Pesolillo: quando i vini raccontano la terra

Pesolillo: quando i vini raccontano la terra

Pesolillo: quando i vini raccontano la terra

Durante l’ultima edizione di Trevino abbiamo avuto l’occasione di assaggiare i vini prodotti dalle tenute agricole Pesolillo. Vini corposi, figli di una terra ricca che si riflette in ogni calice…

In un panorama a metà tra colli e pianure, in quelle terre abruzzesi patria del Montepulciano e figlio di una “corposità”, di un modo vero, vivo di intendere il vino e il rapporto umano nascono i vini dell’azienda agricola Pesolillo. Una realtà famigliare che porta avanti da anni un nome, un marchio e una qualità che viene tramandata nei prodotti, in un Montepulciano declinato in diversi “modi”, dal giovane alla riserva. Una realtà che in ogni bicchiere versa passione, oltre che vini di alto profilo che derivano da oltre 60 anni di attività, prima nella ristorazione, poi con una produzione che ha varcato i confini dell’agriturismo di famiglia per lasciarsi degustare dal resto del mondo. 

Durante Trevino, la fiera del vino organizzata da Vale20 e svoltasi qualche settimana fa in quel di Treviglio Fiere, abbiamo avuto modo di conoscere e intervistare Lorenzo Pesolillo, una nuova generazione entrata in azienda. La storia dei vini Pesolillo la lasciamo direttamente alle sue parole. Noi abbiamo parlato fin troppo.
Siamo una piccola azienda famigliare che vive e lavora in provincia di Chieti. Siamo in attività dal 1961, quando mio nonno acquistò i terreni dove è nato il nostro agriturismo. La storia dei nostri vini segue una vera tradizione abruzzese. Inizialmente non imbottigliavamo, ma come tanti altri producevamo e poi portavamo in cooperativa. Poi, circa vent’anni fa, abbiamo iniziato a imbottigliare per permettere ai clienti dell’agriturismo di assaggiare i nostri vini e, circa quattro anni fa invece, abbiamo deciso di aprirci “al mercato”, portare fuori i nostri prodotti, far conoscere a tutti la qualità dei nostri vini biologici”, ci ha raccontato.

I VINI
I nostri vini raccontano la nostra storia, la nostra tradizione. I nostri vigneti poggiano su terreni sabbiosi a circa 250 metri di altezza. Abbiamo tanta escursione termica, una brezza marina e dei vigneti di pergola abruzzese, quindi dei filoni che permettono l’ingresso di tanta aria all’interno delle vigne. Questo fa sì che abbiamo un grappolo abbastanza asciutto e previene la possibile presenza muffa. Un vantaggio considerando che abbiamo vini biologici”. 

LA LINEA
In questo momento abbiamo cinque vini. Un pecorino superiore ricco di freschezza e salinità, figlio dei nostri terreni. Abbiamo un rosato che deriva principalmente dal montepulciano vinificato in bianco e tre tipi di montepulciano.
Da un rosso giovane (2021) che ha fatto “solo” quattro mesi di acciaio e poi bottiglia, una versione intermedia che fa acciaio e poi legno, e una versione riserva che, come da disciplinare e da tradizione, fa un anno di acciaio ,14 mesi di legno e sei mesi di bottiglia”.  

IL FIORE ALL’OCCHIELLO: MONTEPULCIANO RISERVA 2019
Il Montepulciano Riserva di Pesolillo è corposo, forte, il suo rosso intenso lo vedi e lo senti in bocca, dove rilascia forte i sentori dei 14 mesi passati in botte. La frutta rossa matura, le spezie e le mandorle escono al naso e lasciano la bocca ricca.

Come nasce?
Le uve vengono raccolte a mano intorno alla prima settimana di ottobre quando hanno raggiunto la perfetta maturazione aromatica e polifenolica.
Dopo diraspatura e pigiatura, le uve vengono fermentate a temperatura controllata di 27-29°C con ripetuti rimontaggi e delestage per 15-18 giorni. Segue malolattica spontanea, e successivamente matura in contenitori di legno (barriques e tonneaux) per 12-14 mesi.
La lunga maturazione in legno fonde i ricchi profumi del Montepulciano con le delicate note del nobile legno francese in un’armonia che esalta l’unicità del territorio abruzzese. 

