I 5 film che hanno incassato di più nel 2022

I 5 film che hanno incassato di più nel 2022

I 5 film che hanno incassato di più nel 2022

Di successo non sempre vuol dire di valore. E in questo caso? Avete visto i 5 film con il maggiore incasso del 2022?

Siamo seri: grandi incassi non sempre vuol dire film di grande qualità, anzi. I blockbuster, i “filmoni” che sfondano il botteghino, non sempre valgono il prezzo del biglietto o lasciano qualcosa che va oltre i 90 minuti. Vediamo insieme la classifica del 2022 che si è appena chiuso, con un forte “profumo” di Marvel 

Ecco i 5 film che hanno ottenuto il maggiore incasso al cinema nel 2022! 

5 – Thor: Love and Thunder 
Quinto posto in classifica per il quarto capitolo MCU dedicato al dio norreno. 760 milioni di dollari, ironia a palate e qualche spunto di riflessione. Un ottimo risultato che lascia spazio a un futuro per il bellissimo dio biondo…sempre che Chris Hemsworth sia d’accordo. 

4 – The Batman 
770 milioni di dollari, terzo film di Batman della storia per incassi (battuto solo dai sequel della trilogia di Nolan) per il reboot firmato Reeves. Anni di scetticismo per la scelta di Patkinson per quello che si è rivelato un successo (e un ritorno a Batman nel fiore degli anni dopo la versione “attempata” di “bisteccone” Affleck). Da guardare. 

3 – Minions 2: come gru diventa cattivissimo
E al terzo posto loro, la risposta gialla a una domanda mai fatta: I Minions. Gli anni non sembrano avere scalfito l’amore dei più piccoli per loro. Un’intera generazione ne sta seguendo le gesta e questo è valso ben più di 930 milioni di dollari al botteghino… 

2 – Doctor Strange nel multiverso della follia
Secondo posto, ma con un distacco enorme per Doctor Strange nel multiverso della follia, il secondo capitolo del MCU dedicato interamente al dottore più strano della televisione (oddio, ma abbiamo tradotto Strange, che simpatici! Mettici like). Quasi un miliardo di dollari (955 milioni) al botteghino per un capolavoro di effetti speciali (e con una buona trama che l’ha fatto entrare nella lista dei 100 migliori film di sempre secondo Movie Player). 

1 – Top Gun Maverick 
Al primo posto c’è l’ultimo capitolo di una serie cult, Top Gun. Un Tom Cruise mai imbolsito guida un’operazione revival di grande successo con un incasso che ha sfiorato il miliardo e mezzo di dollari! Primo al botteghino, 36esimo nella classifica dei migliori film di sempre secondo Movie Player. È meritato? Ditecelo voi. 

Francesco Inverso

Quando scrissi la prima volta un box autore avevo 24 anni, nessuno sapeva che cosa volesse dire congiunto, Jon Snow era ancora un bastardo, Daenerys un bel personaggio, Antonio Cassano un fuoriclasse e Valentino Rossi un idolo. Svariati errori dopo mi trovo a 3* anni, con qualche ruga in più, qualche energia in meno, una passione per le birre artigianali in più e una libreria colma di libri letti e work in progress.
Sbagliando si impara…a sbagliare meglio.

Lupo-Lorenzelli Projects presenta “Luca Napoli ColorZenith” a cura di Constant Dullaart

Lupo-Lorenzelli Projects presenta “Luca Napoli ColorZenith” a cura di Constant Dullaart

Lupo-Lorenzelli Projects presenta “Luca Napoli ColorZenith” a cura di Constant Dullaart

Con una serie di opere il cui titolo ColorZenith rende omaggio a uno storico laboratorio di stampa fotografica della città, dal 15 dicembre 2022 al 04 febbraio 2023, l’artista multimediale e designer Luca Napoli (Monza, 1988) debutta negli spazi di Lupo – Lorenzelli Projects a Milano.

Con una serie di opere il cui titolo ColorZenith rende omaggio a uno storico laboratorio di stampa fotografica della città, dal 15 dicembre 2022 al 04 febbraio 2023, l’artista multimediale e designer Luca Napoli (Monza, 1988) debutta negli spazi di Lupo – Lorenzelli Projects a Milano.

Partendo dal precedente lavoro tiedye.world – un sito web sperimentale nato tra il 2016 e il 2018 – Luca Napoli ha realizzato una serie di stampe fotografiche cromogeniche (c-prints) ispirate alla modalità di visualizzazione Google street view, e dedicate alla manipolazione del paesaggio. Trasformato in un dipinto, il mondo, osservato attraverso una lente che lo distorce, viene alterato e frammentato, generando immagini come ready-made, cartoline sfocate e sature che restituiscono il punto di vista dell’artista.

