Numeri da record per l’edizione 2022 del Mercato dei Vini a Piacenza Expo

Numeri da record per l’edizione 2022 del Mercato dei Vini a Piacenza Expo

Numeri da record per l’edizione 2022 del Mercato dei Vini a Piacenza Expo

Dal 26 al 28 novembre 2022, in occasione dell’undicesima edizione del Mercato dei Vini, a Piacenza Expo oltre 850 Vignaioli Indipendenti, per la prima volta disposti su tutti i tre i padiglioni della fiera.

Tre padiglioni e oltre 850 espositori da tutta Italia: sono questi i numeri record della prossima edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti che si terrà da sabato 26 a lunedì 28 novembre 2022 a Piacenza Expo.

Dopo il grande successo ottenuto nel 2021, con 20mila ingressi e più di 670 espositori, quest’anno il Mercato torna ed esplode registrando la partecipazione di oltre 850 Vignaioli provenienti da tutte le regioni italiane. Per ospitare tutte le aziende iscritte al Mercato e il pubblico che da anni affolla la manifestazione, quest’anno saranno ben tre i padiglioni dedicati al vino, dove si potranno conoscere, assaggiare e acquistare migliaia di vini frutto del lavoro e della passione delle Vignaiole e dei Vignaioli FIVI. Una tensostruttura dedicata accoglierà infine l’area della gastronomia, dove gli artigiani del cibo completeranno la rassegna con le loro proposte.

Il Mercato di Piacenza nasce con la volontà di incontrare il pubblico e promuovere la nostra identità di Vignaioli Indipendenti. È la nostra festa, prima ancora di essere una fiera: per questo motivo abbiamo ritenuto giusto che potessero partecipare tutti i soci che ne hanno fatto richiesta, aumentando gli spazi espositivi – dichiara Lorenzo Cesconi, presidente FIVI – Dopo due anni complessi, con un’edizione rinviata e una condizionata dalla pandemia, con questo undicesimo Mercato vogliamo dare un segno di speranza ancora più forte: i Vignaioli sono un elemento centrale nell’economia e nella cultura italiana, e il Mercato dei Vini è l’evento che meglio di qualsiasi altro racconta e mette in luce questa centralità”.

Dopo il successo delle ultime due edizioni, viene confermata la giornata del lunedì in aggiunta al tradizionale weekend, dedicata principalmente agli operatori professionali del settore commerciale e del canale Ho.Re.Ca. Verrà inoltre potenziato il servizio di biglietteria online.

Sono tante le novità di questa edizione, frutto di un grande investimento in termini organizzativi e della felice collaborazione con Piacenza Expo: il Mercato dei Vini è una manifestazione che, anno dopo anno, si conferma in continua crescita e che ha raggiunto risultati importanti – prosegue Cesconi – Ma non è solo una questione di numeri: il pubblico ama il Mercato per l’atmosfera unica e irripetibile che si respira, e i Vignaioli hanno a cuore questo evento perché è quello che più li rappresenta con coerenza”.

A disegnare il manifesto dell’edizione – ulteriore bella novità grazie alla collaborazione con Corraini Edizioni – il maestro Guido Scarabottolo, illustratore e grafico dalla personalità e dal tratto che ben rispondono alla natura della FIVI, e che ha lavorato per i principali editori italiani, collaborato con la RAI, con agenzie di pubblicità e riviste nazionali e internazionali. Alla domanda sul suo lavoro Scarabottolo risponde: “Spiegare i disegni è vietato. Sarebbe come spiegare una barzelletta: dopo non c’è più gusto. E poi il bello dei disegni è la loro ambiguità, o meglio, la loro possibilità di piegarsi a letture diverse e anche divergenti. Così chi li guarda, praticamente, ne diventa coautore. Su questo manifesto posso solo dire che facendolo pensavo alle vigne, all’indipendenza, alla convivenza, all’allegria e anche alla pace”.

