Oscar 2021

Oscar 2021

Oscar 2021

Anche per la 93esima edizione degli Oscar non potevano mancare le nostre pagelline dei look più strepitosi e scandalosi a cui abbiamo assistito durante il red carpet.

La premiazione degli Oscar 2021, nonostante il ritardo di due mesi dovuto alla situazione pandemica, ci ha regalato moltissimi look stravaganti e sopra le righe, tra colori fluo e firme da capogiro. Vediamo allora insieme le mise tanto attese di questa serata stellare!

Laura Pausini

Avvolta da un bellissimo abito nero di Valentino, Laura Pausini è una meraviglia per gli occhi: pura eleganza e semplicità. Complimenti. Voto: 8

Zendaya

Se pensavamo che il giallo fluo fosse un colore impossibile da indossare senza sembrare un evidenziatore, ci sbagliavamo di grosso. Zendaya insegnaci. Voto: 9

Vanessa Kirby

L’attrice britannica Vanessa Kirby ha lasciato tutti a bocca aperta con il suo Gucci color cipria: raffinato, essenziale e soprattutto molto studiato. Voto: 8,5

Halle Berry

Non abbiamo ancora capito se ci convince il Dolce&Gabbana di Halle Berry: lei è bellissima, ma sarà forse per l’accoppiata abito/taglio di capelli vertiginoso che non riusciamo a sbilanciarci? Nel dubbio le diamo la sufficienza. Voto: 6

Laura Dern

Con un favoloso Oscar De La Renta black and white Laura Dern ha incantato i fotografi sul red carpet: le piume hanno il loro perché. Voto: 7,5

Tiara Thomas

La Thomas ci ha decisamente lasciato senza parole. Che dire, wow. Voto: 9

Glenn Close

Glenn Close è adorabile, ma per il look degli Oscar ci aspettavamo qualcosa di più: diciamo che quest’anno non si è impegnata molto. Voto: 5,5

Carey Mulligan

In un Valentino due pezzi dorato, Carey Mulligan ha portato sul red carpet tutt’altro che sobrietà, e ci piace. Voto: 8

Maria Bakalova

Con il suo candido Louis Vuitton, Maria Bakalova ha sfilato sul red carpet come una giovane sposina composta e sofisticata avrebbe percorso la navata di una chiesa il giorno del suo matrimonio. Scelta poco azzardata, ma pur sempre meravigliosa. Voto: 7,5

H.E.R.

Non vi ricorda qualcosa? Niente? E se dicessimo Purple Rain? Ah, ecco. La cantante H.E.R. è semplicemente favolosa nel suo abito blu elettrico e la scelta di rievocare il look del re indiscusso Prince agli Oscar del 1985 quando vinse con Purple Rain non passa certamente inosservata. Voto: 8

Anche questa volta le nostre pagelline – purtroppo – sono giunte al termine, ma non vi disperate: a breve ci saranno moltissimi altri eventi su cui posare i nostri occhi severi e giudicanti. Perciò, come sempre, stay tuned!

di Cecilia Gavazzoni.

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Nostalgia canaglia

Nostalgia canaglia

Nostalgia canaglia

Sappiamo bene che la maggior parte di noi giovani ha attraversato una “fase tamarra” che bene o male tutti siamo riusciti a superare (chi più e chi, purtroppo, meno), ma siamo sicuri di ricordarci i vestiti e gli accessori che abbiamo indossato durante l’adolescenza e di cui oggi ci pentiamo amaramente?

Giusto per rinfrescare la memoria: vi ricordate dei Frankie Garage? E se vi dicessi di quei pantaloni della tuta con l’immancabile firma sul posteriore e il cavallo basso che davano l’impressione di non saper camminare? E se dicessi invece Rams 23 vi viene in mente qualcosa?  Ripercorriamo allora insieme le tappe della nostra giovinezza tramite 8 capi di abbigliamento e accessori che hanno rappresentato lo “stile” di un’intera generazione di cui forse avevamo dimenticato – volontariamente – l’esistenza.