Quando durante il lockdown del 2020 i nostri dispositivi digitali sono rimasti l’unica finestra possibile sul mondo esterno, l’opera di Napoli è stata scelta dal curatore Constant Dullaart per una collettiva alla Upstream Gallery di Amsterdam insieme a Petra Cortright, Zach Lieberman e Jan Robert Leegte. L’opera in mostra incarnava perfettamente il passaggio dalla vita sulla Terra alla vita nell’etere, e ha riscosso un tale successo che a Napoli è stato conferito il premio Stimulering Fonds. Da questo nasce la sua volontà di esplorare le potenzialità del proprio mezzo espressivo e i suoi possibili sviluppi.

Il titolo della mostra ColorZenith – che racchiude in sé un’idea di esagerazione del colore – è contemporaneamente un omaggio e un riconoscimento all’omonimo laboratorio milanese, luogo in cui le fotografie dell’artista vengono fisicamente stampate: un punto di riferimento per la stampa fotografica ad alta risoluzione lightjet, tecnica che verrà definitivamente dismessa dallo studio durante il periodo di apertura della mostra.

Napoli porta avanti una ricerca sulla pittura infinita e nel frattempo scatta fotografie di tutte le esperienze che vive, documenta la sua opera e l’atto di vivere “in un’altra dimensione” del nostro mondo. La serie di Napoli è una traduzione pittorica delle immagini c-prints, che si propone di essere un loop possibilmente infinito di documentazione, un vero e proprio wormhole, ma allo stesso tempo vuole essere testimone della fine di un’era, celebrata al suo apice, al suo zenit.

Capodanno 2023: un nuovo punto fermo in questo eterno divenire… – L’EDITORIALE

Capodanno 2023: un nuovo punto fermo in questo eterno divenire… – L’EDITORIALE

Capodanno 2023: un nuovo punto fermo in questo eterno divenire… – L’EDITORIALE

Perché nelle notte più buie cerchiamo disperatamente una luce. E il 2022 ci ha regalato una flebile fiammella di una candela…
Il discorso di fine anno di cui non sapevi di avere bisogno, ma che non ti meriti.

Ed eccoci a una nuova fine di un altro anno. Un momento di cui tutti – per quanto non ci piaccia ammetterlo – abbiamo bisogno. Ne abbiamo disperatamente bisogno. Come abbiamo bisogno di Sanremo (la settimana dell’anno in cui possiamo sfogare la nostra frustrazione: insultando il presentatore di turno o insultando chi insulta il presentatore di turno, in un meccanismo tremendamente “Inception”).  Perché un anno che si chiude è un momento per tirare una riga e fare i conti, un momento per ricaricare le pile e ripartire. E no, non è una questione solo di ferie e di riposo. È la necessità di mettere un punto in questo eterno divenire.

Se volessimo usare una locuzione abusata e violentata dalla retorica web degli ultimi anni potremmo definire il 1 gennaio 2023 come un “punto di ripartenza”. Perché fermarci non ci siamo mai fermati, anche se fatichiamo a rendercene conto: ci si muove sempre, si cambia e si vive anche seduti sul divano, con una copertina sulle ginocchia, un occhio alla televisione e un calice di vino in mano (scelta accuratamente dalla nostra Top dei vini del 2022, perché autocitarci ci piace parecchio, ndr.). Tirare le somme, spegnere il cervello per una sera e ripartire con i postumi dell’ennesimo anno passato.

2022
E questo 2022 merita davvero che gli venga tirata un spessa riga sopra. Un annus horribilis che ci ha tormentati, messi alla prova, spinti a guardare nuovamente il nostro futuro con pochi punti fermi e tanti punti di domanda. I venti che hanno soffiato dal nordest ci hanno sussurrato parole che mai avremmo voluto sentire. Venti freddi, gelidi. Venti di guerra tanto vicini a marzo e adesso finiti in un mare dolce di dimenticanza, perché sembra che ci si abitui a tutto, anche alla morte (degli altri specialmente). Venti che adesso sembrano una brezza che infastidisce, ma non un uragano. L’uragano sono l’aumento delle bollette e il caro elettricità. Quello sì che fa male. La morte degli altri, invece, sembra quasi tollerabile.

Venti di guerra, postumi pandemici, i Jalisse fuori da Sanremo. Ma le difficoltà non dovevano esaurirsi il 31 dicembre 2020? No. Lo speravamo, ma lo sapevamo. Non è vero che “va sempre peggio”, ma molto spesso abbiamo troppe aspettative per quello che, in fondo, non è altro che un foglio di carta che viene girato, un numero che aumenta progressivamente. Che cosa cambia da un anno all’altro? Solo una cifra, ma a volte ce lo dimentichiamo.

