “I Nativa”, avvicinandosi al mondo dei Nirvana, del rock, feste e concerti.

 

A vent’anni prende in mano la chitarra e inizia a comporre le sue canzoni. Milano è stata il suo palcoscenico: non solo perché suona in locali come il “Legend”, il “Tunnel” e le “Scimmie”, ma anche perché gli permette di isolarsi per conoscere meglio sé stesso e al tempo stesso di stare immerso tra la gente.

Gli piace definirsi un autodidatta cresciuto per imitazione, preparato, dinamico, creativo e riflessivo. Innamorato di Morrison e di Gianluca Grignani, Ungaretti e Rimbaud, vuole essere chiamato “un ragazzo di strada”.

 

Un secondo è il titolo del nuovo singolo del cantautore ANDREADIECI, disponibile a partire dal 16 febbraio in Radio e in tutti i Digital Stores.Con questo brano, dalle venature anni ’90 con la chitarra in primo piano, il cantautore rock milanese ci invita all’introspezione, a prendere tempo per noi stessi in un mondo dove tutto è dominato dalle ore e dalla freneticità, dove anche i secondi fanno la differenza. Come afferma l’artista, “Perché rincorrere il tempo, chi ha deciso che noi dobbiamo vivere succubi delle ore”.

 

Oggi giorno siamo portati all’omologazione, a considerare sbagliato il diverso, al paragone con chi riesce a raggiungere i propri obiettivi prima di noi. A volte questa brutta abitudine ci costringe in un circolo vizioso, fatto di frustrazione e invidia, che non ci fa stare bene con noi stessi. Invece, ognuno di noi dovrebbe concentrarsi su ciò che per lui è importante, per trovare un equilibrio interiore ed esteriore, liberandosi dalle costrizioni. Un tema universale già affrontato da diversi artisti, non solo musicali, che Andrea rende particolarmente contemporaneo:

Ho bisogno di riflettere e pensare se c’è un secondo / Un secondo per me / Metti l’abito da sera che si torna più̀ allegri / Metti apposto la testa / Siamo zingari di notte in una festa

L’artista vuole mettere in discussione il famoso detto “l’erba del vicino è sempre più verde”, esortandoci ad aprire le porte della percezione e a lasciarci guidare dal nostro istinto e dal nostro Essere, in modo da riuscire a trovare la strada giusta secondo le nostre ore, il nostro spazio vitale. D’altronde, basta anche solo un secondo a cambiare il nostro destino. Quante volte ci capita di fermarci, mettere in pausa il mondo esterno per guardarci dentro? Siamo sempre alla rincorsa di nuovi obiettivi e nuove sfide, siamo abituati a gareggiare gli uni contro gli altri, alla ricerca di paragoni che non possiamo reggere, perché ognuno di noi è unico e diverso. Solo in questo modo possiamo riuscire ad amare noi stessi e a comprendere l’importanza del nostro Io.

 

Il singolo Un secondo è dedicato a Gianluca Pechini per stima e amicizia.

Deshedus: obiettivo Eurovision!

Deshedus: obiettivo Eurovision!

Deshedus: obiettivo Eurovision!

La band romana parteciperà alla prossima edizione di “Una voce per San Marino”, che si terrà il 19 febbraio. Il vincitore andrà all’Eurovision di Torino

Si sono appena spenti (non senza strascichi) i riflettori sul Festival di Sanremo e si accendono quelli su Una voce per San Marino, la competizione canora sammarinese il cui vincitore potrà partecipare alla prossima edizione dell’Eurovision Song Contest, la rassegna europea che si terrà a Torino dal 10 al 14 maggio.

Una competizione, quella sammarinese, che vedrà partecipare diversi nomi illustri della canzone italiana a caccia della “qualificazione”: Achille Lauro, Valerio Scanu, Ivana Spagna.

Non solo, con loro ci saranno anche i Deshedus, la band romana che, dopo il successo del singolo “Il Brigante” si presenterà sul palco accompagnata da Alberto Fortis – raffinatissimo interprete del rinascimento culturale musicale italiano – e Tony Cicco, batterista e cantante tra i fondatori del mitico gruppo rock “Formula Tre”.