NOVITÀ
Una linea precisa che racconta la terra quindi, ma in futuro?
Per i prossimi anni stiamo valutare di lavorare nel mondo dei bianchi. Abbiamo dei vitigni di vitigni “maiolica” come bacca rossa e “cococciola” come bacca bianca e stiamo capendo che taglio dare. Vedremo”. 

Com’è andata a Trevino?
“È stato molto bello poter tornare in fiera, far assaggiare i nostri vini. Onestamente non sapevamo bene che cosa aspettarci alla vigilia. L’ultimo evento a cui abbiamo partecipato ha avuto un’affluenza sotto le aspettative e questo ci aveva messo in allarme. Fortunatamente c’è stata un’affluenza davvero ogni oltre previsione. Ci hanno svuotato le cantine…(sorride, ndr)” 

Di parole ne abbiamo usate fin troppe. Adesso non vi resta che assaggiarli. 

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Francesco Inverso

Quando scrissi la prima volta un box autore avevo 24 anni, nessuno sapeva che cosa volesse dire congiunto, Jon Snow era ancora un bastardo, Daenerys un bel personaggio, Antonio Cassano un fuoriclasse e Valentino Rossi un idolo. Svariati errori dopo mi trovo a 3* anni, con qualche ruga in più, qualche energia in meno, una passione per le birre artigianali in più e una libreria colma di libri letti e work in progress.
Sbagliando si impara…a sbagliare meglio.

Grande successo per il Milano Design Film Festival

Grande successo per il Milano Design Film Festival

Grande successo per il Milano Design Film Festival

Grande successo per la 10ª edizione della kermesse che ha portato al cinema il mondo dell’architettura e del design

Cinque giorni di programmazione per cinque sezioni, più di quaranta titoli, sedi diffuse dal centro alla periferia cittadina e iniziative che hanno coinvolto addetti ai lavori, appassionati, architetti, designer e studenti: si è conclusa con un grande successo la 10ª edizione del Milano Design Film Festival, che dal 22 al 26 novembre 2022 ha portato in città il meglio della produzione di film dedicati all’architettura e al design nazionale e internazionale.

Nuova linfa a questa importante edizione del Festival è stata impressa dalla direzione artistica di Cristiana Perrella, critica e curatrice indipendente, affiancata da un team di Guest Curator protagonisti di una nuova sezione del programma, IMMAGINARE, con il compito di ampliare e ridefinire i confini tra il design e altre discipline: il filosofo Emauele nCoccia, l’architetta, ricercatrice e autrice Bianca Felicori e l’architetta e designer franco-iraniana India Mahdavi.

La kermesse che dal 2013 racconta, attraverso il video nelle sue varie forme, le concezioni più contemporanee del design e dell’architettura, ha abitato diversi luoghi della città – Triennale Milano, Anteo Palazzo del Cinema, Cinema Teatro Edi/Barrio’s, Fondazione dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milano, Tilane, Biblioteca e centro culturale, Paderno Dugnano, ADI Design Museum – raggiungendo un pubblico più ampio e raccontando il design da nuove prospettive.

Cinque le sezioni di questa edizione rinnovata: Selezione Ufficiale MDFF22 con film internazionali in première italiana; IMMAGINARE, affidata alle proposte dei Guest Curator; Premio AFA – Architecture Film Award; Premio MDFF Student Award e la nuova sezione RADICI, con l’omaggio a Gae Aulenti.

Con oltre quaranta titoli tra film, documentari, corti e lungometraggi, film d’animazione e storie di progettisti di ieri e di oggi, il programma della 10a edizione del Milano Design Film Festival ha raccontato il design non solo attraverso le proiezioni, ma anche con tavole rotonde e talk aperti al pubblico.