Gli eventi peggiori dell’anno li abbiamo riassunti in questo articolo firmato dalla nostra Martina Tamengo, ma questo 2022 ci ha lasciato anche qualcosa di positivo, una – seppure molto piccola – rinascita e un ritorno alla normalità. Siamo tornati a saltare ai concerti, a goderci un film al cinema. Siamo tornati a mettere play alle nostre vite, nonostante tutte le accortezze che un inverno post pandemico ci può lasciare. Abbiamo ricominciato a guardarci sorridere e non più solo a immaginarli sotto una mascherina, con in mano un pacco di pane e i minuti contati.
È vero: non possiamo considerare il 2022 come un anno positivo, specialmente alla luce del conflitto russo-ucraino e quella costante sensazione di essere su una pentola a pressione pronta a esplodere. Non è positivo, ma è stato un modo per ricominciare.

Perché nelle notte più buie cerchiamo disperatamente una luce. A volte non si trova, ma non dobbiamo mai smettere di cercarla. E il 2022 ci ha regalato una flebile fiammella di una candela. Perché il meglio non ce lo regala il calendario, ma la voglia di fare un passo avanti verso l’uscita.

Che cosa ci aspettiamo dal 2023? Beh…ditecelo voi. La lezione “Paolo Fox e l’oroscopo del 1 gennaio 2020” l’abbiamo imparata. Col ca**o che facciamo previsioni.

Francesco Inverso

Quando scrissi la prima volta un box autore avevo 24 anni, nessuno sapeva che cosa volesse dire congiunto, Jon Snow era ancora un bastardo, Daenerys un bel personaggio, Antonio Cassano un fuoriclasse e Valentino Rossi un idolo. Svariati errori dopo mi trovo a 3* anni, con qualche ruga in più, qualche energia in meno, una passione per le birre artigianali in più e una libreria colma di libri letti e work in progress.
Sbagliando si impara…a sbagliare meglio.

Le 6 migliori Bock e Dopplebock del 2022 – IVN AWARDS

Le 6 migliori Bock e Dopplebock del 2022 – IVN AWARDS

Bock e Dopplebock: le migliori birre del 2022 – IVN AWARDS

Intense, corpose e nell’olimpo delle birre preferite. Le bock e dopplebock chiamano, iovocenarrante risponde presente con la top 5+1 (non sappiamo mai dire basta alla bontà) che abbiamo bevuto nel 2022…

Continuano i premi alle birre migliori del 2022 (solito DISCLAIMER amici: ovviamente il gusto è soggettivo, se non siete d’accordo con noi scrivetecelo e invitateci ad assaggiare le “vostre” birre), dopo le luppolate, passiamo alle bock e le dopplebock, due declinazioni di uno stesso concetto.
Birre “toste”, quasi sempre ad alta gradazione alcoliche, perfette per allietare le vostre serate invernali, tra una copertina sulle ginocchia, una serie tv appassionante (per cui vi sconsigliamo VWars) e un pacchetto di patatine.
Come sempre l’ordine è totalmente casuale. Ringraziamo Alessandro Di Lorenzo per la preziosa consulenza.

BIBOCK, Birrificio Italiano (Limido Comasco)
Partiamo da un grande classico: una bock consistente, forte e con una dolcezza di fondo che scalda il palato. “Bibock è il nostro omaggio sui generis alle creazioni più vigorose della scuola germanica.
Bibock è eleganza, prepotenza, un’entrata a gamba tesa di sorprendente gentilezza, in bilico tra amaro e miele, accattivante e difficile da addomesticare
”.


TERMINATOR, Birrificio Rurale (Desio)
Terminator è la nostra interpretazione dello stile tedesco Doppelbock, si caratterizza per una complessa struttura maltata che spazia dalle fragranti note di crosta di pane, per passare attraverso aromi di uva sultanina e frutta secca, per finire con un lieve accenno di cioccolato amaro”. Una birra complessa, forte e persistente sul palato perfetta per dimenticare le polemiche sui big di Sanremo 2023.


PUNTO G, Birrone (Castelnovo)
Birra ambrata, decisamente maltosa. Il malto dolce e caratteristico e il retrogusto di luppolo ne fanno una birra particolarmente beverina, morbida al palato e poco gassata. E’ la preferita dalle donne, non a caso il mastro birraio l’ha dedicata a loro”. Birrone è una certezza, Punto G un gustoso capolavoro.


