“La contea nella nebbia”, un docufilm che narra la storia di un piccolo mondo
Le vicende di Barco di Orzinuovi, in provincia di Brescia, sono descritte dai racconti degli ormai pochi abitanti nel docufilm “La contea nella nebbia”. La ricchezza di questo tesoro immerso nella foschia non deve essere dimenticata.
Una contea nella nebbia.
Si procede per la strada principale, avvolti nella foschia invernale.
Ecco il cartello di benvenuto che indica il nome del luogo incantato: Barco di Orzinuovi. Ci si trova, infatti, in una piccola frazione di un comune della Bassa Bresciana.
Così, appena varcata la soglia, si entra in uno scrigno che il tempo ha ovattato. Si avanza piano. Dalla sinistra provengono muggiti, dalla destra i rumori della vita contadina.
E, procedendo ancora, si svolta a destra, entrando nel cuore di Barco. Un cuore caldo, immerso nel silenzio della campagna bresciana. Un cuore che pulsa di ricordi, di storia.
Ebbene, è proprio da questo cuore che nasce la volontà di raccontare.
Perciò, Mario Bonetti e Giovanni Zanotti, abitanti di Orzinuovi molto legati al piccolo borgo, concretizzano questo desiderio. Ma non sono soli nella loro impresa.
Infatti, Marco Brognoli, meglio noto come Marco “Pigna”, e Nicola Fratelli li affiancano in qualità rispettivamente di executive producer e di operatore, nonché curatore della campagna pubblicitaria.
Ed ecco come questa avventura a ritroso nel tempo ha avuto inizio.
Nel 2021 Mario, Giovanni, Nicola e Marco realizzano una serie di interviste ad alcuni barcensi, mossi dalla volontà di conservare barlumi di storia e di ricordi.
Da novembre 2021 a febbraio 2022, si sono quindi svolte le riprese delle interviste e, come Mario stesso afferma, tutto si è allineato in modo incredibile.
Così una casualità ha causalmente creato i fili per tessere una meravigliosa trama.
Dunque, queste storie piantano un seme non pronosticato: dai filmati nasce un docufilm, intitolato “La contea nella nebbia”.
E…tutto è pronto.
Il centro culturale Aldo Moro di Orzinuovi, comune di cui Barco è frazione, veste i panni di sala cinematografica. Il docufilm viene proiettato dall’8 al 15 dicembre 2022.
Quindi ha inizio il susseguirsi di memorie, di racconti che abbracciano il piccolo paese.
Ed ecco chi racconta di alberi della cuccagna e di risate d’infanzia. Chi descrive il duro lavoro nei campi. Chi, per proteggere i preziosi affreschi di una chiesetta, fronteggia dei ladri.
Inoltre, una sezione è dedicata al pittore Giacomo Bergomi, nato il 31 dicembre 1923 proprio a Barco. Una delle persone intervistate, Tonino Zana, mostra alcune opere di Bergomi conservate in casa propria.
Ebbene, il pittore ha rappresentato la vita contadina in tutte le sue sfaccettature, anche dall’altra parte del mondo. Ma nelle sue pennellate corpose e dense si respira, tra i pigmenti, il ricordo delle immagini di Barco, le immagini che il pittore ha nel proprio cuore
Ancora, si ha la descrizione magnifica degli affreschi del castello di Barco.
Così, continuano i racconti commossi dei coniugi Ascanio e Mariateresa Quaranta. Abitanti di un’ala del maniero, mostrano come le proprie vite siano da sempre state intrecciate a quel luogo magico.
In particolare, in una delle sale del castello, sono conservate rappresentazioni pittoriche che fungevano da decorazione della “camera degli sposi”. Lo stemma presente nella stanza indica l’unione tra le nobili famiglie Colleoni e Martinengo.
E le vicende legate all’arte proseguono, vedendo come protagonisti gli affreschi della piccola chiesa all’ingresso del paese. Realizzati forse dal Romanino, hanno attirato dei ladri, ma il proprietario dell’azienda agricola accanto al luogo sacro ha impedito il misfatto.
Inoltre, lo stesso Giuseppe Ferrari, l’eroe degli affreschi, con il fratello Antonio racconta episodi legati alla propria gioventù, trascorsa a Barco. Aneddoti che riguardano altri compaesani si susseguono tra momenti comici e altri agrodolci.
In seguito si ha la testimonianza di Don Antonio Lanzoni, parroco di Barco dal 1998 al 2013. Il sacerdote narra commosso la storia degli affreschi e di altre vicende storiche legate al paese.
E i ricordi della scuola, raccontati da Clara Monfredini. Le avventure del bidello Romeo e della moglie, scherzosamente soprannominata la “Romea”.
Ecco il ritratto di un piccolo mondo di un mondo piccolo, un mondo che non deve essere dimenticato. Il futuro, per essere solido, deve avere radici forti.
Pertanto, questa fiaba continuerà a crescere, e a raccontare di un passato che ha colpito gli spettatori, facendo ridere e piangere il loro cuore.
Maria Baronchelli
Sono Maria Baronchelli, studio Lettere Moderne presso l'Università degli Studi di Milano. La lettura e la scrittura hanno da sempre accompagnato i miei passi. Mi nutro di regni di carta, creandone di miei con un foglio e una penna, o una tastiera. Io e i miei personaggi sognanti e sognati vi diamo il benvenuto in questo piccolo strano mondo, che speriamo possa farvi sentire a casa.