LA CANZONE

Prodotta da Mauro Paoluzzi, la band romana si presenta con la canzone “Sono un uomo”, la cui musica è stata scritta da Alessio Mieli e Mauro Paoluzzi, il cui testo è stato scritto da Luca Madonia.

Un brano poetico dal suono rock internazionale, vagamente sixties, dal testo profondo e contemporaneo di grande impatto.

LA FILOSOFIA DEL PROGETTO

Tre generazioni a confronto, cinquant’anni di storia della musica italiana, che passo dopo passo, senza distinzione anagrafica ma con grande entusiasmo mettono insieme: professionalità, competenza, qualità, carattere, creatività, emozioni, prestigio e passione.
Un universo da scoprire, un legame di forte stima reciproca, una performance unica capace di sedurre ed entusiasmare i fans, vecchi e nuovi

Insomma, il 19 febbraio si avvicina e non vediamo l’ora di sentire le canzoni in gara.

Filosofarti torna in presenza: tutto pronto per l’edizione 2022

Filosofarti torna in presenza: tutto pronto per l’edizione 2022

Filosofarti torna in presenza: tutto pronto per l’edizione 2022

Il festival di filosofia organizzato dal Centro Culturale del Teatro delle Arti si svolgerà, in una doppia veste, fisica e digitale, dal 19 febbraio al 29 marzo

Un calendario fitto di incontri, di conferenze e di un “fare cultura” che, dopo un biennio “complicato”, finalmente torna in presenza, seppur con i dovuti punti di domanda dettati dagli sviluppi della pandemia. Dal 19 febbraio al 29 marzo si svolgerà la rassegna 2022 di Filosofarti, il festival di filosofia che in questa edizione tratterà il tema “Eredità, fare futuro”.

Un tema intenso, attuale, un ponte tra quello che è stato il passato e quello che sarà il futuro ben rappresentato dall’immagine scelta come icona dell’evento: l’Angelus Novus dell’artista svizzero Paul Klee. “Una immagine che rappresenta al meglio il tema dell’evento”, spiega Cristina Boracchi, curatrice del festival. “Un angelo che apre le ali e guarda il passato disgustato, indirizzandosi verso il futuro. È un tema importante con il quale abbiamo voluto confrontarci: ci poniamo come testimoni della contemporaneità, rifletteremo su chi siamo, su chi saremo e, soprattutto, su che cosa lasceremo. Abbiamo un patrimonio da costruire”.

Un patrimonio che verrà costruito in una doppia veste: fisica e in presenza fin dove possibile, digitale quando le condizioni lo imporranno.
Ci siamo assunti una grande responsabilità con questa nuova edizione: l’informatica, l’utilizzo di nuove tecnologie ci ha permesso di ampliare i nostri confini, di poter essere seguiti anche da spettatori in tutto il mondo – prosegue Cristina Boracchi –. In questo triennio la cultura online è stata particolarmente apprezzata, ma abbiamo sentito la necessità di fare quanto possibile per tornare in presenza, anche se ci siamo resi conto che c’è ancora un certo timore da parte del pubblico. Invitiamo comunque il nostro pubblico a consultare spesso il calendario dell’evento e seguirci per eventuali aggiornamenti o cambi di location/data”. In fondo, come sappiamo bene, basta un tampone positivo per cambiare le carte in tavola.

Come abbiamo accennato all’inizio, il fitto calendario di conferenze si aprirà il 19 febbraio con la lezione magistrale dal titolo “A che punto è l’educazione familiare e scolastica?” tenuta da Umberto Galimberti al Teatro delle Arti e si concluderà il 29 marzo in Sala Consiliare a Besnate, con l’intervento di Mauro Magatti. Nel mezzo una lunga serie di eventi, tra musica, filosofia, arte, architettura e tutte la sfere di una cultura che nel corso degli anni ha continuato a evolversi.

