I Gaze of lisa sono più di una band: la si potrebbe definire una “famiglia”, unita dalla passione per la musica e da un’amicizia nata tra i banchi di scuola, i tre componenti del gruppo formano un solido castello fatto di bravura, simpatia e un pizzico di mistero. Un mix vincente che sta trovando ampi e meritati consensi tra fasce di pubblico differenti.
Gaze of lisa
Sorti in seno alla farragine indie underground e lentamente guadagnandosi un nome nell’ambiente musicale, i Gaze of lisa sono una giovane band italiana nata a Matera nel 2016. La carriera del gruppo comincia tra i banchi di scuola media, accumunati dalla passione per la musica elettronica straniera. Indole rimasta latente tutt’oggi nelle loro esibizioni.
Scalando la vetta della visibilità online e aumentando progressivamente la qualità contenutistica e tecnica dei brani pubblicati su Spotify e YouTube, nel 2018, dopo diversi anni di sperimentazione, pubblicano il primo Ep totalmente autoprodotto, “Hidden” stilisticamente influenzato dalle sonorità del Synth Pop, dell’Alternative Rock e del Funky riuscendo ad ottenere ottime recensioni su giornali e riviste come Traks, Musica Zero, La Gazzetta del Mezzogiorno e Rock Garage. Nel 2021 il gruppo rilascia il secondo album “Sinonimi e contrari” prodotto da Terzo Millennio Records, che tutt’ora promuove nel corso dei tour italiani.
Tra le maggiori influenze, la band annovera senza dubbio artisti quali Thom Yorke e Apparat, unite a un background del classico power trio rock. Per la stesura dei testi, grande importanza hanno avuti artisti italiani quali Bluvertigo, CCCP, Franco Battiato e Caparezza.
La band:
L’attuale formazione è composta da Pierdomenico Niglio (batteria, voce ed elettronica), Carmelo Fascella (chitarra, voce, live coding) e Damiano Niglio (basso, cori e sintetizzatore), tutti polistrumentisti. Ed è proprio questa poliedricità, questa “fluidità artistica” la chiave del successo dei Gaze of Lisa.
Sinonimi e contrari
Il 1 settembre è uscito “Sinonimi e contrari” il primo album dei Gaze of Lisa sotto l’etichetta Terzo Millennio Records. Il disco contiene dodici tracce composte dalla band e registrate negli studi bresciani Cromo Studio e Mac Wawe Studios sotto l’attenta guida del produttore artistico Valerio Gaffurini. L’approccio musicale della band può essere riassunto nel titolo stesso dell’album: un connubio tra strumenti tradizionali e altri più avanguardistici, attributi che in mano ai Gaze of Lisa, diventano strumenti di denuncia e critica sociale, oltre che un forte veicolo volto ad esortare gli ascoltatori ad avere il coraggio di cambiare il loro modo di pensare senza il timore di risultare incoerenti e senza considerare le convenzioni e il giudizio altrui come un vincolo alla propria espressività.
Cosa significa il vostro nome e a chi è venuto in mente per primo?
“Gaze of lisa è la traduzione inglese de “Sguardo della Monna Lisa” il quadro di Leonardo da Vinci. Ci siamo innamorati subito di questo nome perché ci è piaciuto questo alone di mistero che da sempre circonda la Monnalisa. Un quadro che cambia direzione a seconda del punto in cui lo si guarda che è un po’ anche quello che è il messaggio della nostra musica: un messaggio non univoco ma che assume diversi significati da persona a persona”.
Come vi siete conosciuti e come è nata l’idea di formare una band?
“Io (Pier Domenico) e Damiano siamo fratelli, mentre l’amicizia con Carmelo nasce dalle scuole medie ed è proprio dalle scuole medie che abbiamo iniziato a suonare insieme. Poi Damiano, crescendo ha voluto unirsi a noi. Oggi, abbiamo raggiunto il nostro equilibrio proprio perché nessuno di noi ha mai voluto emergere sugli altri. siamo un trio si, ma valiamo come uno ed è una cosa che oggi manca in molte band, da noi non esiste un frontman, noi siamo un gruppo dove ognuno fa tutto. Quando vieni ad un nostro concerto non hai la percezione solo di chi cè davanti, ma ti arriva proprio un muro in contemporanea di tre persone”.
Il 1 settembre esce “Sinonimi e contrari”. Qual è la filosofia del vostro album?
“Il titolo “Sinonimi e Contrari” racchiude quella che è la filosofia del nostro album. Un disco in cui sono presenti brani che per sonorità sono tra loro simili e brani che sono diametralmente opposti, contrari. Inoltre, questo album è il frutto della nostra crescita personale, degli artisti e della musica con cui siamo cresciuti e che ci hanno influenzato, quindi ci saranno brani simili a cui abbiamo aggiunto delle nostre sperimentazioni, un contrario appunto. Il titolo vero e proprio è venuto fuori grazie alla foto di copertina scattata a Matera negli anni 50’ da Rosario Genovese – un fotografo materano – ed è stato colui che ha riportato tramite fotografia il momento di transizione tra una città contadina e una città che si stava iniziando ad urbanizzare dopo la Seconda Guerra mondiale. E quindi, vedendo quella foto che è bizzarra perché c’è un mulo parcheggiato tra due auto, è scattata la scintilla perché il mulo è l’opposto delle auto sia perché è l’immagine di una società contadina e una più urbanizzata, ma è anche sinonimo perché sono entrambi due mezzi di trasporto. Ed è quello che stiamo cercando di fare musicalmente”.