I Frankie Garage

In qualsiasi classe di qualsiasi scuola delle medie almeno un ragazzino su cinque ha avuto questo paio di pantaloni della tuta a dir poco inguardabili, e li ha anche sfoggiati con orgoglio. Di diversi colori che andavano dal bianco al nero, dal blu scuro al grigio (grande fantasia cromatica devo dire), chi indossava questi pantaloni aveva sempre un’andatura rilassata e allo stesso tempo spavalda, come se avesse tutta la scuola ai suoi piedi (ridicolo, considerando che l’unica cosa ai suoi piedi fosse il cavallo dei suoi pantaloni).

Rams 23

Che fosse una felpa, un paio di pantaloni o i boxer che spuntavano dai jeans, Rams 23 era una delle marche di abbigliamento più indossate durante il periodo adolescenziale, prima soprattutto dai “ragazzi bene”, poi anche dai cosiddetti “zarri”. Conosciuta soprattutto per il suo logo, questa marca spopolò in breve tempo soprattutto fra i maschietti che volevano mostrare il loro lato ribelle e particolarmente tamarro.

Le Air Force 1 bianche alte (con stringhe assortite)

Una delle scarpe più alla moda fra il 2012 e il 2013, le Air Force 1 bianche alte hanno davvero spopolato in quel periodo. Nonostante la loro semplicità (di per sé non erano scarpe tamarre, tant’è che oggi va di moda lo stesso modello ma basso), qualsiasi tredicenne che indossasse quelle scarpe è riuscito a renderle inguardabili grazie alle stringhe colorate, con stampe zebrate o leopardate che allora andavano di moda, e ammetto di essere stata contagiata anche io da questo trend.

La sciarpa Kefiah

Probabilmente l’avete riconosciuta grazie alla foto (io in primis non sapevo si chiamasse così), ma sicuramente anche tu che stai leggendo hai avuto questa sciarpa di diversi colori; tra gli abbinamenti più popolari c’erano sicuramente il bianco e nero, il blu e nero e il fucsia e nero. In realtà questa sciarpa è un copricapo tradizionale della cultura araba che viene indossata nel deserto e nelle zone particolarmente calde dalla gente del posto, nulla a che vedere con l’utilizzo che ne si faceva tra i ragazzini (per non parlare dei colori, completamente “occidentalizzati”).

Il Choker

Tra le ragazze era uno degli accessori più di moda; prima solo intrecciato e rigorosamente di colore nero, successivamente il Choker si è evoluto in diverse forme, colori e tessuti diversi a seconda dell’occasione in cui doveva essere indossato (durante matematica, all’intervallo, in mensa e via dicendo).

Il braccialetto Smarties

Anche questo uno dei grandi must have dei vecchi tempi, il braccialetto Smarties, indossato rigorosamente insieme a un altro centinaio di braccialetti, era un accessorio molto popolare tra le ragazze, ma veniva portato anche da qualche ragazzo che in genere lo rubava dall’uovo di Pasqua della sorella più piccola.

La felpa della Duff

Chiunque fosse un fan dei Simpson (quindi più o meno tutti) aveva nell’armadio una felpa della Duff, marchio leggendario della birra preferita di Homer Simpson. Di qualsiasi colore e tessuto, questa felpa in genere veniva indossata dai “clown” della classe che mostravano non solo un certo senso dell’umorismo, ma anche una buona dose di spavalderia.

Le Nike Blazer Mid 77

Se avevi queste scarpe eri sicuramente un “ragazzo bene” o, quantomeno, volevi sembrare tale. Oltre alle Air Force alte, le Nike Blazer Mid 77 erano le scarpe più indossate tra i giovani, ma erano anche le meno tamarre dell’epoca. E forse le più accettabili oggi poiché semplici, comode e di colori basici.

