Antonio Bassanini, costruttore del Novecento: la mostra a Milano

Antonio Bassanini, costruttore del Novecento: la mostra a Milano

Antonio Bassanini, costruttore del Novecento: la mostra a Milano

Una mostra per raccontare la vita e le opere di un imprenditore protagonista di un capitolo importante della storia italiana e il rapporto tra architettura, ingegneria, design e imprenditoria edile…

Dal 5 dicembre 2022 al 15 gennaio 2023 con la mostra Antonio Bassanini. Costruttore del Novecento – a cura di Chiara Bassanini, Giovanna Franco Repellini e Andrea Strambio de Castillia – l’ADI Design Museum e gli eredi Bassanini raccontano la storia di Antonio Bassanini (Rosate, 22 dicembre 1899 – Varese, 16 dicembre 1997) che con il suo percorso professionale e personale ha attraversato tutto il Novecento, coinvolgendo e trasformando l’intero Paese.

Antonio Bassanini alla sua scrivania (circa 1952), sul retro appeso al muro il ritratto di suo padre Luigi che perse a 4 anni. Courtesy Eredi Bassanini.

Imprenditore e costruttore, Antonio Bassanini con il suo lavoro ha sottolineato l’indissolubile legame tra architettura, ingegneria, design e imprenditoria edile: la mostra evidenzia la funzione fondamentale del costruttore e il suo contributo spesso meno conosciuto e compreso rispetto al lavoro di architetti e designer ma che, come nel caso di Bassanini, ha avuto un ruolo centrale nella costruzione di Milano e di vari luoghi in Italia tra le due guerre e nella ricostruzione postbellica fino agli anni Settanta.

Grazie alle sue collaborazioni con numerosissimi architetti e designer (tra cui Portaluppi, Libera, Gio Ponti, Muzio e successivamente Mattioni, Caccia Dominioni, Magistretti, Figini e Pollini, Asnago e Vender), tutto il lavoro di Bassanini è stato un fondamentale trait d’union tra progettazione architettonica e costruzione edile, operando con un’impresa che al suo apice è arrivata a gestire fino a venti grandi cantieri contemporaneamente e 3.000 operai.

Il percorso di mostra è articolato in nove aree tematiche, a partire da quella biografica, dall’infanzia all’arrivo a Milano come studente, dagli esordi della sua vita professionale fino al ritiro dall’attività, in cui un video realizzato con filmati storici, ripercorre la vita, la personalità e l’impegno sociale di Bassanini con aneddoti, testimonianze dell’epoca e una serie di interviste ai curatori. Nella parte dedicata al regesto completo di tutti gli edifici realizzati, invece, sono presenti due mappe interattive che permettono di conoscere i luoghi in cui l’impresa Bassanini ha realizzato interventi e opere nella città di Milano e nell’intera penisola. I numerosi edifici realizzati sono raggruppati per tipologie: pubblici, industriali e agricoli, urbani (residenze e uffici) e religiosi.
Nel percorso vengono inoltre affrontati alcuni temi fondamentali della tecnica della costruzione, come la riqualificazione e il riuso di alcune strutture, l’evoluzione del cantiere nel Novecento e il rapporto con gli architetti e gli ingegneri (in particolare con l’ingegnere Arturo Danusso e con gli architetti Luigi Mattioni e Piero Portaluppi).

Ogni sezione è completata da fotografie storiche e recenti, approfondimenti testuali, documenti e video dell’epoca e contemporanei, progetti, schizzi e modellini realizzati dall’Ufficio Tecnico Bassanini o dagli architetti e ingegneri con cui collaborava, in mostra grazie ai prestiti di alcune istituzioni culturali, tra cui il Mart – Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Rovereto, l’Archivio Storico Diocesano di Milano e la Fondazione Vico Magistretti di Milano.