A quali racconti o storie della vostra vita vi ispirate per scrivere i vostri brani? Chi scrive dei tre?
“Molti dei nostri brani traggono ispirazione dalle esperienze e dai nostri stati d’animo, altri sono frutto della riflessione su ciò che accade attorno a noi. Per quanto riguarda i testi, abbiamo un approccio molto libero non cè un modus operandi, ognuno contribuisce come può al successo della band: magari c’è uno di noi che è più ispirato e ha voglia di raccontare una sua esperienza e allora il testo lo scrive lui, mentre gli altri si occupano degli arrangiamenti, dipende dal periodo e dagli impegni che abbiamo. Una volta che il pezzo è pronto, non esiste più il “questo l’ho fatto io” ma diventa un pezzo dei Gaze of lisa”.
Bilancia, il vostro singolo d’esordio assomiglia per sonorità a “Sovrappensiero” dei Bluvertigo. Quanto questi artisti hanno influenzato il vostro processo creativo?
“I Bluvertigo sono il nostro gruppo collante, siamo abbastanza sicuri che senza di loro non saremmo quello che siamo ora. Quando abbiamo iniziato a suonare, ci basavamo sulla linea dei pochissimi artisti stranieri che facevano il nostro stesso genere, proprio per questo all’inizio cantavamo in inglese. Quando poi, ad un concorso musicale anni fa, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere Andy dei Bluvertigo scoprendo che esisteva un gruppo che non solo faceva il nostro stesso genere ma che per di più lo faceva anche in italiano per noi si è aperto un mondo che ha cambiato drasticamente il nostro modo di fare musica”.
Tra il 2018 e il 2019 avete avuto l’opportunità di suonare live in alcune tappe italiane. Raccontate l’esperienza del tour e la tappa per voi più significativa.
“La tappa che ricordiamo con maggior emozione è stato quando abbiamo suonato per “suoni del futuro remoto” a Matera, nel 2019. Poi, dopo l’uscita del primo EP abbiamo deciso di fermarci con i tour e concorsi per dedicarci appieno alla nostra musica. Quest’estate, dopo due anni siamo tornati a cantare live che è sempre un’esperienza meravigliosa, perché è musica senza filtri ed emozioni allo stato puro. Inoltre, vedere che dall’altra parte ci sono persone che partecipano ai nostri live, che cantano le nostre canzoni è un’emozione grande che ripaga dei tanti sacrifici fatti in questi anni”.
Ogni giorno escono nuovi progetti di band emergenti e non solo: Secondi voi cosa determina oggi il successo di una band?
“Passione e costanza sono due elementi fondamentali per il successo di un gruppo. Non basta solo avere voglia di fare musica o di fare il cantante per la fama, bisogna avere la passione ma soprattutto la costanza di provare, di investire, di ritagliarsi sempre il tempo da tutti gli impegni quotidiani e di continuare anche quando tutto va male, quando sembra tutto difficile. Perché vedi? Noi siamo nati come una band che faceva un genere di musica poco conosciuto e poco vendibile in Italia ed è stato difficile farci accettare non solo da un pubblico ma anche per poter suonare nei locali o partecipare ai contest, poi la costanza ci ha portato oggi ad avere qualche bella soddisfazione, anche se la strada è ancora lunga.”
Cosa ne pensate dei Talent Show?
“Non amiamo partecipare a gare di ogni tipo. Lo abbiamo fatto in passato quando eravamo molto piccoli e abbiamo capito che non fa per noi. Non ci piace competere, lottare tra musicisti di genere e stili diversi per decidere chi è il migliore. Non esiste un migliore, nessuno può decidere qual è il cantante più bravo o quale canzone lo sia, perché ogni canzone è espressione di noi stessi, di chi siamo e del messaggio che vogliamo trasmettere con la nostra musica. Come fai a valutare il migliore, se ognuno di noi fa un genere diverso? Magari una canzone vince perché ha un genere più commerciale ma è superficiale oppure il contrario, non vince ma ha un grande messaggio… . Poi noi siamo i Gaze of Lisa e questo è il nostro genere, la nostra storia se ti piace ci segui se non ti piace ci sono tantissimi altri musicisti da ascoltare”.
Progetti futuri?
“Speriamo di poter tornare Live il prima possibile, ma soprattutto speriamo di poter far arrivare la nostra musica il più lontano possibile, non solo qui a Matera ma anche al nord e in tutta Italia. Un secondo disco? Può essere …”.
di Nicole Prudente
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