La collaborazione con Guido Scarabottolo è uno dei segni tangibili di cosa sono e di cosa voglio raccontare i Vignaioli indipendenti” dice il Presidente FIVI. “Qualità, originalità, professionalità: e, prima di tutto, amore per il proprio lavoro, amore per le cose fatte bene, eseguite con passione e cura artigiana. Noi nei nostri vigneti e nelle nostre cantine, coi nostri vini; Scarabottolo nel suo studio, con le sue illustrazioni. L’esito è lo stesso: cose belle, fatte bene, che parlano di un’Italia che guarda con gioia al futuro, con i piedi ben saldi nella propria tradizione”.

Soddisfatta anche Piacenza Expo come dichiarato dal suo Amministratore Unico, Giuseppe Cavalli: “Prosegue il percorso di crescita della manifestazione che ci ha visto attori protagonisti già dalle prime fasi condividendo i progetti della Federazione. Per Piacenza e il suo territorio si tratta di un evento consolidato e di grande visibilità”.

I biglietti d’ingresso sono disponibili in prevendita sul sito www.mercatodeivini.it al prezzo speciale di 25 euro.

Gaia Rossetti

Sono una gastrocuriosa e sarò un'antropologa.
Mia nonna dice che sono anche bella e intelligente, il problema è che ho un ego gigantesco. Parlo di cibo il 60% del tempo, il restante 40% lo passo a coccolare cagnetti e a far lievitare cose.
Su questi schermi mi occupo di cultura del cibo e letteratura ed esprimo solo giudizi non richiesti.

“Rivalsa”: il nuovo EP di Theft Giacomo Grasso

“Rivalsa”: il nuovo EP di Theft Giacomo Grasso

“Rivalsa”: il nuovo EP di Theft Giacomo Grasso

Da oggi in tutti i digital stores è disponibile “Rivalsa”, il nuovo EP del cantautore ligure Theft Giacomo Grasso, pubblicato dall’etichetta Terzo Millennio Records.

Giacomo Grasso, in arte “Theft”, nasce a Genova il 21 marzo 1972. Dopo essersi diplomato alla Scuola d’Arte Paul Klee della sua città ed essersi specializzato in nuove tecnologie e video arte, ha lavorato come grafico, designer, musicista e videomaker, riuscendo dunque ad unire molte delle sue passioni. Durante la sua carriera, ha lavorato per aziende quali Sony, Apple, Elea, Midiware, Steinberg e Roland e ha affinato le sue capacità tecniche fino a diventare un formatore Steinberg e Presonus qualificato per applicazioni multimediali audio e video, tenendo anche lezioni sulle nuove tecnologie in studi di registrazione e al Conservatorio di Genova.

La musica è sempre stata però una delle sue passioni più importanti, oltre che sua compagna di crescita personale. Sa suonare il basso, il contrabbasso, la chitarra acustica ed elettrica, il mandolino, il bouzuki greco e l’ukulele. Le sinfonie di tutti questi strumenti si uniscono alla sua passione per l’elettronica, attraverso l’uso di sintetizzatori e del theremin (manipolatorie di suoni che utilizza un hardware). Oltre che di musica, Giacomo si occupa anche di produzione, registrazione e del mixaggio delle canzoni presso il suo studio a Genova, dove si occupa anche di riprese e montaggio video. 

Si è esibito in Italia, Francia, Germania e Svizzera. A Genova è stato chiamato a suonare nei locali più importanti della città e in prestigiose location, come la sala mercato Teatro Modena, il Museo d’arte moderna Villa Croce, le Cisterne del Palazzo Ducale, il Palazzo della Commenda di Prè e il teatro Gustavo Modena. Ha suonato prima insieme a gruppi locali e poi come solista, o come lui stesso afferma “One man band”. Ultimamente collabora con Fabrizio Repetto, clarinettista e suo amico di lunga data, con cui cura anche alcuni progetti multimediali. Si sono esibiti insieme a Firenze, presso le Murate per il festival di musica contemporanea “Diffrazioni” e al festival della luce “Novi Light”. 

 Nel 2020 Giacomo torna a scrivere musica e testi in forma di canzone, mettendo in pausa la sperimentazione sonora e visiva che lo ha accompagnato per 15 anni, facendo uscire il singolo Cometa.
Nel 2021 Theft pubblica il singolo 49 Falene (di cui avevamo parlato qui) e nel 2022, a distanza di un anno pubblica il singolo Forme d’onda, che insieme al brano precedente, anticipa l’uscita di questo EP.