Dopo aver maturato esperienza di cantiere sotto la guida di Arturo Danusso – padre dell’ingegneria strutturale italiana dello scorso secolo e in particolare dell’utilizzo del calcestruzzo – suo maestro e amico per la vita, Antonio Bassanini agli inizi degli anni Venti fonda la sua impresa, che in pochi anni diviene una tra le più efficienti e affidabili del Paese.
Attraverso l’utilizzo di materiali innovativi, macchinari d’avanguardia, lo studio di nuove tecniche costruttive e un’ottima organizzazione imprenditoriale, Antonio Bassanini ha realizzato abitazioni, industrie, uffici, chiese, ospedali e infrastrutture che hanno cambiato il volto di Milano e della penisola. Tra i lavori per l’industria nel capoluogo lombardo si ricordano gli stabilimenti della Pirelli, della CGE-Ansaldo, dell’Innocenti, della Bianchi e della Carlo Erba. L’attività nel settore residenziale lo vede interprete delle evoluzioni nella tecnica e nell’estetica che cambiano il volto alla città: dal bugnato di via Lanzone al curtain wall di corso Europa, dal consolidamento del campanile di Sant’Ambrogio alla costruzione delle nuove chiese volute dal cardinal Montini.

La storia di Bassanini arricchisce la conoscenza di quel mosaico di imprese familiari protagoniste del “miracolo economico” del dopoguerra, cui si deve il merito di aver trasformato l’Italia in un grande Paese industriale.
Fondatore del Collegio dei costruttori edili di Milano, oggi Assimpredil Ance, e ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), membro dell’UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) e attivo sostenitore della Democrazia Cristiana, Bassanini fu sempre animato da una profonda passione civile e politica, indirizzata al benessere e alla crescita del Paese. Si dimostrò anche assai coraggioso, aiutando alcuni Ebrei nella fuga e opponendosi ai Tedeschi durante la guerra: si rifiutò infatti di collaborare con la deportazione di lavoratori in Germania, subendo per questo la requisizione di diversi mezzi e attrezzature.

 Mercoledì 11 gennaio 2023, dalle 11.00 alle 13.00, è prevista una visita guidata gratuita della mostra con i curatori Chiara Bassanini, Giovanna Franco Repellini e Andrea Strambio De Castillia. L’evento è organizzato in collaborazione con la Fondazione dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milano.

La mostra è organizzata con il patrocinio di: Comune di Milano; Politecnico di Milano; Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della Provincia di Milano; ANCE, Associazione nazionale costruttori edili di Milano, Lodi, Monza e Brianza; UCID, Unione cristiana imprenditori dirigenti.

Il mercato del metaverso crescerà del 1.500%, ma le difficoltà di Meta preoccupano

Il mercato del metaverso crescerà del 1.500%, ma le difficoltà di Meta preoccupano

Crescerà del 1.500% il metaverso, ma l’incognita Meta preoccupa gli esperti

“Il calo reputazionale di Zuckerberg e della sua creatura sono preoccupanti”. Ecco i numeri…

Di Metaverso, il futuristico mondo virtuale sempre più sulla bocca di tutti, si è iniziato a parlare su larga scala nell’ottobre 2021, dopo che Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook con l’occasione ribattezzata Meta, ha annunciato il lancio di una nuova modalità d’interazione con il web, consistente in un sistema di realtà virtuale che sarebbe in grado di garantire un nuovo standard di esperienza totalmente immersiva per gli utenti. A quella data vi erano tuttavia già numerose aziende che stavano creando prodotti e servizi basati su estensioni virtuali di mondi reali: la quota di business correlata al Metaverso è cresciuta costantemente arrivando quasi a 60 miliardi di dollari della fine dello scorso anno. Secondo le previsioni della società di ricerca Prescient & Strategic Intelligence il futuro è dalla parte di questo nuovo ecosistema digitale visto che il business nel Metaverso crescerà del 1500% nei prossimi otto anni superando la quota di mercato di 1.520 miliardi di dollari nel 2030 con una crescita media annuale del 44%. Anche Pantone scommette sul Metaverso visto che ha dedicato il suo “Colour of the Year 2023” con il Viva Magenta.

