Le nuove generazioni impazziscono per il vintage
La parola vintage deriva dal francese vendege (vendemmia), utilizzata ambito enologico, negli ultimi anni questo termine viene
impiegato anche per descrivere capi di abbigliamento.
Qualche cenno storico
La storia del vintage ha inizio in America negli anni 60 e durante questo periodo è possibile osservare l’affermazione di nuove culture giovanili, tra questi gli hippie. Sono proprio attribuite a loro le prime manifestazione del vintage: a corto di soldi, i ragazzi di quel periodo partecipano ai mercati dell’usato comprando capi di altre epoche. La volontà è quella di distinguersi dalla massa, di costruire la propria identità e ribellarsi agli adulti.
Dopo la seconda guerra mondiale è possibile assistere alla nascita di vari mercati vintage, il più famoso è quello di New York inaugurato nel 1965 da Harriet Love, dove all’interno era possibile comprare abiti antichi vintage.
Ma perché il vintage è diventato così importante in questi anni?
Sicuramente la sopraggiunta del fast fashion ha svolto un ruolo preponderante nella scelta: le nuove generazioni decidono di rivolgere la loro attenzione verso capi vintage, sia perché ritengono vi sia una qualità di materiali maggiore a prezzi spesso concorrenziali, ma soprattutto perché ritrovano degli stili, abbinamenti e colori ormai persi.
Un abito vintage deve essere d’epoca, deve essere demodé, ma soprattutto deve evocare il passato, deve far sentire chi lo indossa appartenente ad un altro tempo, poiché le stampe e i motivi di un determinato periodo raccontano la propria storia e saranno perciò irripetibili. Fondamentale è anche l’impatto sostenibile di questa scelta: comprare vintage vuol dire fare una scelta più green.
I mercatini vintage
- Nelle grandi città è facile ormai trovare mercatini rionali o veri e propri eventi dedicati al vintage. Uno di questi è sicuramente Vinokilo, evento che permette di comprare abiti vintage al chilo. Evento nato in Germania, ma che ormai ha spopolato in tutta Europa, Vinokilo permette di comprare, ma anche portare e vendere abiti vintage. La società si occupa di recuperare capi di vestiario per poi donargli una seconda vita dopo averli riparati.
La loro filosofia è “Reduce, reuse, recycle”, e il loro obiettivo è quello di creare un ciclo di vita potenzialmente infinito per gli indumenti di seconda mano, rendendoliaccessibili al grande pubblico. Come Vinokilo tanti altri eventi, dal Remira Market al Mercato di Via Papininiano permettono di comprare abiti di seconda mano. Un altro grande mercato è sicuramente quello di Via Fauchè a Milano dove è possibile trovare capi, anche di marca, in ottime condizioni e a prezzi eccellenti.
La bellezza del comprare vintage non risiede solamente nei capi particolari o nei prezzi sicuramente più vantaggiosi, ma ha radici ben più profonde: comprare vintage significa avere un occhio di riguardo per la salvaguardia del pianeta, vuol dire portare avanti una scelta più green e guardare al passato per un futuro più sostenibile.
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Di Rachele Bordini
Rachele Bordini
Ciao mi chiamo Rachele Bordini e sono una giovane sognatrice. Sono una grande viaggiatrice, amo il buon cibo e la moda. Scrivo per IoVoceNarrante perché per me la scrittura è libertà.
Studio lettere ma non bevo mai caffè.
Il mio motto è Aliis volat propriis