 

VERTIGO, Orso Verde (Busto Arsizio)
Birra a bassa fermentazione color ocra con schiuma bianca e cremosa. All’olfatto prevale il malto accompagnato da miele d’acacia e frutta bianca. Ricca in bocca e di grande corrispondenza con le sensazioni olfattive, rappresenta un ottimo equilibrio tra forza e facilità di bevuta”. Tra le rosse arriva una bock che rossa non è. Densa, intensa e che “scende giù benissimo” senza far notare troppo i suoi 7 gradi.


BILLYGOAT, The Wall (Venegono Inferiore)
Doppelbock prodotta con malto d’orzo e luppoli nobili tedeschi. Dal color ramato scuro, al naso preannuncia la sua complessità con note di caramello, malto e miele. In bocca la sensazione dominante è data dalla dolcezza e pienezza del malto, in secondo piano emerge l’avvolgente contenuto alcolico. Il finale pulito e fragrante invita a proseguire la bevuta. Una birra forte e decisa ma dal carattere dolce e suadente”. Una birra che scalda perfetta da bere in inverno, perfetta per i panorami aperti della provincia (ma anche tra i palazzi non stona).


IL MONTANTE, Brewfist (Codogno)
Il Montante, una doppelbock ai confini vista la gradazione bassa, ma pienamente accettata per aroma e profumi. Schiuma da masticare dove i malti tostati hanno la meglio, la bevuta inizia in modo preciso con il caramello che sorprende quasi fosse un montante, il palato è già sazio quando arrivano i sentori di uva e luppolo Aurora”. Il montante: ti colpisce, ti stordisce, ti obbliga a ordinarne un’altra.


Insomma, la nostra top 5+1 finisce qui. Fateci sapere se siete d’accordo.

Ti piace quello che facciamo? Leggi di più.

Francesco Inverso

Quando scrissi la prima volta un box autore avevo 24 anni, nessuno sapeva che cosa volesse dire congiunto, Jon Snow era ancora un bastardo, Daenerys un bel personaggio, Antonio Cassano un fuoriclasse e Valentino Rossi un idolo. Svariati errori dopo mi trovo a 3* anni, con qualche ruga in più, qualche energia in meno, una passione per le birre artigianali in più e una libreria colma di libri letti e work in progress.
Sbagliando si impara…a sbagliare meglio.

Le 5 migliori birre luppolate del 2022 – IVN AWARDS

Le 5 migliori birre luppolate del 2022 – IVN AWARDS

Le 5 migliori birre luppolate del 2022 – IVN AWARDS

Ecco a voi l’elenco delle cinque migliori luppolate (IPA, DIPA, NEIPA…) che abbiamo bevuto nel 2022. La vostra preferita manca all’appello? Ne producete una che sicuramente potrà entrare in classifica?

Siamo onesti, stilare una classifica di qualcosa è quanto più complicato possibile, specialmente quando si vanno a toccare temi in cui entra in gioco il gusto personale. Si nota subito che le discordanze regnano sovrane: “a me questo piace”, “a me no”, “a me boh”. Perché in fondo il piacere è cosa assai difficile da definire in maniera univoca. Figuriamoci quando si parla di cibo e bevande.

E in questa sfilza di gusti personali, tra trappole e tracobetti (sotto Natale è sempre Goonies’ time) proviamo anche noi a entrarci, a dire la nostra. Un’opinione esperta? Forse no, ma sicuramente appassionata.
Ed ecco a voi l’elenco delle cinque migliori luppolate che abbiamo bevuto nel 2022. La vostra preferita manca all’appello? Ne producete una che sicuramente potrà entrare in classifica?
Perfetto: segnalatecela e…fatecela assaggiare. La redazione di iovocenarrante apprezza terribilmente i tentativi di corruzione.

LE LUPPOLATE
Ecco un breve cenno storico di che cosa siano le luppolate. Nel lontano 1394…no, ci fermiamo qui. Niente storia, in fondo noi siamo gente per bere, mica gente perbene (citazioni di cultura postpop che Pinguini Tattici Nucleari spostatevi proprio), solo una spiegazione per neofiti (che è il modo gentile in cui la gente che sa le cose chiama coloro i quali non ne sanno un cazzo, ma sono abbastanza simpatici come i nostri lettori). Le luppolate sono quelle amare: IPA, DIPA, DDH, APA; NEIPA e altre. Insomma, metteteci un PA finale e il gioco è fatto.
Ma non perdiamo altro tempo…in fondo se siete qui a leggere tempo da perdere mica ne avete, no?