Nonostante questo nuovo mondo sia entrato nel vocabolario di decine di milioni di persone proprio grazie al fondatore di Meta e alla pubblicità divulgativa da lui diffusa in tutto il mondo, si intravvedono le prime crepe di questo nuovo ecosistema digitale: a fronte, infatti, di un investimento iniziale dichiarato di 10 miliardi di dollari, la divisione Reality Labs di Meta (branch aziendale fulcro dello sviluppo tecnologico e culturale del Metaverso) ha registrato 9,4 miliardi di dollari di perdite nel terzo trimestre di quest’anno. Questo dato economico si va ad aggiungere alla recente notizia dei licenziamenti che ha coinvolto il colosso di Menlo Park, visto che la holding che gestisce Facebook, Instagram e Whatsapp ha recentemente tagliato 11mila dipendenti, il 13% della forza lavoro. Oltre a questo c’è da aggiungere che non tutte le persone abbiano ancora compreso appieno il progetto di realtà virtuale di Meta: secondo un recente sondaggio americano il 38% delle persone ha dichiarato di non sapere cosa sia il Metaverso, e il 68% non è interessato a saperlo.

Le difficoltà e i licenziamenti di Meta sono solo in minima parte attribuibili alla divisione che si occupa di Metaverso. Sono molti altri i progetti fallimentari abbandonati dal gruppo, vittima della bulimia creativa del suo fondatore – analizza Luca Poma, Professore di Reputation Management e Scienze della Comunicazione all’Università LUMSA di Roma e all’Università della Repubblica di San MarinoZuckerberg ha una responsabilità diretta di questi licenziamenti che mandano in soffitta varie avventure come ad esempio Lasso e Shops. Per contro, la tradizionale piattaforma Social di Facebook rimane pesantemente a corto di personale, del tutto inadeguato a gestire il back-office e il servizio clienti affidato massicciamente a Bot spesso molto inefficienti. I motivi di crisi reputazionale riconducibili a Zuckerberg sono ormai talmente numerosi da minare il valore stesso del colosso che lui stesso ha fondato”.

Difficoltà interne ma anche nette prese di posizione da parte di chi ha fatto del Metaverso un business, come il co-fondatore di Animoca Brands (società di software che sviluppa e distribuisce giochi e applicazioni), Mr. Yat Siu, che da diversi anni sta investendo risorse ed energie sull’ecosistema Web3, un insieme di tecnologie blockchain-based che propongono un nuovo tipo di utilizzo di internet, dove l’utente sa sempre esattamente cosa sta succedendo ai propri dati. “La polemica sollevata da Siu contro Zuckerberg – spiega ancora il Professore Luca Poma – è centrata sulla scarsa convenienza per l’utente del modello proposto da Facebook/Meta che, nonostante la grafica accattivante, è penalizzante per i cittadini. Già oggi, infatti, miliardi di dollari vengono scambiati nello spazio aperto del Metaverso, in realtà molti di più se si considerano i token fungibili e, nella maggior parte dei sistemi attualmente in uso, la maggior parte del valore è capitalizzata dall’utente finale: perché quindi si dovrebbero effettuare transazioni sulla piattaforma proposta da Meta, dove l’utente dovrà riconoscere metà del valore sviluppato alla piattaforma stessa? Sandbox, ad esempio – precisa Poma – lascia all’utente il 95% degli utili, quindi la proposta di Meta/Facebook è anti-economica per il cittadino e molto redditizia solo per lo stesso Zuckerberg. Facebook dovrebbe spendere molto di più per incentivare le persone ad entrare nella sua piattaforma: non è affatto detto che il modello proposto dal colosso di Menlo Park risulti alla fine quello vincente”.