L’album nasce dalla voglia di sperimentare più generi e stili, arrangiamenti e strumenti musicali. L’elettronica ne fa da padrona, ma l’amore e la passione per gli strumenti suonati è pregnante in tutti i brani. Queste 5 tracce sono il riassunto di oltre 40 anni di musica che ho ascoltato, respirato, vissuto. È un po’ di tutto. C’è un po’ di tutti questi mondi.

Rivalsa, EP dell’artista genovese Theft Giacomo Grasso, è un progetto molto intimo e personale. Il cantante ha voluto spaziare nei generi e negli stili, lasciando il proscenio all’elettronica, genere nel quale Theft si riconosce di più. Non manca però la voglia di sperimentare e suonare diversi strumenti capaci di dare più impronte musicali a questo lavoro. Rivalsa include 5 tracce inedite che riassumono al meglio la vita dell’artista e tutte le influenze musicali che lo hanno accompagnato in questo entusiasmante percorso.

TRACKLIST:

1)       Forme d’Onda
L’artista usa il mare come metafora per rappresentare il suo vissuto, i cerchi nell’acqua rappresentano le emozioni che si perdono poi nel grande oceano della vita. Tutto è in chiave elettronica, con un ritmo molto forte che dà intensità al brano e capace di dare vigoria alla parte cantata.

2)       49 Falene 
Un affascinante e irrequieto mantra elettronico a bassa fedeltà. Un brano pieno di ombre e di disillusione, accompagnato da una base elettronica tanto minimale quanto distorta con un retrogusto anni ’80 e un approccio fra il post-punk e l’alt-rock molto anni ’90, che scorre su una melodia cadenzata capace di diventare ipnotica.

3)       Otaku 80
Il titolo prende in prestito un termine giapponese, “otaku”, sinonimo di passione e solitudine. Il brano descrive un desiderio amoroso che si interseca con un’accentuata sfiducia in esso. L’incontrastata passione amorosa e la disperazione interiore descritte sono accompagnate per tutta la traccia da un sound squisitamente elettronico, dal groove potente e trascinante, testimone della passione dell’artista per quella gamma di suoni figli dei sintetizzatori, esplosi ufficialmente a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90.

4)       Cometa
Nella traccia l’artista identifica se stesso con una cometa e come questa si sente fugace, evanescente: libero da qualsiasi costrizione, libero di seguire la sua traiettoria. Ciò che resta è solo il ricordo del suo passaggio rapido e luminoso. Un brano intimo e personale, con una base elettronica coinvolgente che conferisce intensità emotiva ad ogni singola parola.

5)       L’Uomo di Pietra
Brano molto interessante per via del ritmo, con un’impronta elettronica che dà un senso di irrequietezza alla strumentale. Irrequieto è anche lo stato d’animo del protagonista che è perso nei suoi pensieri in un mondo frenetico e senza sosta che “ondeggia” in continuazione.

Theft Giacomo Grasso

Le parole spesso nascono da cose che tutti i giorni vivo, vedo, sento, assorbo. Sono storyboard fatti in viaggio sulla mia moto mentre mastico km per lavoro. Sono immagini da film che ho rubato al cinema e reso mie. Ecco la rivalsa. Riuscire a riunire tutto questo da solo a 50 anni. Riuscire a trovare le parole giuste per dire, Questa è la mia musica, questo è il mio tempo. Questo sono io.

Restaurant for Future su sostenibilità ed eticità: non si sceglie solo il cibo

Restaurant for Future su sostenibilità ed eticità: non si sceglie solo il cibo

Restaurant for Future su sostenibilità ed eticità: non si sceglie solo il cibo

Un’indagine condotta dall’Università Popolare degli studi di Milano mette in luce i nuovi driver nella scelta di un ristorante. A Bologna il 16 novembre se ne discute in occasione di Restaurant for Future, evento organizzato da RistoBusiness e Crabiz.

Non è solo il cibo a indirizzare le scelte dei consumatori quando si parla di ristoranti, ma sono anche e soprattutto valori come la sostenibilità e l’eticità. È quanto è emerso dall’ultima indagine condotta dall’Università Popolare degli studi di Milano, e una posizione già sposata da Restaurant for Future, l’evento organizzato da RistoBusiness, azienda specializzata nella consulenza e nella formazione professionale per imprenditori nella ristorazione, e Crabiz, leader di mercato di consulenza aziendale.