Il nostro elenco purtroppo è giunto al termine. Dopo questo (inguardabile) riassortimento di vestiti e accessori più in voga tra i giovani della scorsa generazione, spero che voi che avete letto questo articolo abbiate fatto ammenda per i soldi che i vostri genitori hanno dovuto spendere per questi capi di abbigliamento. E che promettiate a voi stessi di non ricadere mai più in tali errori.

di Cecilia Gavazzoni.

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Fryderyk Franciszek Chopin

Fryderyk Franciszek Chopin

Fryderyk Franciszek Chopin: i fantasmi interiori del musicista polacco

Definito da molti critici come “il poeta del pianoforte”, Fryderyk Franciszek Chopin (francesizzato in Frédéric François Chopin) con la sua musica malinconica e inquieta è uno dei compositori più conosciuti e ascoltati nella storia della musica classica internazionale. Ma siamo sicuri di conoscerlo davvero?

 Nonostante sia effettivamente un pilastro della composizione musicale, il nostro musicista polacco tenne per anni nascosti al pubblico alcuni lati di sé che oggi, grazie al pianista e giornalista musicale svizzero Moritz Weber, sarebbero tornati – per così dire – a galla.

L’omosessualità nascosta

Secondo gli studi approfonditi di Weber, Chopin era omosessuale, ma il suo orientamento sessuale venne tenuto nascosto dai suoi biografi (in particolare i polacchi) per mostrare al pubblico un ideale nazionalista e conservatore che si omologasse agli standard dell’epoca. Nel corso del programma Gli uomini di Chopin mandato in onda dalla radio pubblica svizzera SFR, lo studioso ha riportato le traduzioni delle lettere di Chopin in cui avrebbe trovato dei riferimenti ad amori femminili utilizzati dal compositore come “mantello per i sentimenti nascosti”, ovvero – come diremmo oggi – come una sorta di copertura. Il destinatario di queste missive era spesso l’amico Tytus Woyciechowski, a cui Chopin si rivolge con espressioni come “La mia vita più cara” e “Dammi un bacio, amante carissimo”, e ancora “Non ti piace essere baciato” o “Devi pagare per il sogno che ho fatto su di te la scorsa notte”. Queste teorie sono state messe in discussione da alcuni critici e musicologi in relazione alla biografia Fryderyk Chopin: A Life and Times di Alan Walker, il quale definì Tytus come un semplice amico del cuore del musicista, sostenendo che quelle lettere fossero appartenute ad un periodo di “confusione mentale” di Chopin che in realtà si era infatuato della soprano polacca Konstanja Gladkowska. Ma Walker non è stato l’unico a scontrarsi con le tesi di Weber, infatti David Frick, professore in pensione di lingue slave all’Università di Yale, ha accettato la tesi riguardo al fatto che quelle lettere fossero indirizzate all’amico di Chopin, ma ha smentito fin da subito la teoria riguardante un amore omosessuale del compositore poiché ha affermato che “Chopin era un romantico che sicuramente non discriminava tra uomini e donne nelle sue espressioni d’amore”.

Il vero e unico amore del musicista

Nonostante l’acceso dibattito tra i vari studiosi riguardo l’omosessualità del musicista (di cui attendiamo tutti un ulteriore riscontro negli studi futuri), sappiamo per certo che Chopin nella sua vita ebbe un vero e unico grande amore: quello per la sua amata Polonia. Lo spirito nazionalistico del compositore è evidente durante tutta la sua vita artistica e non, ma in particolare si concentra in alcune sue opere in cui Chopin ricordava nostalgicamente la sua terra natìa. Tra queste troviamo i seguenti componimenti più ispirati dal suo nazionalismo:

  • Polacca Eroica op.53
  • Polacca op.40 n1
  • Mazurca op. 17 n4
  • Rondo alla Krakowiak
  • Fantasia su arie polacche

 

Nonostante siano passati oltre 172 anni dalla sua precoce scomparsa, Fryderyk Franciszek Chopin continua tutt’ora a emozionare qualsiasi ascoltatore con la sua musica nostalgica e a destare dubbi (e perché no, anche gossip) tra i più curiosi.

di Cecilia Gavazzoni.