Ma quali sono i settori che stanno investendo di più nel Metaverso? Secondo Statista in testa a questa classifica ci sono le società che si occupano di cryptovalute con il 53% seguite dagli NFT (44%) e dalle società che si occupano di remote working (40%). Il 30% delle aziende che ha effettuato un investimento Metaverso relativo al branding e al posizionamento mentre il 27% ha investito in progetti relativi all’acquisto di prodotti. “Siamo dinnanzi a qualcosa di nuovo e quantomeno frizzante – ha dichiarato Matteo Aiolfi, fondatore della società di consulenza Espresso Communication – ed è presto per dire se tutto terminerà in una bolla, come già fu per Second Life 15 anni fa, oppure se il Metaverso prenderà consistenza. Tutto si giocherà, molto probabilmente, sulla definizione di uno standard condiviso: garantire agli utenti di non aver a che fare con tanti silos chiusi, scenario che limiterebbe molto la navigazione, ma permettergli invece di affacciarsi liberamente su più mondi virtuali magari in correlazione tra loro – conclude Aiolfi – appare come la vera sfida per l’affermazione del modello Metaverso su larga scala. Fermo restando che qualora il Metaverso prendesse piede, certamente si aprirebbe un mercato miliardario come raramente se ne sono visti nella storia del pianeta, con forti opportunità in termine di contenuti e di vendita di servizi online ad alto valore aggiunto”.

The Scent of Freedom: il nuovo singolo di Tao

The Scent of Freedom: il nuovo singolo di Tao

The Scent of Freedom: il nuovo singolo di Tao

Tao, il cantautore rock insegue il profumo della libertà. Fuori il singolo “The Scent of freedom” e il nuovo album freedhome

L’instancabile cantauto-rocker e polistrumentista TAO, a distanza di quattro anni dal precedente episodio discografico, pubblica il singolo ‘The Scent of Freedom’ e il nuovo album ‘Freedhome’, entrambi in uscita  Venerdì 9 Dicembre su tutte le piattaforme digitali, in formato CD e Vinile.

Momentaneamente spenti i motori del suo Love Bus, dopo un interminabile tour fatto di 1.100 shows tra festival e piazze, toccando oltre 800 località italiane ed europee, percorrendo la bellezza di 160.000 km (guarda qui), TAO si è dedicato alla produzione del nuovo album suonando ogni strumento presente nelle incisioni: voci, chitarre elettriche ed acustiche, basso, banjo, bouzouki, mandolino, batteria, percussioni, piano e arrangiamenti archi, accompagnato da ANA, sua musa ispiratrice nonché voce in tutte le canzoni e banjo player in alcune tracce del disco.

THE SCENT OF FREEDOM, IL NUOVO SINGOLO DI TAO

È con il singolo ‘The Scent of Freedom’, accompagnato dal videoclip, che TAO canta l’infanzia di ANA, vissuta in un villaggio sperduto nelle campagne “ad Est dell’Eden”. Una vita semplice ma troppo dura per essere sopportata. Ne seguirà la sua partenza da casa per inseguire il profumo della libertà – The Scent of Freedom appunto – con davanti agli occhi lo sguardo struggente di sua madre che la lascia andare, consapevole che non si sarebbero viste mai più.

Impara che la libertà non vale nulla senza l’Amore. Disperata per non poter più riabbracciare sua madre, sa che il profumo d’aprile di quei campi lontani ad Est dell’Eden rimarrà per sempre l’unico vero ‘profumo della sua libertà’.

TAO dichiara: «“Tra i 15 brani dell’album “Freedhome” ho scelto “The Scent of Freedom” per amore, perché è una storia vera, la storia della mia compagna di vita da venti anni, Ana. Ho voluto dare voce ai sentimenti di chi, come lei, ha dovuto lasciare la casa e gli affetti per uscire da una vita piena di difficoltà e di privazioni. Sono quest’ultime, come le affronti e le superi, a determinare la persona che sei.

Del resto Ana in soli due anni – durante la pandemia – ha imparato a cantare, suonare il banjo e a registrarlo su disco. E’ proprio una tosta!”

GUARDA IL VIDEOCLIP DI ‘SCENT OF FREEDOM’


Freedhome‘ è l’ottavo album di TAO, è interamente cantato in lingua inglese e contiene ben 15 canzoni. Con sonorità che si muovono agilmente tra pop, folk, country, rock e americana, è in larga parte ispirato a “Little House on the Prairie“, una serie di libri scritti nei primi del Novecento da Laura Ingalls Wilder, dai quali è stata poi tratta la serie tv omonima ‘La Casa nella Prateria’.

Un viaggio dove realtà e immaginazione si incontrano dando vita a musiche profonde e a testi personali e potenti. ‘Freedhome’, già dal titolo esprime il concetto: ‘Freedom’ e ‘Home’ sono solo due facce della stessa medaglia.

