US OPEN: Alcaraz, una vittoria… Carlito’s way!
Nell’ultimo major dell’anno infuria la lotta tra i possibili successori dei big three; a spuntarla è il giovanissimo tennista di Murcia, Carlos Alcaraz.
Que viva Alcaraz!
Si conclude il magico giro del mondo che ogni anno parte a gennaio da Melbourne per arrivare a settembre a New York, passando in estate per Parigi e Londra. Sono le città che rappresentano i paesi con le tradizioni tennistiche più importanti e che più indietro nel tempo affondano le proprie radici.
Nel giorno di sabato 10, canonicamente dedicato alla finale femminile, ai lati del campo centrale gli organizzatori fanno scrivere la data fatidica: 9/11/2001, il giorno dell’attacco alle Torri Gemelle. La finale maschile dell’edizione 2022 del torneo ha coinciso con la triste ricorrenza. È stata l’edizione di un americano in semifinale (non accadeva da diciannove anni); Frances Tiafoe, brillante giocatore del Maryland, ha eliminato Nadal. Ma anche di Casper Ruud, il norvegese atipico che non si diletta di sci di fondo, ma si fa un nome come racchettatore e si spinge fino alla finale. E di Sinner, sempre più determinato e completo.
Tutti bravi, ma non abbastanza per vincere nella Grande Mela.
Nel 2022 i nomi di Nadal e Djokovic sono entrati per l’ennesima volta negli albi d’oro delle prime tre tappe; ma nell’ultimo atto un nome nuovo ha avuto la meglio su tutti, e si propone come numero uno mondiale: Carlos Alcaraz.
Abbiamo seguito le sue vittorie a Madrid e Barcellona sulla terra, e a febbraio anche la sua affermazione sul cemento di Miami. A Parigi ha perso nei quarti, e a Wimbledon si è arreso al nostro Sinner, contro il quale si è vendicato nei quarti a Flushing Meadows. Non ha brillato in agosto, ma ha ricaricato le batterie per presentarsi a Flushing con la giusta tensione. Ha perso sette set complessivi; per tre volte è andato alla quinta partita, che ogni volta ha vinto 63; ha annullato una palla-match, come diremo tra poco. Ha sofferto, ha perso punti incredibili ma ne ha anche vinti, sempre deciso a cancellare dalla testa tutto subito, per rituffarsi nello scambio seguente con rinnovata fame di vittoria.
Difficile pensare che possa vincere come il suo connazionale Nadal, ma di sicuro il futuro di Alcaraz è già qua, e parecchie altre volte lo vedremo trionfare.
Il torneo maschile ha visto nei quarti i due protagonisti italiani uscire con onore. Ma mentre Berrettini è stato battuto nettamente da Ruud, Sinner ha perso una battaglia memorabile proprio contro il vincitore della manifestazione.
La sfida tra i due giovani (21 anni Jannik, 19 Carlos!) ha stabilito il record di durata per una partita giocata in notturna: circa cinque ore e un quarto. È terminata dopo le due di notte, ora locale.
Jannik è stato il giocatore che più di tutti ha messo Alcaraz con le spalle al muro. Dopo una partenza favorevole all’iberico, Sinner ha vinto il secondo e il terzo set al tie-break. Nel quarto set si è conquistato un matchball, che però non è riuscito a convertire. Nella quinta e decisiva frazione ha strappato il servizio al suo avversario, ma ha anche esaurito il carburante, subendo un parziale di cinque giochi consecutivi che ha spianato allo spagnolo il passaggio del turno.
A fine partita grandi abbracci e fair-play tra i contendenti, che si conoscono e sono amici dagli albori junior delle loro carriere. Sui social diversi addetti ai lavori hanno riconosciuto nella sfida uno dei confronti che maggiormente caratterizzerà il tennis nel prossimo decennio. Sperém, ovviamente contando su di un finale differente, di tanto in tanto almeno.
Nelle semifinali la maggiore solidità di Casper Ruud ha la meglio su un Kachanov già contento di essere arrivato sin lì, mentre Alcaraz vince il terzo incontro consecutivo al quinto set, stavolta con il già citato Tiafoe. In finale l’infante di Spagna prevale su Ruud in quattro set, vacillando nel secondo ma imponendosi di forza nel quarto.
Il torneo femminile, dopo aver vissuto una prima parte densa di rivolgimenti e di teste coronate in disgrazia anzitempo, ha prodotto la finale più credibile in questo momento. Da una parte la polacca Iga Swiatek, numero uno mondiale e vincitrice a Roma e a Parigi, dall’altra Ons Jabeur, tunisina, sempre più un simbolo per il suo paese e per il mondo arabo; quest’anno si è imposta a Madrid e ha perso le finali di Roma e di Wimbledon.
L’incontro decisivo ha confermato le attuali gerarchie; la Swiatek ha dominato il primo set ed è salita tre a zero nel secondo. Ha quindi subito il ritorno dell’atleta nordafricana, che nel tie-break ha avuto una palla per vincere la frazione. La numero uno del mondo l’ha cancellata con un dritto straordinario a uscire che ha baciato la linea laterale. Poi, complici due errori della Jabeur, è giunto il trionfo per Iga, che ha avuto l’onore di ricevere la coppa dalle mani della grandissima Martina Navratilova.
Menzione per la nostra Camila Giorgi: ha perso al secondo turno contro l’americana Madison Keys, assai forte. Camila non ha saputo amministrare un vantaggio di 5 a 2 nel set decisivo, e ha ceduto al tie-break. Peccato, bella difesa ma soprattutto occasione persa.
Ora spazio all’ultima fase della stagione, con una corsa tra i migliori per raccogliere punti validi per la qualificazione alle ATP finals in programma dal 13 al 20 novembre a Torino: i migliori otto dell’anno per una settimana di tennis scintillante all’ombra della Mole. Berrettini e Sinner hanno ancora delle chance di arrivare nella griglia di partenza, ma non devono commettere troppi passi falsi: la concorrenza è spietata.
Prima però spazio alla Coppa Davis; a Bologna dal 13 al 18 settembre Italia, Croazia, Svezia e Argentina si sfidano per definire le due squadre che parteciperanno alla fase finale a Malaga, a casa di Nadal e Alcaraz, in novembre. In primo piano per la nostra nazionale, nemmeno a dirlo, Matteo Berrettini e Jannik Sinner. Forza Azzurri!
Danilo Gori