NEIPA, Birrificio Rurale (Desio)
Un birrificio che ha da poco festeggiato i 10 anni di attività e si trova a Desio, in quella Brianza che sta diventando (non abbiamo paura di dirlo) uno dei distretti più ricchi di know-how per la birra artigianale. Birre di qualità, una produzione ampia che spazia dalle IPA, per noi il cavallo di battaglia di Rurale, alle Rauch, passando per birre acide e belgian tra le altre, e una costante ricerca e innovazione.
NEIPA è la birra realizzata da Birrificio Rurale proprio per il decimo compleanno. Una birra estiva per eccellenza, con un sentore forte di frutta tropicale e un finale balsamico che compensa bene l’amarezza del luppolo.


GUERRILLA, Crak (Campodarsego)
Scegliere tra le IPA di Crak è quanto di più difficile si possa fare perché sono tutte (concedeteci il termine) FOTTUTAMENTE buone. Luppolate al punto giusto, dal sapore avvolgente che trova un contrasto esaltante nell’amarezza del luppolo. Incontri di gusti per quello che, ad oggi, è tra i birrifici artigianali più amati d’Italia.
Perché scegliere la GUERRILLA? Perché non è solo una birra, ma un manifesto ideologico che ha fatto da capostipite e avanguardia a una serie di concorrenti e imitatori.


TRUE, Orso Verde (Busto Arsizio)
Vogliamo essere brutalmente onesti: se qualche anno fa ci avessero detto che Orso Verde ci avrebbe fatto emozionare con una luppolata non ci avremmo creduto. Non perché dubitassimo della capacità dei mastri birrai bustocchi, anzi, ma perché è sempre difficile scegliere di cambiare stile quando i tuoi cavalli di battaglia “classici” cominciano a prendere sempre più piede. E invece Orso Verde ci ha fatto ricredere, ha trovato innovazione in quella che è diventata una tendenza e ha realizzato un prodotto equilibrato, dove la “dolcezza” dell’alcol incontra la forte nota amara degna di una Double Ipa. Una birra che vale un viaggio in provincia di Varese.


 

TERREMOTO, Busa dei Briganti (Padova)
Ci spostiamo con il nostro viaggio per intenditori in Veneto, tra i colli euganei, dove Busa dei Briganti ci ha convinto a inserirli nella lista dei migliori birrifici artigianali del 2022. Come ci ha convinto? Con diversi loro prodotti, ma in particolari con la DDH Ipa TERREMOTO. Una birra che tiene fede al proprio nome e si lascia bere, ribere, riribere. La frutta tropicale che esplode in bocca per quella che non è una semplice bevuta, ma una degustazione di frutta a pasta gialla in “un omaggio alle West Coast IPA”.

 


PACIFIC IPA, Canediguerra (Alessandria)
Anche in questo caso, non si parla di una birra, ma di un manifesto ideologico di uno dei birrifici artigianali migliori d’italia. Prodotta utilizzando unicamente malto inglese Maris Otter, nella pacific IPA viene esaltato il distintivo aroma dei luppoli Australiani e Neozelandesi, “usati anche in dry-hopping, le cui sensibili note esotiche di cocco e frutta tropicale lasciano spazio ad un finale piacevolmente amaro”. Un must.

 


IL PIPPONE, Menaresta (Carate Brianza)
Un nome che è tutto un programma e rende bene l’idea dell’effetto che fa alle papille gustative: un orgasmo. Bocca in festa per la rotondità acuita dagli spilli di amarezza del luppolo. Abbiamo scelto IL PIPPONE e non la VERGUENZA, ma anche Menaresta ha una nota inconfondibile in ognuna delle sue luppolate. Una tappa obbligata nel Distretto del Luppolo brianzolo. Non ci siete ancora stati? Che cosa state aspettando?

 


Ed eccoci qui alla fine di questa top 5. Sono 6? Ma ne avremmo anche messe 10. È solo che ci è venuta sete.

DISCLAIMER:
Ogni giudizio espresso in questa top è chiaramente soggettivo. Fateci cambiare idea, indicateci le birre migliori per voi, fatecele assaggiare. Per il bene della scienza. Chiaramente.

Francesco Inverso

Quando scrissi la prima volta un box autore avevo 24 anni, nessuno sapeva che cosa volesse dire congiunto, Jon Snow era ancora un bastardo, Daenerys un bel personaggio, Antonio Cassano un fuoriclasse e Valentino Rossi un idolo. Svariati errori dopo mi trovo a 3* anni, con qualche ruga in più, qualche energia in meno, una passione per le birre artigianali in più e una libreria colma di libri letti e work in progress.
Sbagliando si impara…a sbagliare meglio.