CHI È TAO

TAO è un “cantauto-rocker”, polistrumentista e produttore. Da 15 anni è noto per essere l’ideatore della TAO Love Bus Experience, ovvero il primo rock‘n’roll tour itinerante a bordo del TAO Love Bus – il fantastico pulmino Volkswagen del 1974 decorato graficamente ‘hippie style’ e attrezzato come un palco viaggiante.

Questo scrigno magico su quattro ruote ha permesso a TAO di suonare al suo interno con l’intera band nonché di diffondere in movimento la sua musica lungo le strade d’Italia e d’Europa.

Con 1.100 shows800 città toccate160.000 km percorsi, tantissimi festivals, rassegne, notti bianche ed eventi prestigiosi, collaborazioni con brand importanti come Volkswagen, Diesel, Benetton TAO e il suo originale tour sono stati immortalati su tutti i canali nazionali – X-Factor, Tg1Tg3Tg La7, BlobEasy DriverStriscia la NotiziaLa vita in DirettaItalia allo Specchio – e su tantissimi quotidiani nazionali. TAO ha all’attivo otto album: ‘Forlìverpool’ (2005), ‘L’Ultimo James Dean’ (2007), ‘Love Bus / Love Burns’ (2010), ‘Spirit of Rock’ (2012), ‘Between Hope and Desperation’ (2014), ‘Devil in Eden’ (2017), ‘Angel in Hell’ (2018) e con oggi ‘Freedhome’ (2022), oltre ad un film-documentario biografico ‘TAO – Spirit of Rock’.

In Italia ci sono sempre più moto: +35% di immatricolazioni a novembre

In Italia ci sono sempre più moto: +35% di immatricolazioni a novembre

In Italia ci sono sempre più moto: +35% di immatricolazioni a novembre

Dopo il solido +26% dello scorso mese, il mercato delle due ruote a motore non arresta la sua crescita anche in novembre

Le immatricolazioni mensili di ciclomotori, scooter e moto fanno infatti segnare un altro aumento a doppia cifra e volano a +35% sullo stesso periodo dell’anno scorso. Nel comunicato diffuso in serata da Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori), il presidente dall’associazione dei costruttori Paolo Magri ha ribadito che “la disponibilità di prodotto consente finalmente di misurare il reale peso specifico del mercato”.
“Il futuro non è esente da incertezze, ma – ha aggiunto Magri – di fronte a un sostanziale superamento dei problemi di approvvigionamento, i numeri di oggi descrivono in modo concreto il ruolo centrale delle due ruote nel mercato della mobilità e in quello più legato all’utilizzo per passione”.

IL MERCATO DI NOVEMBRE – Cresce di più di un terzo (35,12%), rispetto al 2021, il mercato due ruote del mese di novembre, raggiungendo 16.476 veicoli venduti. A fare da traino gli scooter, che per il secondo mese consecutivo segnano un incremento a doppia cifra (+42,52%), corrispondente a 8.692 mezzi immatricolati. Seguono le moto con una crescita del 30,75% e 6.403 veicoli targati; in territorio positivo anche i ciclomotori, che ottengono un incremento del 15,28%, pari a 1.381 unità immesse sul mercato.

DA GENNAIO A NOVEMBRE – Il bilancio positivo degli ultimi due mesi consente al mercato totale di consolidare la parità rispetto all’anno precedente: +0,85% e 282.593 veicoli registrati. Recuperano qualche punto percentuale anche gli scooter, che tuttavia rimangono in negativo, con un calo del 5,3% e 139.338 unità registrate. Il mercato moto targa invece 122.966 veicoli e cresce del 6,48%; in linea con il dato mensile il cumulato annuo dei ciclomotori, che segnano una crescita del 15,37% pari a 20.289 unità.

