Avevamo già parlato su questi schermi di Kavinum, l’e-commerce di vini sostenibili che con un quiz promette di scegliere il vino più adatto ai tuoi gusti al posto tuo. Sorpresi ed entusiasti di questa novità abbiamo deciso di intervistare Franck-Morel Beugré, la mente che si nasconde dietro Kavinum, per farci raccontare come nasce l’idea (e qualche segreto sul mondo del vino naturale, di cui purtroppo non sappiamo ancora abbastanza). Fondatore e CEO di Kavinum, 29 anni e un percorso formativo che con il vino ha poco a che fare, ma che ha molto a che vedere con la passione e la curiosità: dopo un importante inizio nel mondo della moda, Franck si è dedicato al mondo dell’enologia per amore nei confronti della bevanda di Bacco. Dalla nostra intervista emerge perché noi siamo così contenti di questo suo “cambio di rotta”.
La scheda prodotto
Iniziamo con le presentazioni. Qual è il percorso che ti ha portato a fondare Kavinum?
“La mia formazione è molto lineare. Dopo il diploma professionale in ambito turistico ho iniziato a lavorare nel campo della moda con la celebre casa di moda statunitense Abercrombie&Fitch. Un ambiente giovanile, gioioso e molto accogliente che mi ha permesso di maturare esperienze nel marketing e customer service e nella gestione aziendale e di capire alcuni KPI (Key Performance Indicators, un insieme di misure quantificabili che un’azienda utilizza per valutare le sue prestazioni nel tempo, ndr.). L’avvento della pandemia ha scombussolato un po’ tutti e molti, come me, hanno deciso di cambiare vita. Avevo bisogno di nuovi stimoli e di nuove sfide: sono un ex giocatore di basket a livello agonistico, uno sportivo, e per me questi elementi sono vitali. Da quel momento ho iniziato a sviluppare l’idea Kavinum”.
Come nasce Kavinum?
“Kavinum si basa su una semplice idea: ‘Acquistare un ottimo vino che ami dovrebbe essere più facile, meglio se sostenibile’. Il prezzo rispetto al valore è sempre stato un problema chiave per l’acquisto di una bottiglia di vino. Kavinum parte quindi alla base dei problemi che potrebbero incontrare sia i neofiti che gli appassionati di vino: una bottiglia è buona perché è costosa? Come posso determinare il valore di una bottiglia? Una bella etichetta significa vino buono? Mi piacerà di più questa bottiglia solo perché è costosa? Il prezzo significa qualità? Mi stanno fregando?
Cercare di rispondere a queste domande è uno dei nostri obiettivi principali. Il cliente grazie al nostro servizio avrà più possibilità di provare vini che altrimenti non sarebbe stato in grado di scegliere da solo. Non solo, le opzioni di prezzo renderanno il suo viaggio nel vino personalizzato per adattarsi al suo budget mensile e soprattutto ai suoi gusti. Abbiamo semplificato le schede di degustazione che accompagnano ogni scatola di vino e reso le informazioni più intuitive per offrire un’esperienza di apprendimento gioiosa su un argomento spesso considerato proibitivamente intimidatorio.
Tornando alla domanda, Kavinum è un servizio online in grado di trasformare i gusti di ogni consumatore in bottiglie di vino consegnate direttamente a casa sua. Con il nostro team esperto, fatto di “persone reali”, e della nostra tecnologia di personalizzazione, offriamo un servizio digitale che aiuta l’utente a scoprire le migliori gemme da tutto il mondo (vino biologico o biodinamico, altrimenti prodotto e vinificato in modo sostenibile), spesso difficili da trovare, e riserva questi vini esclusivi ‘naturalmente’ prodotti in piccoli lotti. Kavinum è l’unico wine club che seleziona vini in base alle recensioni o preferenze di ogni membro. È il vino a modo tuo!”.
Il nome “Kavinum” invece da dove arriva?