Il Moulin Rouge

Il Moulin Rouge

Il Moulin Rouge

Tempio del varietà e della sensualità

 

Nel 2001 usciva al cinema Moulin Rouge, film diretto da Luz Lhurmann ispirato a La traviata di Giuseppe Verdi e ambientato nel famoso locale del quartiere a luci rosse di Parigi, il Moulin Rouge appunto, luogo di piacere, persuasione ed erotismo. Oggi questo teatro è conosciuto da molti (purtroppo) soprattutto perché del suo interno vengono ricordate alcune scene passionali tra Nicole Kidman e Ewan McGregor nei panni rispettivamente di Satin e Christian, ma il Moulin Rouge è molto più di un semplice scenario cinematografico. Questo cabaret, riconoscibile grazie al mulino dalle pale mobili completamente rosso situato sul tetto della struttura, venne inaugurato il 6 ottobre 1889 dagli impresari teatrali Charles Zidler e Joseph Oller  ai piedi della collina Montmartre, e riscosse fin da subito un clamoroso successo. Borghesi, pittori, artisti e uomini d’affari provenienti da tutta la Francia vi si recavano in massa per trascorrere momenti di piacere e divertimento e per lasciarsi ispirare dall’atmosfera surreale che si respirava al suo interno. La sede originale del Moulin Rouge purtroppo venne distrutta da un incendio nel 1915, ma per fortuna i lavori di ricostruzione iniziarono subito e vennero completati nel 1921, offrendoci la sede definitiva di ciò che oggi è considerato un emblema del divertimento e del Novecento.

Dal Quadrille  al French Cancan
Questo luogo di arte, musica e seduzione divenne subito conosciuto in tutta la Francia soprattutto grazie al Quadrille, una danza inventata nel 1850 dalla ballerina Céleste Mogador, da cui nacque poi il famoso French Cancan, anche se quest’ultima danza così come la si conosce oggi non ha origini parigine, bensì britanniche; fu il produttore Charles Morton a creare questa danza frenetica, ispirandosi appunto al Quadrille francese. Il French Cancanacquistò subito grande popolarità fra il pubblico: le ballerine si esibivano in spettacoli considerati scandalosi per la Belle Epoque, indossando dell’intimo molto provocante e trasgressivo, e trascorrere una serata al Moulin Rouge significava immergersi in un’atmosfera completamente nuova e diversa rispetto alla vita quotidiana a cui erano abituati i parigini. Così, tra fiumi di alcol e danze sfrenate, gli spettatori erano liberi di lasciarsi trasportare dal fascino erotico e magico di quel luogo così particolare rispetto al resto di Parigi.

Tra artisti, ballerine e cantanti
Col tempo il cabaret divenne sempre di più non solo un luogo di svago, ma anche un luogo di incontro per moltissime personalità di spicco per l’arte parigina di quell’epoca; molti artisti, tra cui Apollinaire, Renoir e Braque consideravano il Moulin Rouge come un luogo di ispirazione, ma primo fra tutti abbiamo Henri de Toulouse-Lautrec, il quale, da assiduo frequentatore del teatro, realizzò celebri dipinti e manifesti che ritraevano momenti di divertimento all’interno del Moulin Rouge. Questo locale però non venne frequentato solo da artisti, bensì anche da molte attrici e cantanti: tra le più conosciute si ricordano oggi Jeanne Florentine Bourgeois, celebre soubrette di varietà, Jeanne Bourgeois (in arte “Mistinguett”), attrice e cantante francese, e infine Edith Piaf, la cantante francese più conosciuta al mondo.

Oggi il tempio del Frenc Cancan ospita ancora migliaia di spettatori provenienti da tutto il mondo e colleziona tutt’ora numerosi successi grazie ai suoi spettacoli dal fascino immortale, oltre ad essere anche un luogo in cui lasciarsi andare e farsi trasportare dal ritmo frenetico e libidinoso.

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di Cecilia Gavazzoni.