Inaugurato martedì 22 novembre con la première assoluta del documentario Sinceramente, Gae, prodotto da Sky Arte, il Festival ha preso il via con una serata-evento nel gremito Salone d’Onore di Triennale Milano alla presenza di Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Nina Bassoli, curatrice di Triennale per architettura, rigenerazione urbana e città, e Cristiana Perrella, Direttrice Artistica del Festival, che hanno presentato la nuova edizione per lasciare poi spazio alla proiezione della pellicola dedicata a Gae Aulenti: un omaggio al lavoro di uno dei più grandi nomi del design e dell’architettura italiani e preludio ideale della sezione RADICI del Festival a lei dedicata.

Martedì 22 è iniziato anche presso gli spazi del Barrio’s l’Atelier Alternativo, il laboratorio per bambini del quartiere ideato dall’artista Driant Zeneli a partire dal suo film in programma The Firefly Keeps Flying and the Snake Keeps Growing, 2022. I bambini sono stati invitati a lavorare per due pomeriggi con l’artista e uno specialista di robotica per creare una nuova storia, una favola contemporanea su strani animali, architetture e… plastica usata.

Mercoledì 23 novembre è stata la prima giornata di proiezioni presso Anteo Palazzo del Cinemacon i primi tredici film – in concorso e non – presentati da incontri con gli autori. Tra i titoli: Robin Hood Gardens di Adrian Dorschner e Thomas Beyer, Grethe Meyer – The Queen of Danish Design di Isabelle Bernadette Brammer e Palazzo Luce di Alessandra Galletta, che ha registrato il sold-out.
La sera ha preso il via IMMAGINARE, sezione del Festival a cura dei tre guest curator: Emanuele Coccia ha presentato LA MODA FUORI STAGIONE, una serie di riflessioni – con dieci corti – intorno all’abito e alle forme meno visibili della sua esistenza, a metà strada tra moda e arte contemporanea.

Giovedì 24 novembre il Festival si è diviso tra la sede della Fondazione dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milanoe il Cinema Teatro Edi/Barrio’s. Nella prima sede sono stati presentati, tra gli altri, The Opening di Davide Rapp e M.G. GRASSO CANNIZZO – ANM 2018 Ordinary Re-construction di Andrea Giannone. Il Cinema Teatro Edi/Barrio’s, oltre a proiettare film come Best in the World di Hans Christian Post e The Firefly Keeps Falling and The Snake Keeps Growing di Driant Zeneli, ha fatto da palcoscenico alla rassegna curata da Bianca Felicori all’interno di IMMAGINARE: INFLATABLE, BABY, una raccolta di nuove forme di arte, architettura e design gonfiabili nate tra gli anni Sessanta e Settanta.

L’Anteo Palazzo del Cinema è tornato a essere protagonista venerdì 25 novembre con tante proiezioni tra cui Big Ears Listen With Feet di Bêka & Lemoine e James vs. Wines: The highrise of meanings di Gianluca Vassallo.
Incredibile successo per il film Infinito. L’universo di Luigi Ghirri di Matteo Parisini, che ha registrato un doppio sold-out al botteghino. Venerdì si è svolto anche l’ultimo appuntamento della sezione IMMAGINARE: IRANITÀ, a cura di India Mahdavi, con un focus composto da immagini e film che hanno raccontato l’Iran da una prospettiva intima ma non per questo lontana dall’attualità.

A sottolineare l’intenzione di fare del Festival un’occasione di approfondimento, ricerca e attualizzazione di personalità storicizzate del design e dell’architettura facendone dialogare il lavoro con le pratiche più attuali, sabato 26 novembre ha debuttato RADICI, la nuova sezione dedicata, quest’anno, a Gae Aulenti di cui nel 2022 si celebra il decimo anniversario della scomparsa. Un’intensa mattinata presso Tilane, Biblioteca e centro culturale di Paderno Dugnano – progetto dalla stessa Aulenti – per un incontro sugli aspetti più generativi dell’eredità lasciata dal grande architetto e designer, approfonditi da Nina Artioli, Nina Bassoli, Matilde Cassani, Emilia Giorgi e Sara Ricciardi, con proiezione di materiali inediti dall’Archivio Gae Aulenti.