 

Il nostro impegno è quello di mantenere viva la nostra eredità con progetti sempre nuovi”, ha dichiarato Elena Balconi, presidente del Centro Culturale del Teatro delle Arti.
Un impegno che ha visto il patrocinio e l’appoggio di diverse enti provinciali, comuni e privati. “Filosofarti è un patrimonio di tutti”, ha commentato a proposito Enzo La Forgia, professore e assessore del comune di Varese. “Eredità è un tema che dovrebbe sempre al centro dei ragionamenti, dalla filosofia alla politica e siamo contenti di poter partecipare come Comune di Varese. In questi anni la nostra provincia è sempre stata ai primi posti a livello nazionale per produttività e benessere, ma più indietro per quanto riguarda la cultura e le iniziative. Per questo siamo convinti che Filosofarti sia una buona occasione per dimostrare quanto la cultura nella provincia di Varese possa fare di più”.

Cliccando qui potrete trovare il calendario degli eventi di questa edizione di Filosofarti.

 

“Let me be”, il nuovo singolo di Fabio Gómez dagli ascolti record

“Let me be”, il nuovo singolo di Fabio Gómez dagli ascolti record

“Let me be”, il nuovo singolo di Fabio Gómez dagli ascolti record

Let Me Be, il singolo di nuovissima uscita del cantautore italo svizzero Fabio Gómez, continua ad ottenere ottimi risultati con oltre 630.000 visualizzazioni su YouTube e la rotazione in cinquanta network radiofonici

Fabio Gómez, cantautore italo-spagnolo, è nato a Berna, in Svizzera, e ha iniziato la sua carriera musicale nel coro Gospel Amazing Grace.  Ha frequentato seminari New Gospel a Chicago e ha preso parte alla prestigiosa Accademia di Sanremo. Nel 2016 esce Niente è Impossibile, un album contenente 7 brani, tutti scritti dall’artista

Nel 2020 conosce Marco Zangirolami, produttore di tendenza nel panorama musicale italiano: decidono di produrre un album internazionale e pubblicano il singolo OVER con un videoclip girato interamente a New York, di cui sono disponibili la versione Dance “Rainbow Remix” e la versione chill-out Smooth Jazz, “Monte Carlo Mix”. A maggio 2021 viene pubblicata la versione spagnola di OVER intitolata SIEMPRE, lanciata in America Latina e in Spagna e accompagnata da un tour mediatico in diversi paesi tra cui anche gli Stati Uniti, toccando le città di Miami e San Francisco.  Il singolo è stato trasmesso su tutte le radio del Venezuela e dalla TV nazionale TELEVEN ed è andato in onda anche in Messico, Colombia, Argentina e Uruguay.

Ognuno di noi dimensiona il mondo in base alla propria dimensione: l’importante è esserne consapevoli! 

L’aforisma di Fabio Gómez apre uno scenario profondo sulle relazioni sentimentali. Spesso proiettiamo le nostre aspettative creandoci delle gabbie dorate di false convinzioni. L’amore diventa così ipnotico a tal punto da creare prigioni emotive: dimensioni surreali. Let Me Be è un inno alla libertà, al cambiamento e alle scelte combattute a volte radicali, ma che ci permettono di evolvere. Let Me Be sta per “lasciami stare”, ci eravamo creati una vita parallela fatta di bugie, di un amore impossibile e di sogni illusori: è ora di andare via.

 

Il genere musicale di Fabio Gomez è difficile da etichettare. L’artista negli anni è passato dal pop contaminato alla trasformazione Pop-Swag evolvendo nell’ Elettro Dance Music, variando anche con mix Chillout Smooth Jazz per arrivare all’attuale Elettro/Pop/Dance di Let Me Be dove la scelta stilistica di arrangiamenti è di vario genere, da una prima stesura a pianoforte, alla scelta ritmica dance, all’aggiunta di Synth e di Keyboards anni 80’s ispirate da Van Hallen e da gruppi rock come i “Journey” per arrivare alle ultime progressioni ritmiche latine rafforzate dalle Conga. La produzione artistica è stata curata da Marco ZangirolamiPeggy Johnson e Mila Ortiz che vantano prestigiose collaborazioni internazionali. 

Il video è stato girato interamente a New York City in location straordinarie: all’interno del Guggenheim Museum, Central Park, Brooklyn Bridge, Rockefeller Center e l’Empire State Building. Parte del video è stato girato anche sull’isola “Governors Island” da dove si può ammirare tutta la Big Apple e la Statua della Libertà. Nelle scene si intravedono anche Dumbo (Brooklyn) e il Plaza Hotel.