MERCATO ELETTRICO – Vigorosa la crescita anche per il mercato degli elettrici a novembre, sospinto dalla disponibilità degli incentivi statali: 1.503 le unità vendute, corrispondenti a un incremento dell’83,29%. Per quel che riguarda il cumulato annuo, il mercato supera la quota delle 15 mila unità, con 15.739 veicoli venduti e un incremento del 58,6%. Gli scooter coprono i due terzi del mercato elettrico, con 9.416 unità immatricolate e una crescita del 62,93%

Architettura storica per stili di vita contemporanei

Architettura storica per stili di vita contemporanei

Architettura storica per stili di vita contemporanei

Vittorio Grassi firma il progetto di rinnovamento per gli spazi di lavoro flessibile Regus in piazzale Biancamano a Milano

È stato ultimato il progetto firmato da Vittorio Grassi Architects per il prestigioso immobile di piazzale Biancamano 8 gestito da AXA IM Alts per conto dei propri clienti, oggi in locazione a Regus, brand del gruppo IWG, leader negli spazi di lavoro flessibile e co-working.
L’intervento rigenera un’imponente costruzione di fine ‘800 caratterizzata da un’architettura tipicamente milanese, rinnovata seguendo una strategia di progettazione integrata: è stato conservato il fascino del palazzo storico aggiornando al contempo le prestazioni energetiche e tecnologiche, creando ambienti funzionali e confortevoli con un profilo estetico di alto livello.

Il progetto, per la realizzazione del quale lo studio è stato affiancato da Tétris (azienda del Gruppo JLL leader nel design x build e nel fit-out di spazi di lavoro), è stato eseguito con un approccio particolarmente attento ai temi della sostenibilità, del comfort e della vivibilità degli spazi. Grazie all’assistenza di Deerns Italia, “Biancamano 8” ha infatti ottenuto la certificazione “Very Good” secondo il protocollo internazionale BREEAM, che valuta l’edificio secondo un’analisi complessiva di tutti gli aspetti legati alla sostenibilità ambientale, economica e sociale.

Il restyling architettonico ha previsto la riorganizzazione di tutti gli ambienti disposti su n.5 piani – che si articolano in lobby, n.3 sale di co-working, n.72 uffici, n.4 sale riunioni, spazi indoor e outdoor dedicati ai break, all’interazione e allo svago – oltre all’implementazione di un raffinato sistema illuminotecnico e di infrastrutture tecnologiche di ultima generazione, con nuovi impianti dati, elettrici e antincendio.

Nello specifico, il progetto ha visto al piano terra la creazione di una hall che permette di connettere piazzale Biancamano alla corte interna, facilitando il passaggio a tutte le aree del palazzo. La nuova lobby, un ambiente elegante e accogliente, è uno spazio polifunzionale dove si trovano la segreteria, un’area di accoglienza, postazioni di coworking, phone booth e un’area break. Proseguendo negli spazi che affacciano su Bastioni di Porta Volta, si trovano altre postazioni coworking e sale riunioni, riconfigurabili in base alle necessità tramite pareti mobili.

Dal primo al quarto piano si alternano uffici e sale riunioni, alcuni dei quali dotati di terrazzo, scanditi dall’utilizzo di pareti vetrate ed infissi color grafite che generano originali contrasti cromatici con i colori neutri di pavimentazione e soffitto, dando luminosità agli interni e donando un “look and feel” dal sapore contemporaneo. 

Ad ogni piano si trovano aree comuni di servizio e piccoli ma confortevoli spazi lounge in adiacenza dell’ingresso degli ascensori. Al terzo piano si trova un’altra sala break comune, che si apre sul terrazzo: uno ampio spazio affacciato sulla silenziosa corte interna, che l’intervento ha trasformato in zona lounge dove poter pranzare o lavorare all’aperto, in linea con le nuove esigenze lavorative.

Per quanto riguarda la palette cromatica, gli interni vedono la presenza dominante di diverse nuance di grigio, ricercate e rilassanti, che spaziano dallo storm grey delle aree break al grigio più chiaro selezionato per arredi e complementi. Per alcuni elementi si accostano ai grigi alcuni colori pastello come sabbia o salvia, mentre l’illuminazione è affidata a lampade da soffitto e da tavolo, sospensioni, faretti e applique dal design pulito e contemporaneo.