Durante il pomeriggio del sabato, l’ADI Design Museum è stato il teatro per la cerimonia di premiazione. Per l’MDFF Student Award è Giorgia Bucci, con il suo corto Gravity, ad aggiudicarsi il Premio della Giuria composta da Damiano Gullì, Domitilla Dardi e VEGA che afferma: “la giuria ha deciso di assegnare il premio al corto per la sua originale reinterpretazione delle suggestioni di Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries, Esposizione Internazionale di Triennale Milano, e delle tematiche a essa legate. Bucci esplora infatti il tema della gravità, centrale nella mostra, e si ricollega idealmente al lavoro di Jessica Wienne e Jean-Michel Alberola sulle lavagne, offrendo una personale traduzione del rapporto tra scrittura, segno, formula, cancellazione, riformulazione definendo un paesaggio visivo che, nel suo continuo mutare, riflette l’affascinante mobilità del pensiero umano messo a confronto con lo sconosciuto”.

Con 327 voti su oltre 1.100 votanti Weightless di Mattia Dierickx ottiene invece il Premio del Pubblico.

Per il Premio AFA Architecture Film Award, la giuria composta da Elisa Cattaneo, Luca Molinari e Giulia Ricci, per la categoria Architecture’s Film ha premiato Robin Hood Gardens di Adrian Dorschner e Thomas Beyer “per la raffinata qualità filmica, la precisa ricerca sull’edificio e le sue vicende, sia storiche che contemporanee, e per lo sguardo lucido con cui è stato osservato un edificio per molti versi leggendario, simbolo della generazione che, per prima, si è posta l’obiettivo di superare i dogmi del Moderno”.

Per la categoria Studio’s Film, il premio è stato assegnato a The Opening di Davide Rapp, con la seguente motivazione: “Keymaster e Gatekeeper sono le due figure enigmatiche inventate per raccontare gli spazi di Deamicisarchitetti. I due tecnici conducono in un viaggio straniante e quasi onirico, che porta chi guarda a sentirsi attivamente incuriosito e coinvolto nel tentativo di capire le azioni che si susseguono sullo schermo. La giuria ha scelto di premiare The Opening per la qualità filmica e per l’originalità dell’espediente narrativo”.

Menzione Speciale per l’AFA Architecture Film Award va a Big Ears Listen With Feet di Beka & Lemoine: “per l’audacia tecnica della realizzazione e per la capacità di parlare a un pubblico allargato. Lontano dal tentativo di glorificare la figura di Boonserm Premthada, dal film emerge una curiosità dello sguardo unica, trasformata in una narrazione sensibile dell’architetto, del suo modo di percepire e, di conseguenza, di produrre progetto“.

Festival letterario Leggere le Montagne: 11 dicembre a Teatro

Festival letterario Leggere le Montagne: 11 dicembre a Teatro

Festival letterario Leggere le Montagne: 11 dicembre al Teatro del Buratto

Il festival si terrà Domenica 11 dicembre, alle ore 11.00, presso il Teatro Bruno Munari di Milano e sarà a ingresso gratuito e aperto a tutti.

Il Festival letterario Leggere le Montagne è un’iniziativa che nasce per avvicinare tra loro gli amanti della lettura e la montagna, e un’occasione per permettere a bibliofili, autori ed editori di dialogare e confrontarsi non solo con alpinisti e appassionati, ma anche con il mondo dell’arte sul significato, sulla portata e sull’impatto della letteratura alpina.

L’idea alla base dell’iniziativa è di avviare una serie di eventi dedicati al tema della Montagna e della letteratura in varie località alpine e prealpine, in occasione della Giornata Internazionale della Montagna istituita dalle Nazioni Unite e che si celebra annualmente l’11 Dicembre. Il Festival promuove le differenze e le connessioni culturali esistenti nel territorio alpino e, allo stesso tempo, collega tra loro “montagna e cultura”.