L’evento, che si terrà il 16 novembre 2022 dalle 9:30 alle 18:00 presso FICO Bologna, il grande parco del cibo in Via Paolo Canali 8, sarà un’occasione per discutere delle prospettive del settore, proponendo soluzioni che possano favorirne non solo la ripresa, ma anche una crescita sempre più prospera.

Secondo lo studio dell’Ateneo, la sostenibilità incide fortemente nella scelta del ristorante per il 71% degli intervistati. Sapere che un locale è attento all’ambiente utilizzando prodotti biologici, magari a KM 0, e che riduce la sua impronta ambientale attraverso l’uso di energia green, può farlo preferire anche a chi offre un menù migliore.

Altro aspetto importante per i clienti è l’eticità con cui viene trattato il personale. Negli ultimi mesi si è molto parlato delle condizioni in cui tantissimi lavoratori del settore si trovano, con turni lunghissimi, al limite dello sfruttamento, nessun giorno libero e paghe misere. Sapere, invece, che un ristoratore tratta in modo corretto i propri collaboratori è motivo di preferenza per circa 2 intervistati su 3(61%).

Sostenibilità ed eticità sono due concetti chiave che tutti gli imprenditori della ristorazione dovrebbero tenere sempre a mente. – Commenta Emiliano Citi, CEO & Founder di RistoBusinesse ideatore dell’evento – E questo non solo da un punto di vista della responsabilità civica e ambientale, ma perché questi due pilastri possono portare ad una maggiore sostenibilità economica, che significa più guadagni per l’imprenditore. Un team soddisfatto ed appagato lavora meglio e produce di più, e si sente maggiormente coinvolto nel business, prendendone più a cuore anche i risultati. E questo genera vantaggi per entrambe le parti, che sono apprezzabili già nel breve periodo: da un lato, l’imprenditore ha entrate più alte, dall’altro, il maggior flusso di cassa garantisce ai collaboratori un lavoro regolare e ben retribuito”.

Anche la scelta di ambientare Restaurant for Future a FICO non è assolutamente casuale. Si tratta di un parco tematico sostenibile, con caratteristiche uniche al mondo. Tra queste, un impianto fotovoltaico di circa 55.000 mq installato su tetto, il più vasto in Europa, capace di soddisfare circa il 45%-50% del fabbisogno energetico, e un edificio in gran parte fatto di legno con sistemi avanzati di teleriscaldamento e cucine a induzione a disposizione di tutti i ristoratori del Parco, senza utilizzo di gas.

“Mentre in tutta Italia bar e ristoranti sono in grandi difficoltà per i costi da sostenere in questo periodo di crisi, dentro FICO i ristoratori non subiscono il caro bollette grazie al modello energetico virtuoso del Parco – Spiega Stefano Cigarini, Amministratore Delegato di FICO Eataly World – FICO è un esempio di sostenibilità non solo per le sue caratteristiche strutturali, ma anche per l’impiego di materiali compostabili da parte di tutti i suoi operatori e per il suo sistema circolare “a metro 0”: le eccellenze alimentari prodotte dalle fabbriche di FICO vengono infatti utilizzate e somministrate da tutti i ristoratori delle diverse aree: una sorta di grande mercato condiviso nel rispetto della sostenibilità a 360°”.

Sono oltre 700 gli imprenditori della ristorazione che saranno presenti a Restaurant for Future, con moltissimi relatori, tra i quali anche il divulgatore scientifico Luca Mercalli Federico Quaranta, conduttore radio e TV, autore e tra i volti noti di casa RAI, che modererà l’evento.

Tanti i temi che verranno messi sul tavolo, dalle prospettive future a cosa fare per uscire dalla crisi. Tra le proposte anche l’introduzione del bollino Ape blu, che indica la sostenibilità per i ristoranti, come le stelle Michelin fanno con la qualità della cucina e del servizio. Si parlerà anche di rincari energetici e delle materie prime, che stanno costringendo molte attività alla chiusura, la difficoltà nel reperire personale, ma anche la questione del lavoro nero e dei turni massacranti di 12 ore.