“Volevo qualcosa che iniziasse con la lettera “K” come punto di partenza. Dietro questa “K” c’è tanto! Kavinum è la nostra filosofia che non si vuole fermare solo alla vendita di una semplice bottiglia di vino, ma vorrebbe essere una cultura. Il tema di Kavinum è amici, vino e bei momenti e per questo le prime due lettere “KA” rappresentano la casa, elemento ripreso anche nel logo: questo è composto da acini di uva su cui la stessa kappa è sistemata in modo da rappresentare un tetto. Gli acini che stanno sotto rappresentano ovviamente il vino, “vinum”. Qui non si valorizzano solo produttori di vino indipendenti che hanno scelto di produrre il vino in un modo molto più vicino alla natura senza nessuna aggiunta né chimica, solo l’uva che viene trasformata, ma rappresentano anche tutte le persone che stanno sotto Kavinum, sotto la nostra casa, nel segno dell’inclusione. Che tu sia qualcuno che non sa nulla di vino, qualcuno che ne sa o qualcuno che si colloca nel mezzo, siamo tutti qui insieme, attorno ad una sola cultura, quella del vino. Dobbiamo solo assaggiare e decidere se quello che stiamo bevendo ci piace o meno senza linguaggi troppo specifici. Perché alla fine l’unica cosa che chiunque debba fare con il vino è gustarlo in buona compagnia”.
Una foto dal sito kavinum.com
In Italia il vino naturale è ancora poco conosciuto. Si sente tanto parlare di vini ancestrali, vini biologici, vini biodinamici e su Kavinum ce n’è un’ampia scelta… cosa significano queste parole?
“In giro è molto difficile reperire del buon vino naturale, persino nel milanese, dove l’offerta della ristorazione è più ampia. Quando si trova qualcosa, la persona che hai davanti fa molta fatica a spiegare e raccontare la bottiglia. Posso dedurre che alcuni si affidano al concept per fare business, pochi sono quelli che sanno davvero ciò che trattano.
Ho avuto la fortuna di avere tanti amici vignaioli che sono riusciti a spiegarmi di cosa stiamo parlando e a farmi capire che il vino naturale è molto semplice: uva che viene trasformata in un prodotto, il vino, senza nessuna aggiunta. Si prende l’uva, si fa la pigiatura, dalla pigiatura si ottiene il mosto che si lascia fermentare e si porta alla vinificazione, il vino viene poi imbottigliato ed è fatta. Questo è il vino naturale, non si aggiunge niente, l’uomo usa le sue mani e usa solo la materia prima raccogliendo solo i grappoli più buoni, poi la porta nel processo di produzione.
Per il vino biologico, bisogna sottolineare che è più una certificazione per poter vendere su mercati esteri all’export. La certificazione più conosciuta qui in Italia è quella rilasciata da ICEA (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale, ndr.), ma ce ne sono anche tante altre che permettono di vendere in paesi esteri come il continente americano – perché gli statunitensi amano molto il vino italiano, soprattutto nel campo dei naturali – o l’Asia. I vignaioli naturali che desiderano richiedere la certificazione si recano presso l’ente ICEA e la richiedono direttamente lì, ma il processo per ottenerla è abbastanza lungo e può durare anche tre o quattro anni. Poi, una volta ottenuta, può vendere. Il vignaiolo naturale produce piccoli lotti in base alla sua raccolta. Una piccola produzione, che ora con il cambiamento climatico diventa ancora più vincolante poiché spesso in seguito a grandinate o alluvioni i produttori si ritrovano il più delle volte con il 90% della produzione che va persa.
Quando ci addentriamo nell’agricoltura biodinamica il discorso è ancora diverso: puoi essere certificato biologico sia in vigna che in cantina, ma è il tuo metodo di approccio alla natura a essere biodinamico. Esiste un’agricoltura biodinamica, ma non esiste un vino biodinamico. Si tratta di un’agricoltura che utilizza preparati naturali che vengono messi in vigna e riescono a mantenere in salute la vite. Un concetto molto interessante che spieghiamo sul blog “Bicchieri a Tavola” del nostro sito.
Il metodo ancestrale, invece, è un metodo molto antico, che prevede una tecnica simile a quella che usavano i nonni per i vini spumanti. Sono i vini che vengono imbottigliati con il tappo a corona per immagazzinare all’interno della bottiglia la CO2 necessaria a creare le bollicine senza utilizzare i classici metodi (metodo charmat o metodo classico, ndr.) per non aggiungere nulla al vino, ma per lasciare che sia la natura a completare il processo”.