Il Teatro del Buratto, insieme alla cooperativa sociale EST – Educazione Sostenibilità Territorio, Mountain Wilderness International, Mountain Wilderness Italia, il FAI – delegazione di Milano, Trekking Italia, il Corso di Laurea in Scienze Umane dell’Ambiente, del Territorio e del Paesaggio, il Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali e l’associazione Geografia in pillole, aderisce per il quarto anno all’iniziativa, proponendo l’evento “IL RESPIRO DELLA MONTAGNA: racconti, immagini e ricordi”, che si terrà Domenica 11 Dicembre, alle ore 11.00, presso il Teatro Bruno Munari di Milano e sarà a ingresso gratuito e aperto a tutti.

Per questa edizione, saranno nuovamente proposti un concorso fotografico e un concorso letterario, le cui premiazioni avranno luogo durante la mattinata. L’evento non si rivolgerà però solo agli adulti, ma anche ai più piccoli, ai quali verrà dedicato un piccolo appuntamento alle ore 15.00, sempre presso il Teatro Munari, a cui seguirà lo spettacolo teatrale inserito nella stagione. Durante questo incontro, è prevista la lettura di un testo dedicato alla montagna e un laboratorio di disegno attinente al tema.

Sarà un’occasione per riflettere con occhio sia naturalistico che antropologico su come il millenario rapporto reciproco tra le comunità umane e la montagna sia mutato nel tempo, agendo non solo sugli ecosistemi e sulla biodiversità, ma anche sulla costruzione delle culture e sull’evoluzione delle società.

Yamaha: nuova supersport 125cc

Yamaha: nuova supersport 125cc

Yamaha: nuova supersport 125cc

Nuovo modello per la casa del Diapason che nel 2023 lancerà una nuvoa supersport 125cc…

Sono trascorsi quasi 25 anni da quando Yamaha ha presentato la prima R1 davanti al pubblico. Un mezzo dal peso ultraleggero, le dimensioni straordinariamente compatte e l’eccezionale potenza, una nuova era per i piloti della classe Supersport.

Il lancio della R1 è stato solo l’inizio. I modelli R1M, R6, R3, R125 e, più recentemente, il modello R7 sono stati creati a immagine della R1, la regina indiscussa della categoria Supersport. Portando sulla strada la tecnologia e le prestazioni delle moto da corsa, i modelli R-Series di Yamaha hanno ispirato migliaia di motociclisti per un quarto di secolo.

La R-Series di Yamaha continua a dettare legge con la più ampia gamma di eccezionali modelli Supersport da 125 cc a 1000 cc“, fa sapere Yamaha nel comunicato stampa che annuncia il lancio del nuovo prototipo. “Con un record di vittorie nelle competizioni più prestigiose del mondo, la R-Series si è affermata come la famiglia di moto ad alte prestazioni per eccellenza. E per il 2023, il lancio della R125 di nuova generazione riafferma l’impegno di Yamaha di offrire a ciascun pilota la più eccezionale esperienza di guida ad alte prestazioni“.

Ogni Yamaha Supersport è stata realizzata con lo stesso puro DNA della R-Series che ha reso l’ammiraglia R1 la moto dominante nel campionato mondiale della classe Superbike. La tecnologia da competizione è evidente anche nel modello 2023 R125: dal nuovo design della carrozzeria alla tecnologia del telaio Deltabox e alla pinza freno radiale“.

Il nuovo muso è immediatamente riconoscibile e ispirato alla R7. Dotata di una strumentazione TFT con connessione per smartphone, una serie di perfezionamenti del telaio e un nuovo sistema elettronico, la Yamaha R125 di quarta generazione offre a ogni pilota un vero assaggio del mondo R/World.

CHE COSA VEDREMO
La R125 ha un look completamente nuovo che sottolinea il suo status di Supersport entry per eccellenza di Yamaha e consolida ulteriormente il legame con la famiglia R-Series che rende questa moto così speciale.