Villa Bogdano 1880 nel metaverso: la mappa interattiva delle vigne

Villa Bogdano 1880 nel metaverso: la mappa interattiva delle vigne

Villa Bogdano 1880 nel metaverso: la mappa interattiva delle vigne

Villa Bogdano, l’azienda vinicola di Lison di Portogruaro, attraverso la piattaforma Vinophila presenta la mappatura in 3D delle sue vigne storiche

Villa Bogdano 1880 porta le sue vigne storiche nel Metaverso. L’azienda di Lison di Portogruaro porta su Vinophila 3D Wine Expo – l’innovativa piattaforma di Labhornet S.r.l. dedicata al vino e bevande alcoliche – il sistema di valorizzazione dei vigneti storici più innovativo e avanzato. Una presenza nel mondo digitale che permette agli addetti al settore e ai winelovers di tutto il globo di poter viaccedere in ogni momento e da qualunque luogo per scoprire virtualmente il mondo di Villa Bogdano 1880. La piattaforma offre all’utente la possibilità di dialogare direttamente con l’azienda attraverso una chat diretta, la visualizzazione di video e la condivisione di ulteriori materiali di comunicazione riguardanti la cantina e la sua storia.

 

Una collaborazione tra Villa Bogdano 1880 e Vinophila che ha permesso la realizzazione, tramite la digital company italiana specializzata Saturnalia, della mappatura in 3D delle proprie vigne. Seguendo la filosofia aziendale della massima trasparenza, la stessa per cui è stata realizzata la bellissima terrazza panoramica con vista su tutta l’azienda, con la mappatura si offre una visita digitale di tutti i vigneti in particolare dei 15 ettari di vigne storiche, sui 106 ettari, che sono stati sottoposti ad un meticoloso lavoro di restauro e conservazione. Vigneti che diventano testimonianza di un passato agricolo e territoriale come le 117 viti del secolare Cassone Padovano, raro esempio di forma di allevamento usata dai monaci benedettini e ormai quasi scomparsa.

 

Per Villa Bogdano 1880 valorizzare e proteggere i vigneti storici è parte della mission. Infatti, da quest’anno è membro dell’associazione internazionale Old Vine Conference, che ha l’obiettivo di portare un focus internazionale sul tema e la salvaguardia delle vigne storiche.

 

La presenza di Villa Bogdano 1880 nel Metaverso di Vinophila – che si è appena aggiudicata il “Most Innovative in New Event Technology” per gli Innovative & Excellence Awards 2022 della rivista specializzata Corporate LiveWire – è parte di un processo volto a portare innovazione e uno sguardo rivolto al futuro del mondo vitivinicolo italiano custodendone il proprio passato.

I vigneti di Villa Bogdano 1880 nel metaverso

Villa Bogdano 1880

Alla guida di Villa Bogdano 1880 dal 2016 ci sono Domenico Veronese e l’amministratore Lucio Tessari, custodi responsabili e rispettosi. La Tenuta a corpo unico è delimitata da due fiumi e questa è una grande forza, perché nei secoli ha permesso di mantenere le caratteristiche originarie del terreno ed è ancora oggi un’oasi protetta. Nei 106 ettari di vigneti, che affondano le radici in un terreno argilloso e calcareo, si privilegiano le rese basse, con grande attenzione alla tutela dei vigneti antichi e alla valorizzazione delle varietà autoctone. Oltre al Tocai Friulano, ci sono vigneti di Refosco dal Peduncolo Rosso ed è stato reimpiantata la Malvasia. Queste scelte hanno permesso ai vini di Villa Bogdano 1880 di rafforzare la loro identità, aggiudicandosi premi e trovando uno spazio definito nel mercato internazionale.

 

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Dimentica il mio corpo

Dimentica il mio corpo

Dimentica il mio corpo

Osservando impassibile dall’Olimpo del suo account Twitter, la Dea tirannica Giorgia Meloni è riuscita a strumentalizzare il corpo femminile. Di nuovo.