Un nuovo e potente faro a LED bifunzionale, situato al centro a forma di M, fornisce un fascio di luce brillante anabbagliante e abbagliante per una visione e una visibilità eccellenti. Le dimensioni ultracompatte del faro  hanno consentito la costruzione di un cupolino altamente aerodinamico con luci di posizione a LED ispirate alla R7, conferendo alla R125 un aspetto radicale di “big-bike”.

Con un muso più aggressivo, la nuova carena  e le cover serbatoio ridisegnate che trasmettono la sensazione di un chiaro flow orizzontale. La nuova carena conferisce un aspetto sport premium che evidenzia lo status di questa moto come la migliore della classe 125 ad alte prestazioni.  

La nuova 2023 R125 è dotata della più recente strumentazione TFT a colori da 5 pollici ispirata all’ammiraglia R1. Sono disponibili due diversi temi grafici, “Street” o “Track”, che il pilota può scegliere in base alle diverse condizioni di guida. Il tema “Street” include un tachimetro digitale centrale e un contagiri a barre. Nella parte inferiore dello schermo è presente una serie di spie luminose per indicatori di direzione, abbaglianti, temperatura e altri. Il tema “Track” è un layout mirato alla performance con un cronometro centrale con una memoria di 25 giri situato sotto un contagiri a barre che forniscono al pilota informazioni importanti mentre si trova su un circuito di gara.

Nella parte superiore dello schermo è presente una spia del regime di cambio marcia programmabile per entrambi i temi. Il tema “Track” include anche un contagiri personalizzabile, in base al proprio stile di guida e alle esigenze individuali.

Per il massimo livello di sicurezza e controllo, la R125 è dotata di un sistema di controllo della trazione. Insieme alla frizione antisaltellamento e al cambio elettronico opzionale, il nuovo sistema assicura al pilota della R125 un elevato controllo, soprattutto quando accelera a tutto gas. Lo stato del TCS è visualizzato sulla nuova strumentazione TFT da 5 pollici e può essere disattivato per determinate situazioni, ad esempio la guida in pista​

L’aspetto generale e il cruscotto della R125 sono portati a un livello completamente nuovo grazie alla nuova strumentazione TFT da 5 pollici e alla nuova piastra forcella di alta qualità ispirato alla R1 che esalta il puro DNA delle moto R-Series.

I manubri clip-on sono dotati di nuovi interruttori ergonomici ispirati alla R1 che consentono al pilota di controllare in modo intuitivo diverse funzioni, incluso le funzioni dello schermo TFT.

Riparte Divergenti, il festival sulla cinematografia Trans

Riparte Divergenti, il festival sulla cinematografia Trans

Riparte Divergenti, il festival sulla cinematografia Trans

Una tre giorni dedicata alla cinematografia in programma nella cineteca di Bologna dall’1 al 3 dicembre.

Interamente dedicato alla narrazione e rappresentazione dell’esperienza trans, la dodicesima edizione del festival Divergenti, unico nel suo genere, torna in Cineteca a Bologna dall’1 al 3 dicembre, con una delle più importanti vetrine dedicate alla cinematografia trans italiana e internazionale.

Organizzato dal Movimento Identità Trans, con la direzione artistica di Nicole De Leo e con Porpora Marcasciano come direttrice onoraria, la manifestazione allargherà lo sguardo sull’esperienza trans cercando di approfondire le questioni sui diritti civili e sociali, oltre ad un focus specifico sul tema del sex work, che da sempre attraversa il mondo trans.

FONTE: ANSA

 

 

Per molte persone trans* resta ancora l’unica opzione lavorativa – dichiarano Porpora Marcasciano e Nicole De Leo – il paradosso è vivere in una società che non permette l’accesso al lavoro e criminalizza in maniera più o meno diretta l’unico strumento che spesso le persone trans hanno a disposizione“.
Nucleo centrale del festival sarà il Concorso Internazionale che proporrà dieci opere, tra documentari e fiction, con una gamma di generi e tematiche che vanno dalle storie di donne trans in lotta per la loro identità e i loro diritti come ‘Nuestros cuerpos son sus campos de batalla’ dell’argentina Isabelle Solas o ‘Travesti Odyssey’ del cileno Nicolás Videla.

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