Di ogni battaglia si crea un memoriale, un po’ come quei paesaggi greci punteggiati di pietra bianca a celebrare i coraggiosi tempi andati. In questa campagna per eleggere nuovi despoti e condottieri che ci accingiamo ad affrontare, c’è chi nel combattere non si sta facendo scrupoli. Nessuna guerra che si rispetti, però, finisce in assenza di caduti.
Il sacrificio dei martiri è l’unica via per l’espiazione, per ricordare ai vivi che il loro respiro è solo un semplice dono destinato ad esaurirsi.
La guerra la fanno i corpi e nessun corpo è più perfetto, per un campo di battaglia, di quello di una donna. La pelle è un elemento fragile, ogni venatura un bellissimo sentiero verso il peccato per coloro che amano prendersi ciò che non è proprio. Noi donne siamo mostri del desiderio.

Fu per volere del padre di Medusa che Atena ne fece la propria sacerdotessa. Il memoriale più antico, il tempio, poteva nascondere ciò che più lo preoccupava: la bellezza della propria figlia.  La bellezza è la croce dei secoli: sul nostro corpo s’instrada la paura che un uomo non riesca a controllarsi, che per il solo vizio di esistere attiriamo le fantasie più viscerali.

Quando Poseidone se ne invaghì, il ventre di Medusa divenne la porta per il proprio piacere e quando sotto mentite spoglie, riuscì a prenderla con la forza, le urla della sacerdotessa non le udì nessuno. Tranne per qualcuno che preferì ascoltare, piuttosto che aiutarla.

Medusa cercò di spiegare ad Atena che lei non voleva tradirla, che mai si sarebbe arrischiata di far entrare un uomo nel suo tempio, nel suo memoriale, volontariamente. Lei, ennesimo burattino degli Dèi capricciosi ed egoisti, non avrebbe mai osato.

Ebbene, la Dea non le credette e da lì ogni sguardo, ogni singolo contatto visivo, si sarebbe trasformato in pietra. Atena ne fece un simbolo, modellato a suo piacimento, isolandola dal mondo intero, ma sotto gli occhi incuriositi di tutti.  

Ci sono diverse versioni di questa storia, ma una cosa è certa. Medusa fu condannata per il suo esser donna e divenne un potente strumento in mano a chi, per la propria natura, avrebbe dovuto aiutarla.
Qualche millennio dopo, a Piacenza, il corpo della donna, sull’asfalto si graffia.

Come sul tempio marmoreo della Dea, il sangue scivola lungo le insenature del terreno mentre nessun urlo riesce a far soccorrere quest’ennesima vittima. Non è stato il fato a segnarla, ma un uomo che ha deciso di appropriarsene contro la sua volontà.

A quanto pare, da una finestra, delle immagini stanno per farle rivivere il proprio peggiore incubo. In questo secolo, l’occhio si fa cinepresa e le immagini diventano una memoria alla mercé dell’ennesima dea che vorrà servirsene per le proprie (ed insulse) battaglie. Le urla sono diventate musica per i peggiori siti porno, un mezzo al servizio di tutti, a chi sguazza nell’orrore e a chi si vuole sentire fortunatə.

Tutti conoscono la voce di questa ragazza, tutti ne conoscono i lamenti, gli orrori, i graffi, la pelle nuda, il dolore.

Nessuno avrebbe il diritto di rievocarlo. Dopo la profanazione del proprio corpo, c’è anche quella del ricordo, della propria sofferenza, della propria anima. Mentre la vera colpa del carnefice, secondo la scialba dea Atena, non è di aver commesso uno stupro, ma il colore della pelle.

Quello che molti si chiedono è come può una donna, che in quanto tale conosce la strumentalizzazione del corpo, utilizzare quelle urla e darle agli strilloni per divulgare la propria immagine.

Come può una donna aver così poco rispetto di un’altra e ricorrere al proprio potere con un tale disinteresse? Quale (presunta ed inesistente) battaglia potrà mai valere l’annientamento di un essere umano?

I caduti creano polvere pronta a spargersi sulle proprie lapidi. Un modo per ricordare che una volta si era vivi su questa terra.

Una giornata di agosto, nitida in ogni straziante forma, tranne che per le sembianze di lui. Ma per la Dea Giorgia quel corpo è solo uno strumento di virile propaganda, per ergere un memoriale dell’ennesima ed insulsa battaglia.

di Sophie Grace Lyon